Raggiunto l’accordo sulla vertenza Italtel. E’ stato sottoscritto presso il ministero dello Sviluppo Economico l’accordo tra azienda e i sindacati per la gestione fino al termine del 2014 degli esuberi risultanti dal Piano Industriale 2012–2016 e che sono definiti nel numero di 300 nel memorandum firmato contestualmente.
L’intesa prevede l’utilizzo della Cassa Integrazione per riorganizzazione aziendale dal 12 aprile al 31 dicembre 2014 per 280 persone, con una rotazione di 80 persone in turni trimestrali. Ai cassintegrati verrà corrisposta una integrazione al trattamento di Cigs di 250 Euro mensili lordi. È previsto l’utilizzo dei Contratti di Solidarietà, sempre dal 12 aprile al 31 dicembre 2014, per 800 persone: la riduzione oraria sarà di 1 ora e 20 minuti giornalieri.
Ai lavoratori che aderiranno al piano di uscite previsto dall’accordo, l’azienda corrisponderà una somma a titolo di incentivo all’esodo fino ad un massimo di 12 mensilità, graduato in ragione ai tempi di adesione. L’azienda metterà a disposizione dei lavoratori in Cigs uno specifico servizio di outplacement, servendosi di primarie società specializzate del settore, e aprirà una procedura di mobilità su base volontaria con uscita entro il 30 gennaio 2014.
Infine per garantire un ottimale bilanciamento della sostenibilità economica del Piano Industriale, è stata definita la revisione di alcuni istituti normativi (reperibilità, indennità di trasferta, ore viaggio, premio di anzianità aziendale) e dei connessi trattamenti previsti dalla contrattazione integrativa aziendale, di maggior favore rispetto al contratto nazionale di lavoro. La palla passa ora ai lavoratori che voteranno l’intesa in un referendum che si terrà tra il 29 e il 31 gennaio.
Soddisfazione per l’intesa è espressa dal’Ad di Italtel, Stefano Pilieri. “Sono pienamente soddisfatto dell’accordo raggiunto con le organizzazioni sindacali, che rappresenta un passo ulteriore nella direzione di un’accresciuta competitività di Italtel – commenta Pileri – consentendole di accelerare la crescita verso il ruolo di player internazionale affidabile nel mercato globale delle telecomunicazioni e dell’IT. Abbiamo avviato con successo nel 2013 un processo di turnaround, ottenendo lusinghieri risultati sia in termini di avanzamenti tecnologici, riconosciuti dai player di settore, sia in termini economici, con una crescita significativa di fatturato e marginalità rispetto al 2012. Con questo accordo, che contribuisce a rafforzare il posizionamento di business e la solidità economico finanziaria, Italtel può proseguire il percorso di ripresa, nel solco tracciato dal suo Piano Industriale”.
Roberta Turi della Fiom evidenzia come “rispetto ai 380 esuberi – su un totale di circa 1.300 dipendenti nelle sedi di Castelletto (Mi), Roma e Carini (Pa) – dichiarati inizialmente dall’azienda, con la trattativa i lavoratori coinvolti da problemi occupazionali sono scesi a 300. L’ipotesi di accordo stabilisce che i dipendenti che potranno essere collocati contemporaneamente in cassa integrazione saranno al massimo 200, e lo faranno a rotazione. Saranno previsti anche i contratti di solidarietà per circa 800 lavoratori”.
“Oltre ad alcune misure di integrazione aziendale del reddito per i cassaintegrati, vi saranno incentivi per quei lavoratori che dovessero scegliere la mobilità volontaria. L’accordo prevede anche la revisione temporanea di alcuni istituti contrattuali come la reperibilità e la trasferta per tutta la durata dell’accordo stesso – spiega Turi – Questo accordo ha tra gli allegati un “memorandum” firmato anche dal ministero dello Sviluppo economico, che vede Italtel impegnata a evitare i licenziamenti per tutta la durata del piano industriale 2012-2016 e a condividere con le organizzazioni sindacali l’individuazione delle soluzioni che vadano a salvaguardare l’occupazione e la presenza industriale in Italia”.
Per la Fiom si tratta “di un accordo importante che arriva dopo settimane di faticosa trattativa con l’azienda e di iniziative di mobilitazione e che, a fronte di una difficile situazione industriale e finanziaria, impedisce che vengano individuati esuberi; ciò non solo perché si escludono i licenziamenti, ma anche perché gli strumenti utilizzati consentono che nessun lavoratore sia escluso dal processo produttivo”.