Telecom Italia non ci sta e annuncia ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar del Lazio (qui la sentenza) che non solo ha confermato la decisione dell’Antitrust sul presunto abuso di posizione dominante nel mercato dei servizi di accesso alla rete fissa (il ricorso fu presentato a suo tempo da Wind e Fastweb), ma non ha concesso nessuno sconto sulla maxi sanzione da oltre 103 milioni di euro. “Telecom Italia non condivide la decisione del Tar del Lazio, ritenendo che il giudice amministrativo in prima istanza non abbia adeguatamente considerato i numerosi ed articolati motivi di impugnativa sviluppati nel ricorso della società – si legge nella nota dell’azienda emessa a seguito della pubblicazione della sentenza -. Telecom Italia intende, pertanto, proseguire il suo percorso per il riconoscimento della assoluta liceità dei suoi comportamenti nei confronti dei concorrenti e impugnerà la decisione del Tar davanti al Consiglio di Stato in tempi brevi”. La società capitanata da Marco Patuano nel prendere atto della decisione del Tar ribadisce “la correttezza del proprio comportamento in materia di parità di accesso alla rete da parte degli operatori alternativi”. Riflettori puntati sul modello Open Access che “continua ad essere considerato una best practice a livello europeo per la parità di accesso, la cui validità è riconosciuta sia dall’Unione Europea sia dal Berec”, puntualizza Telecom.
La sanzione fino ad oggi è stata sospesa, dopo che l’8 gennaio scorso il Tar avveva bloccato l’esecuzione del provvedimento dell’Antitrust rispetto all’esigibilità della multa. La decisione del garante sulla concorrenza era arrivata dopo un’istruttoria di tre anni, al termine della quale l’Authority è giunta alla conclusione che Telecom avrebbe difeso le sue quote di mercato nella fornitura dei servizi di accesso all’ingrosso alla rete locale e alla banda larga ostacolando l’offerta dei concorrenti alla clientela finale.
La maximulta, in tutto di 103,794 milioni di euro, accorpa due sanzioni: 88 milioni dovuti al fatto che secondo il Garante Telecom avrebbe opposto ai concorrenti molti rifiuti di attivazione ingiustificati dei servizi all’ingrosso, e più di 15 milioni perché Telecom avrebbe attuato una politica di sconti alla clientela business, per il servizio di accesso al dettaglio alla rete telefonica fissa, tale da non consentire a un concorrente di operare nello stesso mercato.
Fra l’altro Vodafone e Fastweb hanno fatto causa contro Telecom Italia chiedendo danni rispettivamente per un miliardo e 1,7 miliardi.
Intanto il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella ha espresso soddisfazione per la sentenza: “Il Tar del Lazio ha confermato in toto la nostra impostazione: non posso che essere soddisfatto, non tanto per la sanzione, ma per l’apertura del mercato alla concorrenza, che e’ uno dei veicoli per rilanciare la crescita”. “Il settore delle Tlc – prosegue – è strategico: abbiamo grande rispetto delle sentenze sia quando vinciamo che quando perdiamo”.