LA VERTENZA

Niente licenziamenti in Telecom: trovata intesa sui 2.600 esuberi

Mobilità volontaria e solidarietà “difensiva” al centro dell’accordo. Niente spin off dei call center. Ma la Cgil non firma: “Intesa che scarica i costi delle uscite sulla collettività”. Soddisfazione di Cisl, Uil e Ugl: “Si tutela l’occupazione. Ora la sfida è la produttività”

Pubblicato il 28 Ott 2015

Federica Meta

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Intesa raggiunta su 2.600 esuberi nella serata di ieri tra Telecom Italia e le organizzazioni sindacali di categoria Fistel-Cisl, Uilcom e Ugl. La Slc Cgil, presente al tavolo delle trattative, non ha invece firmato gli accordi. Azienda e parti sociali hanno siglato l’intesa per la gestione degli esuberi tramite

Gli accordi, che riprendono le linee di indirizzo già sottoscritte al ministero dello Sviluppo economico, regolamentano anche le uscite con prepensionamenti volontari in base all’articolo 4 della legge Fornero e si affiancano all’intesa già raggiunta nei giorni scorsi sulla mobilità volontaria.

I dettagli sono riportati In una nota di Telecom Italia. In base all’intesa, viene introdotta la solidarietà “difensiva” come riformata dal Jobs act. A circa 30.400 lavoratori di Telecom Italia sarà applicato un contratto di solidarietà che prevede la riduzione verticale dell’orario di lavoro per un totale di 23 giorni all’anno (pari all’8,85% dell’orario di lavoro mensile).

La solidarietà inizierà dal prossimo 4 gennaio 2016 e durerà 24 mesi con l’impegno, previo accordo tra le parti, di una estensione della vigenza per altri 12 mesi. L’applicazione della solidarietà non riguarderà il personale che svolge alcune attività aziendali con particolari necessità di continuità operativa.

Inoltre, prosegue l’azienda nella nota, sulla base della normativa vigente, le parti hanno definito che su base volontaria i lavoratori Telecom Italia che matureranno entro il 31 dicembre 2018 i requisiti minimi per la pensione nei quattro anni successivi, potranno lasciare il lavoro anticipatamente. La società corrisponderà per il tramite dell’Inps mensilmente l’importo del trattamento pensionistico maturato al momento dell’uscita con i relativi i contributi previdenziali per i successivi quattro anni.

Telecom Italia, si legge ancora, per attenuare il disagio economico dei propri dipendenti che si vedranno ridotto il reddito dalle giornate di solidarietà, solo in parte compensato dal contributo Inps ha deciso di prevedere nell’accordo l’erogazione di prestiti aziendali a tassi di interesse agevolati (tasso ufficiale di rifinanziamento BCE attualmente allo 0,05%).
Al termine del periodo di vigenza del contratto di solidarietà a fronte del raggiungimento degli obiettivi del piano di assorbimento degli esuberi, Telecom Italia erogherà al personale interessato dal contratto di solidarietà una somma Una Tantum a titolo premiale di importo variabile in relazione al livello di inquadramento.

La Cgil motiva a CorCom il suo no all’accordo. “Si tratta – spiega Michele Azzola, segretario nazionale della Slc Cgil – di un accordo di natura prettamente finanziaria, totalmente slegato all’organizzazione del lavoro. Si finanzia l’articolo 4 della legge Fornero, che scarica sull’azienda i costi dei prepensionameti, tramite i contratti di solidarietà e dunque si scarica ancora una volta sulla collettività il prezzo delle ineffiecienze dell’azienda”. Per la Cgil “i vertici Telecom sono molto più interessati a mantenere le loro poltrone che a far funzionare a dovere l’azienda”.

Per Salvo Ugliarolo, segretario generale Uilcom “con la definizione di questi accordi operativi e delle relative verifiche, abbiamo realizzato quanto disegnato nell’accordo quadro del 7 settembre, dimostrando concretezza e capacità di confrontarsi nel merito”.

“Abbiamo messo in sicurezza i livelli occupazionali – evidenzia Ugliarolo – difeso il perimetro aziendale dimostrando, anche a coloro che non hanno ritenuto opportuno firmare questo accordo, svolgendo altresì una campagna denigratoria verso i firmatari dell’intesa, che il tempo dei se e dei ma è terminato”.

“L’accordo – sottolinea Vito Vitale, segretario generale della Fistel Cisl – consentirà all’azienda un miglior posizionamento di mercato e una maggiore competitività”. Adesso, secondo il sindacalista, “la sfida è la produttività aziendale e il riconoscimento ai lavoratori di maggiore salario legato ai risultati aziendali che la ripresa economica e i nuovi business possono determinare”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Ugl Telecomunicazioni. “Con gli accordi su prepensionamenti e contratti di solidarietà siglati oggi con Telecom Italia, si chiude positivamente una vertenza lunga e difficile, evitando in particolare la societarizzazione della Divisione Caring per 9.000 lavoratori”, affermano in una nota il segretario generale dell’Ugl Telecomunicazioni, Fabrizio Tosini, e il coordinatore nazionale, Antonio Vitti.

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