MERCATO

Le telco europee verso una stagione di M&A (Vestager permettendo)

La pressione su costi e margini spingerà più che mai il settore verso il consolidamento. La Commissione Ue si è mostrata finora contraria ma potrebbe ammorbidire le posizioni. Il primo banco di prova in Olanda dove è in ballo il deal Tele2-TMobile

Pubblicato il 23 Gen 2018

Patrizia Licata

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Nel 2018 le telco europee spingeranno per il consolidamento tramite una rinnovata attività di Merger&Acquisition (M&A), sperando di non vedere frustrate le loro ambizioni dall’intervento della Commissione Ue. Ad affermarlo è Bengt Nordstrom, Ceo della società di analisi Northstream, intervistato dal sito TotalTele.

Nordstrom sposa la tesi di altri analisti di mercato che vedono un forte interesse a operazioni di fusione e acquisizione tra le telco, soprattutto le più piccole, alle prese con margini in contrazione e pressione costante sui costi. “Dal punto di vista di investitori, proprietari e operatori, l’M&A ha senso perché consente economie di scala altrimenti difficili da raggiungere”, afferma Nordstrom, aggiungendo però che questo “sano appetito per le operazioni di mercato” potrebbe scontrarsi con le posizioni dell’Antitrust europeo guidato dalla commissaria Margrethe Vestager, poco propensa ad appoggiare la spinta al consolidamento da parte delle aziende delle telecomunicazioni, specialmente mobili.

“La Commissione europea vuole che ci siano almeno 4 diversi operatori su ciascun mercato. La Vestager ha già bloccato diversi accordi”, nota Nordstrom citando la proposta fusione fra O2 e Three in Uk, respinta sia da Ofcom che dall’antitrust Ue. Secondo l’analista questo atteggiamento del regolatore ha portato gli operatori telecom a un impasse: vorrebbero andare sul mercato per comprare player più piccoli e aumentare la redditività e i margini, ma la Commissione dà priorità alla promozione della concorrenza di mercato, favorendo i consumatori a danno dell’industria.

Le telco possono però già esplorare le opportunità di crescita offerte dalle integrazioni orizzontali, in cui si uniscono aziende non direttamente concorrenti, come nel caso di Tele2 che ha comprato Com Hem in Svezia: “E’ il tipo di merger che fa felice Bruxelles”, dice Nordstrom: “un operatore mobile compra un operatore fisso, o viceversa, oppure una telco compra un servizio specializzato, come è Com Hem, attiva nel business della Tv”. In questi casi, la Commissione europea tende a non ostacolare il consolidamento.

Tuttavia, gli equilibri potrebbero spostarsi e l’ufficio della Vestager potrebbe cominciare a guardare con meno severità anche alle integrazioni verticali. Il banco di prova sarà il merger proposto fra T-Mobile e Tele2 nei Paesi Bassi, verso il quale le obiezioni della Commissione europea sembrano più deboli, anche perché le due aziende sono gli operatori più piccoli del mercato olandese e non darebbero vita a un attore dominante. Se la Vestager dirà sì, afferma Nordstrom, il segnale sarà chiaro: anche la Commissione ha capito che il mercato telecom europeo ha raggiunto la saturazione.

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