BANDA LARGA

Ovum Broadband Index, per la prima volta entra anche il mobile

Per la prima volta il “termometro” della società di analisi considera anche i tassi raggiunti dalla banda larga mobile. “I Paesi con punteggio alto sulla banda larga fissa veloce fanno bene anche nel mobile broadband”

Pubblicato il 23 Ott 2014

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I Paesi avanzati dell’Asia sono primi al mondo in termini di adozione della banda larga fissa e mobile e continueranno ad essere leader almeno per i prossimi cinque anni, secondo la società di ricerche Ovum.

Ovum ha presentato il suo Broadband development Index, l’Indice di sviluppo della banda larga nel mondo, che misura il tasso di adozione dei servizi broadband di base e ultra-veloci in 191 Paesi. L’Indice assegna un punteggio per l’adozione della banda larga fissa e dei servizi di mobile Internet base in ogni dato mercato. Un punteggio più alto viene assegnato per le connessioni ai servizi avanzati come la fibra, il Vdsl, il Docsis 3.0 e l‘Lte.

“I precedenti confronti tra i diversi Paesi sulla connettività broadband si sono concentrati sulla connettività base e sul fisso anziché sulle telecomunicazioni mobili”, spiega Milena Cooper, senior financial analyst di Ovum. “Ora abbiamo voluto trovare un modo per includere la banda larga sia fissa che mobile perché in molti mercati emergenti il mobile è de facto la tecnologia della banda larga”.

Secondo il nuovo sistema di classificazione di Ovum, la Corea del Sud è prima al mondo, seguita da Singapore, Hong Kong e Giappone. Gli Usa sono solo ottavi, dietro agli Emirati Arabi Uniti e prima del Canada, che è nono. La Norvegia è l’unico Paese europeo nella Top ten. “In pratica, quei Paesi che hanno un punteggio alto sulla banda larga fissa veloce fanno bene anche nel mobile broadband”, osserva la Cooper.

Questa la classifica completa, dal primo al decimo posto: Corea del Sud, Singapore, Hong Kong, Giappone, Qatar, Andorra, Uae, Usa, Canada, Norvegia. Nel 2019 la Top ten, secondo Ovum, vedrà ancora i Paesi asiatici ai vertici, con qualche new entry europea nelle altre posizioni e l’uscita degli Stati Uniti: Corea del Sud, Singapore, Hong Kong, Giappone, Paesi Bassi, Norvegia, Danimarca, Svezia, Uae, Andorra.

Da notare che nelle ultime posizioni figurano Paesi dell’Africa sub-sahariana, insieme a Iraq e Afghanistan, che non riusciranno ad evolvere di qui a cinque anni.

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