DL CURA ITALIA

Number portability, tanto rumore per nulla: salta l’emendamento

Dopo il passo indietro della Lega anche il Movimento 5 Stelle ritira la proposta di sospendere la portabilità durante il periodo dell’emergenza. Mauro Coltorti: “Si rischierebbe di mettere un blocco proprio nel momento in cui il paese si prepara a ripartire”

Pubblicato il 03 Apr 2020

A. S.

montecitorio

Continuano i dietrofront sullo stop alla number portability che era stato proposto nei giorni scorsi in due separati emendamenti al decreto Cura Italia dalla Lega e dal Movimento 5 stelle. La sospensione della portabilità avrebbe dovuto protrarsi, nelle intenzioni dei proponenti, per tutta la durata dell’emergenza  coronavirus, in modo da evitare gli interventi dei tecnici e le file nei negozi degli operatori, limitando così le occasioni di contagio. I due emendamenti avevano immediatamente provocato le reazioni contrarie delle associazioni per la tutela dei diritti dei consumatori e di alcuni operatori. La prima a tirarsi indietro era stata nei giorni scorsi La Lega, che infatti non ha segnalato il proprio emendamento tra quelli da mettere in votazione in aula, e a seguire è attivato l’alt anche dal Movimento 5 stelle, che ha ritirato l’emendamento. 

“Nel periodo in cui entrerebbe in vigore la misura, molte imprese, si spera, ripartiranno – spiega a Radiocor Mauro Coltorti, senatore del movimento e presidente della commissione Lavori pubblici di Palazzo Madama – Si rischierebbe di bloccare la portabilità in un momento in cui tutto il Paese riparte, sia pure con attenzioni specifiche riguardanti l’emergenza”. 

A stretto giro è arrivato il commento dell’esponete Pd Vincenzo D’Arienzo, anche lui trai firmatari dell’emendamento M5S, sul passo indietro del movimento: ”Si privilegia cosi  l’attività imprenditoriale, cosa legittima finché, però, non si ammalano le persone. Io resto dalla parte dei sindacati e dei lavoratori e della tutela del diritto alla salute”. 

Tra le voci contrarie all’emendamento si è aggiunta oggi quella dell’Aiip, l’associazione italiana degli Internet provider, secondo cui “la proposta costituisce una formidabile opportunità di strumentalizzare la contingente situazione per fini anticompetitivi”. Per l’Aiip la proposta è “paradossale perché mentre l’art. 82 del decreto Cura Italia vuole tutelare i clienti finali, l’emendamento è palesemente in danno dei medesimi: limitare la possibilità di cambiare fornitore significa impedire al cliente di poter scegliere un servizio qualitativamente superiore proprio ora che ne ha particolare necessità, o impedire al cliente di valersi di un servizio analogo ma a condizioni economiche più vantaggiose, proprio ora che c’è una situazione di generalizzata contrazione delle disponibilità economiche sia per le famiglie che per le imprese”.

Contrarie alla sospensione della portabilità, come dicevamo, anche le associazioni dei consumatori, secondo cui le attività di portabilità tra operatori mobili sono realizzabili interamente online senza intervento di tecnici, così come la maggior parte delle migrazioni di linea fissa. In una lettera ai ministri Patuanelli e D’Incà, al sottosegretario al Mise Liuzzi e all’Agcom, Altroconsumo parla di una “indegna strumentalizzazione della pandemia per attuare misure anticompetitive a danno dei consumatori, che limita il diritto dei cittadini ad accedere a un servizio essenziale alle migliori condizioni offerte dal mercato, vieppiù in una fase di forzata contrazione delle entrate familiari”.

Apprezzamento per la proposta di modifica del decreto Cura Italia è arrivato invece dai sindacati, come confermano il segretario generale della Uilcom Uil Salvo Ugliarolo  e Giorgio Serao della segreteria nazionale Fistel Cisl.

Tra gli operatori che hanno reso publica la propria contrarietà all’emendamento c’è Fastweb, con l’Ad Alberto Calcagno che ha scritto ad Agcom puntualizzando come la proposta non contribuisca “in alcun modo alla salvaguardia dei lavoratori e dei clienti, poiché né le attività di cambio operatore per la rete mobile né quelle per la rete fissa – al netto di poche eccezioni – necessitano di intervento di un tecnico in casa”. Se si arrivasse al blocco della portabilità inoltre secondo Fastweb si creerebbe una situazione “in netto contrasto con le aumentate esigenze di connessione alla rete, dato che la quasi totalità delle migrazioni richieste in questi giorni derivano dalla necessità delle famiglie e delle imprese di procurarsi una connettività migliore per svolgere, al meglio, attività imprescindibili come quella lavorativa e quella scolastica”.

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