Non sarebbero le grandi telco tradizionali a guidare il grande cambiamento in corso nel mercato mobile. Secondo un nuovo rapporto di Opensignal, al centro c’è invece una nuova generazione di operatori virtuali, i cosiddetti Mvno (Mobile Virtual Network Operator), in particolare quelli “di marca”, soggetti non nati nel mondo delle telecomunicazioni ma che sfruttano la forza del proprio brand per proporre offerte mobili competitive. Secondo l’indagine, questi brand Mvno stanno registrando una crescita costante nei mercati più maturi, come il Regno Unito, dove rappresentano oggi il 18% delle connessioni retail.
La notizia, apparentemente secondaria, si inserisce in un quadro strategico più ampio: la saturazione del mercato mobile, il rallentamento delle vendite di smartphone e la necessità da parte degli utenti di contenere la spesa mensile stanno spingendo milioni di consumatori verso scelte più economiche. In questo scenario, gli Mvno di marca — spesso affiliati a retailer, banche digitali, o catene della Gdo — offrono una proposta di valore basata su prezzi bassi, facilità d’accesso, affidabilità percepita e soprattutto una relazione preesistente di fiducia con il cliente.
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Performance tecniche: un compromesso accettato
Secondo Opensignal, gli utenti Mvno nel Regno Unito sperimentano velocità di download mediamente inferiori di circa il 14% rispetto a quelli dei Mno (33,8 Mbps contro 39,2 Mbps). La latenza è generalmente maggiore e anche l’esperienza di streaming e gaming risulta penalizzata in alcuni casi. Tuttavia, il punteggio complessivo di “Affidabilità dell’esperienza” (Reliability Experience) è molto vicino: 856 su 1000 per gli Mvno contro 866 per gli operatori tradizionali.
Questa apparente contraddizione — performance inferiori ma soddisfazione elevata — rivela un cambiamento nella percezione del valore da parte dell’utente medio. In un’epoca in cui molte attività quotidiane possono essere svolte anche con velocità moderate, e in cui il prezzo mensile della connessione è diventato un fattore centrale nella scelta, sempre più utenti si dichiarano disposti a scendere a compromessi pur di risparmiare.
Le cause tecniche delle differenze di performance sono note: limiti contrattuali nella capacità allocata dagli Mno agli Mvno, policy di priorità di traffico in caso di congestione e utilizzo più frequente di dispositivi di fascia bassa da parte della clientela Mvno. Tuttavia, Opensignal evidenzia che il miglioramento tecnologico progressivo delle reti sta riducendo il divario.
Il valore del brand Mvno e la centralità del pricing
La vera forza degli Mvno di marca sta nella capacità di offrire un servizio mobile come estensione coerente del proprio ecosistema di offerta. Catene di supermercati, piattaforme bancarie e marchi di elettronica integrano le Sim nei propri punti vendita, promuovono la fidelizzazione tramite bundle e cashback, e sfruttano infrastrutture logistiche già esistenti per distribuire e supportare il servizio.
Secondo Opensignal, “gli utenti Mvno sono significativamente più attenti al costo rispetto agli utenti Mno”. Il prezzo medio mensile per i servizi Mvno è sensibilmente più basso rispetto alle offerte dei principali operatori di rete. In mercati maturi e regolamentati come quello britannico, questo vantaggio competitivo si traduce in una crescente quota di mercato.
Anche in America Latina il fenomeno è in crescita. In Messico, Mvno come Oxxo Cel e Bait, affiliati rispettivamente alla catena Oxxo e al gruppo Walmart, hanno registrato un aumento significativo delle linee attivate. Il vantaggio competitivo risiede non solo nei prezzi, ma nella capillarità dei punti vendita e nella semplicità di sottoscrizione.
Un mercato globale in espansione
Il mercato globale degli Mvno è destinato a crescere. Secondo The Business Research Company, il volume d’affari del settore passerà da 91,73 miliardi di dollari nel 2024 a oltre 101 miliardi nel 2025, con un Cagr del 10,9%. A trainare questa crescita sono la domanda di servizi mobili a basso costo, la penetrazione del 5G, la diffusione delle e-sim e la necessità di soluzioni flessibili per l’IoT.
A questo trend si aggiungono i nuovi ingressi da parte di attori digitali: la banca fintech Revolut ha lanciato un proprio Mvno nel Regno Unito e in Germania, offrendo ai propri clienti roaming gratuito e gestione del piano tramite app. Anche altre realtà fintech o tech-native stanno valutando di entrare nel comparto, come riportato da Light Reading, citando il possibile interesse della compagnia energetica Octopus.
Italia: un’opportunità ancora in divenire
In Italia, il mercato degli Mvno è ancora relativamente limitato rispetto ad altri paesi europei. Secondo AgCom, la quota di mercato degli Mvno è stabile intorno al 10%, con player noti come CoopVoce, Fastweb Mobile e PosteMobile. Tuttavia, i Mvno di marca pura — quelli nati da realtà esterne al mondo telco — sono ancora pochi e con un impatto limitato.
Eppure, le condizioni di mercato potrebbero favorire una loro espansione. La crescente insoddisfazione per le offerte dei grandi operatori, unita alla crescente digitalizzazione della popolazione, potrebbe aprire la strada a nuovi ingressi. Brand noti al grande pubblico, con una rete di punti vendita e un’identità forte, avrebbero la possibilità di proporre soluzioni mobili integrate ai propri clienti fidelizzati.
Secondo Opensignal, la “Reliability Experience” degli Mvno italiani è comparabile a quella degli Mno, suggerendo che il modello può funzionare anche nel nostro contesto. A mancare, forse, è solo l’iniziativa da parte dei grandi marchi extra-telco, che potrebbero trovare in questo segmento un’interessante estensione di business.
Mvno: trasformazione strutturale
La crescita degli Mvno di marca non è un fenomeno passeggero, ma il risultato di una trasformazione strutturale nel modo in cui il valore del servizio mobile viene percepito. Non più solo velocità o copertura, ma convenienza, semplicità e fiducia. Elementi che i brand Mvno riescono a sintetizzare con efficacia, portando nuova concorrenza in un mercato da tempo cristallizzato.
Per le telco tradizionali, questa tendenza rappresenta una doppia sfida: da un lato, il rischio di perdere quote di mercato sui segmenti più sensibili al prezzo; dall’altro, la necessità di differenziarsi con servizi ad alto valore aggiunto. Per i consumatori, invece, si aprono nuove possibilità di scelta — e di risparmio — in un settore che, per troppo tempo, ha offerto poco spazio alla personalizzazione.