Lombardo (Infratel): “Banda larga fra le pastoie della burocrazia”

I tempi di attuazione dei bandi, il freno da parte del Tar ed i lunghi negoziati con le Regioni i principali ostacoli sul cammino italiano. E la roadmap subisce continui slittamenti in avanti

Pubblicato il 17 Feb 2014

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Ritardi burocratici di ogni tipo stanno minando il piano banda larga del ministero dello Sviluppo e così il digital divide italiano sarà eliminato solo verso metà 2015, a quanto apprende il Corriere delle Comunicazioni. Precedenti annunci parlavano di fine 2014 e l’Agenda digitale (nel decreto Crescita 2.0) indicava dicembre 2013. Tuttavia, i bandi procedono, sia per la banda larga sia per la banda ultra larga, sotto l’egida di Infratel (società in house del ministero), come spiega il suo direttore generale Salvatore Lombardo.

I primi bandi Infratel, contro il digital divide con fondi pubblici, sono serviti per realizzare reti in fibra di backhauling. Adesso sono in corso le ultime gare per il sesto intervento. Qual è la situazione?

È bloccata per uno strascico che riguarda il quinto intervento (le gare precedenti, già assegnate). Il solo candidato che ha perso ha fatto ricorso prima al Tar, poi al Consiglio di Stato, che ha rimandato la palla al Tar. Abbiamo un’udienza a marzo. Prima di questa non possiamo muoverci. Ci siamo infatti accorti che, nella gara per il sesto intervento, c’è lo stesso problema tecnico che ha portato al ricorso al Tar. Quinto e sesto intervento valgono 134 milioni di euro. Bloccati finché non risolviamo la questione.

Cos’è stato già fatto finora?

Al 31 dicembre 2013 abbiamo posato 10mila e 6 km di fibra ottica in tutte le regioni eccetto il Trentino Alto Adige, per investimenti complessivi di 361,7 milioni di euro (misti del ministero e regionali).

Ma tutte le coperture realizzate hanno poi portato a servizi all’utente finale?

Sì, eliminando il digital divide per 3,1 milioni di persone finora, coperti da reti degli operatori che si sono appoggiati alla fibra Infratel. Una volta che arriviamo con la fibra, i tempi degli operatori per collegarvisi sono 6-9 mesi. Ne hanno usufruito Telecom Italia, Fastweb, BT, Vodafone, Wind e operatori piccoli, anche Isp locali.

Adesso è in corso il secondo tipo di intervento, però, che mira a portare la banda larga direttamente all’utente finale, nell’ultimo miglio. Come sta andando?

Finora abbiamo assegnato tre gare, per oltre 15 milioni di euro, in Lazio, Liguria e Marche. Sono fondi che incentivano le coperture degli operatori nelle zone di digital divide. Quelle tre saranno le prime regioni che l’elimineranno del tutto. Stimiamo a febbraio 2015.

Ma non doveva essere fine 2014 la data dell’eliminazione del digital divide?

Sì, ci sono tempi lunghi per via delle firme delle convenzioni tra Regioni e Ministero. Dopo la firma ci servono due mesi per il bando e poi dodici mesi per lo sviluppo della rete. La Sicilia ci sta facendo aspettare da due anni per la firma…

Quindi quando sarà eliminato?

Prevediamo per giugno-settembre 2015. Ma tutto dipende dalla firma delle convenzioni regionali. Come ministero spingiamo perché le risorse europee 2014-2020 siamo messe su un Pon (piano operativo nazionale), invece che su piani regionali, per evitare la negoziazione con le Regioni, che ci ha fatto perdere più di due anni. I tempi burocratici del federalismo sono superiori a quelli di realizzazione della rete.

Quali saranno i prossimi bandi?

Entro febbraio aggiudicheremo i bandi di Emilia Romagna, Campania e Umbria, per 28 milioni totali. Seguirà un lotto di tre regioni: Veneto, Toscana, Calabria. Abruzzo, Basilicata, Sardegna, Molise e Sicilia devono firmare ancora la convenzione. Per Piemonte ed Emilia Romagna ci vorrà almeno un anno, per mancanza di fondi regionali: per queste due regioni aspettiamo i fondi della nuova programmazione europea, a cui si sommano, per il bando, risorse nazionali già disponibili di importo equivalente. Valle d’Aosta, Friuli, Provincia di Trento e quella di Bolzano hanno fatto piani autonomi.

Terzo tipo di intervento: gare a incentivo per reti a banda ultra larga, per ora nel Sud. Avete assegnato finora solo la Campania e il Molise, che succede ora?

La gara della Calabria (65 milioni) sarà aggiudicata a marzo, quando pubblicheremo il bando Puglia. A seguire, forse, la Sicilia, con tempi ancora incerti. Abruzzo e Sardegna sono in sospeso, in attesa di delibere regionali.

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