MERCATI CONVERGENTI

“Net neutrality, occhio al modello Obama”

Mercati convergenti, Alessandra Rossi (Università di Siena): “Rischio di eliminazione di parte dei modelli di pricing per gli operatori”. Camilla Sebastiani (Agcom): “Vide online driver di sviluppo dell’ultrabroadband”

Pubblicato il 17 Feb 2015

Antonello Salerno

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“La buona notizia è che il fattore chiave che guida l’investimento nelle reti è la domanda. Non è la PA la killer application, ma il video. Oggi, con la diffusione dei contenuti video online, siamo per la prima volta di fronte a una domanda potenziale, in cui reti e contenuti sono complementari”. A parlare è Alessandra Rossi, ricercatrice in Politica economica all’Università di Siena, che è intervenuta questa mattina al convegno “Regolazione e concorrenza nei mercati convergenti” organizzato a Roma dall’Osservatorio Comunicazioni elettroniche di LuissDream.

Uno dei temi sotto la lente d’ingrandimento, quando si parla di Tv2.0, è la net neutrality, sul quale Alessandra Rossi ha una posizione precisa: “Con la regolazione ex ante molto pervasiva sulla net neutrality, come quella verso cui si stanno orientando gli Stati Uniti, si elimina una parte dei modelli di pricing per gli operatori e si impedisce loro di utilizzare alcune direttrici di guadagno. E non è chiaro che conseguenze questo possa avere sul futuro sviluppo delle reti e dei contenuti”.

“Non esiste in letteratura economica un sostegno alla net neutrality pervasiva come quella Usa, mentre in testi sono unanimi sulla possibilità di introdurre standard minimi di qualità nel quadro regolatorio. Gli strumenti già esistenti nei Paesi europei – conclude Rossi – consentirebbero di affrontare adeguatamente, a differenza di quanto accade in Usa, i temi della net neutrality, ma questo richiederà una maggiore attenzione e presenza dei regolatori su questi temi”.

Durante il convegno Camilla Sebastiani, a capo della direzione servizi digitali e rete di Agcom, ha confermato che “Il video online è la killer application per lo sviluppo della banda larga”, e ha sottolineato come Agcom abbia “appena approvato una delibera, 42/15cons, con misure per garantire il mercato e creare le condizioni di sviluppo per le reti ultrabroadband. Due le proposte poste in consultazione pubblica per 45 giorni, una che prospetta uno scenario di continuità con la situazione e una che propone uno scenario evolutivo – ha sottolineato – e le conclusioni terranno certamente conto delle segnalazioni”.

La nuova Tv sfugge alla disciplina vigente – sottolinea a sua volta Filippo Donati, ordinario di diritto costituzionale all’università di Firenze – E’ necessario superare la distinzione tra servizi lineari e non lineari. Esiste una regolamentazione comune, che per i servizi non lineari è estremamente semplificata. Ma oggi la diffusione delle nuove offerte, con l’integrazione tra broadcast e broadband, tende ad attenuare la percezione della distinzione tra i due tipi di servizi, e questo rende le norme obsolete”.

“Con l’aumento del traffico di rete è necessario lo sviluppo della banda larga – conclude Donati – Introdurre criteri per privilegiare alcuni operatori può consentire nuove entrate, da tradurre in investimenti, ma le forme di discriminazione nella gestione del traffico possono influire sulla libertà d’espressione e intralciare lo sviluppo di nuove imprese che operano online”.

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