WCIT DUBAI

Itrs, Trecordi: “Coinvolgere gli stakeholder”

Il partner di Ict Consulting interviene nel dibattito sulla revisione delle regole Tlc: “Velleitario pensare che l’Itu possa farsi carico da sola di obiettivi delicati e articolati su molti piani”

Pubblicato il 16 Nov 2012

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Sale l’attesa per il Wcit-12, la conferenza dell’Itu a cui parteciperanno i 193 Stati membri dell’agenzia governativa dell’Onu con lo scopo di rivedere il trattato Itr formulato nel 1988 per stabilire accordi globali di base per reti e servizi di Tlc. All’Itu partecipano anche oltre 750 aziende, circa 120 associazioni (tra cui Isoc), organismi di standardizzazione ed enti di ricerca focalizzati perlopiù sulle Tlc.
Fermo restando che Internet si è sviluppata e opera grazie al trasporto dei dati nelle reti realizzate ed esercite dagli operatori di Tlc, suscita perplessità l’agenda del Wcit-12, sovraccarica di contenuti finalizzati a determinare il consenso su aspetti fondamentali del governo di Internet. Il contenitore dell’Itu, di emanazione governativa e parzialmente rappresentativo del versante che ha più contribuito a creare e sviluppare il mondo Internet, non sembra essere la sede più opportuna per trattare in modo equilibrato i temi emersi nel percorso di preparazione del Wcit-12. Il Congresso può portare un contributo importante alla discussione generale della governance, ma si dovrebbe evitare di calare nel rinnovo di un trattato governativo multinazionale, determinazioni che potrebbero condizionare negativamente lo sviluppo del potenziale di Internet. Oltretutto, pur essendo doveroso rivisitare l’Itr è evidente che l’Itu, ancorché animato da spirito di rinnovamento e proiettato al futuro, si muova con un passo quantomeno lento per la dinamica di Internet.


Itu elenca gli ambiti dell’Itr indirizzati da proposte di cambiamento, testimoniando la vastità del perimetro di azione: diritti umani di accesso alle comunicazioni, sicurezza nell’uso dell’Ict, protezione delle risorse critiche, framework internazionali, attribuzione di costi e consumi/compensazioni (inclusa la tassazione), interoperabilità e interconnessione, qualità del servizio, convergenza.
Appare tuttavia velleitario assumere che la sola Itu nel contesto Wcit-12 possa farsi carico della conciliazione di obiettivi antagonisti come libertà di espressione e privacy dell’individuo rispetto alla salvaguardia dell’interesse collettivo (salvaguardia della proprietà intellettuale, prevenzione e repressione di terrorismo, criminalità organizzata, cybercrime, underground economy). Obiettivi delicati e articolati su molti piani si possono affrontare solo coinvolgendo una moltitudine di stakeholder e soggetti non adeguatamente rappresentati al Wcit-12. In particolare, gli organismi preposti a livello nazionale e sovra-nazionale che presidiano privacy, posizione dominante di mercato e tassazione sono chiamati a scrutinare attentamente la posizione dei grandi Ott.


Intensa discussione ha suscitato la proposta di Etno, che propone di offrire qualità di servizio garantita end-to-end in aggiunta al servizio base di Internet, intrinsecamente best effort. La proposta si accompagna all’esigenza di modificare coerentemente i meccanismi d’interconnessione Internet e di impiegare, ove ammissibile, il pagamento del servizio a carico del mittente dei dati. Secondo molti osservatori, pur innestandosi coerentemente con le regole del mercato competitivo, la proposta apre la strada alla trasgressione del principio basilare della net neutrality. Va osservato che già ora si usano pratiche che indirizzano la qualità differenziata (anche se non in logica end-to-end): gli Isp offrono limitazioni di accesso meno stringenti per offerte più costose e i provider Cdn (Content Delivery Network) offrono ai content provider un servizio che migliora la qualità dell’accesso ai contenuti. Mentre Usa e Olanda hanno sancito per via regolamentare (ex-ante) il principio della net neutrality, l’Europa rimane vigile osservatore, confidando nelle forze del mercato competitivo, rinforzato da trasparenza e facilità di passaggio ad altro Isp, per evitare abusi e discriminazioni nel trattamento differenziato del traffico. Recentemente, espressioni contrarie all’inclusione della proposta Etno nel nuovo Itr sono emerse da Cept, mentre Oecd ha contrastato la proposta di emendare i modelli d’interconnessione, evidenziando la capacità dell’attuale sistema di assorbire le sollecitazioni (es. con il passaggio ad architettura a gerarchia piatta e il proliferare degli Ixp).


La forza dirompente dell’innovazione di Internet non si lascia imbrigliare e ricondurre a modelli rigidi, con riferimenti stabili nel tempo e posizioni garantite: a riprova è ora in discussione una possibile evoluzione del paradigma Internet verso il Content Centric Networking (Ccn) che propone di spostare il baricentro del modello di riferimento dal trasporto di pacchetti Ip a quello di contenuti strutturati. L’idea è di Van Jacobson del Palo Alto Research Center, uno dei progettisti dei protocolli usati da Internet.

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