Faro Ue sull’operazione NetCo. La Commissione europea ha aperto un’indagine formale per verificare se, durante l’esame dell’acquisizione della ex rete di Tim Kkr abbia fornito informazioni inesatte o fuorvianti alla Commissione.
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L’obiettivo dell’indagine
Il 30 maggio 2024, la Commissione ha approvato incondizionatamente l’acquisizione di NetCo da parte di Kkr, concludendo che l’operazione non sollevava preoccupazioni concorrenziali nello Spazio Economico Europeo (See). In particolare, la Commissione ha esaminato l’impatto dell’operazione sul mercato dell’accesso all’ingrosso ai servizi a banda larga in Italia e ha concluso che l’entità risultante dalla fusione non sarebbe stata in grado di peggiorare le condizioni di accesso ai servizi passivi né di interrompere tali accessi, grazie ad accordi a lungo termine stipulati da FiberCop con diversi operatori richiedenti accesso, tra cui Fastweb e Iliad.
Nell’ambito dell’indagine avviata oggi, la Commissione valuterà se Kkr abbia fornito informazioni inesatte o fuorvianti in merito a tali accordi. L’indagine attuale è separata dal procedimento che ha portato all’approvazione incondizionata dell’operazione Kkr/NetCo ai sensi del Regolamento Ue sulle concentrazioni.
“Le nostre regole di controllo delle concentrazioni richiedono che le parti coinvolte forniscano informazioni complete e accurate alla Commissione durante la valutazione dell’operazione – spiega Teresa Ribera, Vicepresidente esecutiva per la Transizione Pulita, Giusta e Competitiva – Consideriamo qualsiasi violazione di questo obbligo con la massima serietà. A questo stadio, la Commissione ha raccolto elementi sufficienti per aprire un’indagine formale e verificare se Kkr abbia rispettato tale obbligo”.
La Commissione ha informato Kkr dell’apertura dell’indagine formale e ora procederà con le verifiche. L’avvio di un’indagine formale non pregiudica l’esito finale.
Kkr: “Pronti a collaborare”
Pronta la reazione del fondo Usa. “In qualità di custodi delle infrastrutture pubbliche, prendiamo sul serio la nostra responsabilità nei confronti di coloro che serviamo, della Commissione Europea e delle autorità di regolamentazione italiane – si legge in una nota – Nell’ambito dell’autorizzazione dell’operazione, abbiamo collaborato con la Commissione Europea in buona fede e fornito informazioni specifiche e accurate, e FiberCop continua a rispettare gli impegni assunti con i clienti e la regolamentazione dell’Agcom, l’autorità italiana indipendente di regolamentazione delle comunicazioni. Kkr collaborerà pienamente con la Commissione per affrontare qualsiasi preoccupazione e lavorare per una risoluzione completa della questione”.
L’indagine dell’Antitrust Ue su accordo Tim-FiberCop
In parallelo, l’Antitrust italiano (Agcm) sta conducendo un’istruttoria separata sull’accordo commerciale tra Tim e FiberCop, il cui esito è atteso per fine anno. Anche in questo caso, un esito è atteso entro fine anno. Secondo la Repubblica, FiberCop starebbe rivedendo il piano industriale sulle assunzioni per Ebitda, Roi su investimenti, leva e working capital, non escludendo un rinvio degli investimenti in IT e data center, alla luce delle difficili condizioni di mercato.
L’analisi di Intermonte
Intermonte sottolinea che Tim non è parte del procedimento avviato dalla Commissione Europea, cosa che conferma la piena regolarità della condotta.
“L’indagine riguarda esclusivamente la verifica di eventuali informazioni inesatte o fuorvianti fornite da Kkr nel corso dell’istruttoria sull’operazione NetCo – puntualizzano gli analisti – Il processo a livello europeo è stato infatti condotto integralmente da Kkr, senza alcun coinvolgimento da parte di Tim. La Società precisa, inoltre, che l’autorizzazione incondizionata rilasciata il 30 maggio 2024 dalla Commissione Ue per l’operazione Kkr/NetCo non è oggetto di revisione”.
Per quanto concerne l’istruttoria separata di Agcm Intermonte ritiene che li impegni di Tim sull’accordo con con FiberCop “dovrebbero soddisfare le richieste dell’authority, senza stravolgere le condizioni economiche dello stesso Msa”. Sotto esame era la durata del Msa e l’esclusiva di fornitura a favore di FiberCop, insieme al meccanismo legato agli sconti sui volumi difficilmente replicabili dai competitor di Tim.
“Su questi punti, Tim aveva già chiarito che la durata dell’Msa (15+15) è in linea con quella di altri Msa pluriennali (come Inwit 8+8+8), così come il carattere “esclusivo” della relazione con Tim, vincolata a acquistare servizi da FiberCop nelle aree già servite da FiberCop, mentre gli sconti volume riguardano”. esclusivamente attività non regolate.
Concentrazione: cosa prevedono le regole Ue
Ai sensi del Regolamento Ue sulle concentrazioni, le parti coinvolte in una fusione non devono fornire alla Commissione informazioni inesatte, incomplete o fuorvianti, sia nella notifica dell’operazione sia nelle risposte alle richieste di informazioni della Commissione. Le notifiche e le risposte a tali richieste rappresentano infatti le principali fonti informative per la Commissione nell’analisi delle operazioni di fusione e acquisizione. L’accuratezza e la completezza di queste informazioni sono dunque essenziali per una valutazione efficace.
La Commissione può imporre sanzioni alle società che, intenzionalmente o per negligenza, abbiano fornito informazioni inesatte o fuorvianti, ai sensi dell’articolo 14, paragrafo 1 del Regolamento UE sulle concentrazioni. Inoltre, la Commissione può revocare una decisione adottata sulla base di informazioni errate, nei casi previsti dall’articolo 6, paragrafo 3 dello stesso regolamento.
Il commento di Aiip
La notizia dell’indagine formale mette in allarme Aiip. Già nel giugno 2025, in occasione del parere preliminare di Agcom sul riconoscimento di FiberCop come operatore wholesale-only, l’associazione italiana degli Internet provider aveva espresso fortissime perplessità sulla reale autonomia e indipendenza di FiberCop da Tim. “Avevamo parlato apertamente di commistione strutturale ancora evidente, di scissione societaria ma non funzionale, e di presupposti giuridici e di fatto non sussistenti per alleggerire l’impianto regolamentare su FiberCop – spiega il vicepresidente Giovanni Zorzoni – L’Autorità italiana, ratificando in tempi stretti un assetto che sulla carta sembrava conforme, ha adottato una decisione che appare fondata su un’analisi formale, ma limitata e carente di approfondimenti essenziali su profili sostanziali, tanto più necessari a fronte dell’indagine in corso da parte di Agcm sull’accordo Msa tra Tim e FiberCop, ancora aperta fino a dicembre 2026″.
Se ora la Commissione Europea decide di avviare un’indagine sulla veridicità delle informazioni trasmesse da Kkr, “le nostre precedenti preoccupazioni appaiono addirittura sottostimate”, evidenzia Zorzoni.
“Indipendentemente dall’esito delle indagini in corso – conclude – è tempo che anche le istituzioni europee e nazionali prendano atto della necessità di un approccio quanto più rigoroso, trasparente e orientato alla concorrenza reale, a tutela dell’ecosistema delle pmi delle telecomunicazioni italiane, e soprattutto dei cittadini che meritano un mercato realmente aperto e pluralista”.