TORRI

Inwit, tutto pronto per l’asta: ma si teme l'”effetto Niel”

La prossima settimana partiranno le lettere per i potenziali acquirenti. Ma il nuovo assetto societario della controllante Telecom Italia potrebbe ritardare l’operazione

Pubblicato il 05 Nov 2015

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Le lettere per i potenziali acquirenti di Inwit potrebbero partire già la prossima settimana, dando così il via all’iter per la valorizzazione delle torri di trasmissione della società controllata da Telecom Italia. Ad anticiparlo è il Sole24Ore, che evidenzia però che il nuovo assetto societario in Telecom Italia, con l’ingresso di Xavier Niel, l’”operazione torri” potrebbe anche essere soggetta a qualche ritardo.

Fonti vicine a Telecom Italia, riporta il quotidiano, lasciano intendere che la valorizzazione di Inwit sta procedendo secondo i programmi, anche se iniziano a prendere piede i dubbi sul fatto che il nuovo assetto in TI possa influire sulla possibilità decidere con rapidità sulle operazioni straordinarie.

La partenza formale della procedure dovrebbe in ogni caso essere già stata fissata per la prossima settimana, con Deutsche Bank, lo stesso istituto che aveva a suo tempo curato l’Ipo della società, scelta come advisor da Telecom Italia.

Il valore in borsa di Inwit si aggira attualmente attorno ai 2,67 miliardi di euro, di cui il 60%, pari a 1,6 miliardi di euro, è in mano a Telecom, che potrebbe chiedere un premio per la cessione della quota di maggioranza.

Tra i possibili acquirenti sta prendendo forma una partnership tra gli spagnoli di Cellnex, gruppo scaturito da Abertis che si è già aggiudicata le torri messe in vendita da Wind e quelle di Atlantia, e il fondo infrastrutturale F2i, gruppo finanziario guidato da Renato Ravanelli. Ma il dossier potrebbe anche riscuotere l’interesse di Ei Towers, e di grandi reatà statunitensi come il fondo Providence o American Tower.

Inwit conta in Italia su 11.500 siti, e ha chiuso i primi 9 mesi del 2015 con utile netto pari a 43 milioni di euro, in crescita del 4,5%,158,8 milioni di euro di ricavi, un margine operativo lordo di 71,1 milioni e un indebitamente netto pari a 60 milioni di euro.

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