LO STUDIO

Ovum: “Mobile, l’età dell’oro sta finendo”

Nuove sfide per i carrier: rallenta la crescita delle connessioni e tra cinque anni le entrate si contrarranno per la prima volta su scala globale e in Europa già hanno il segno negativo. Arpu in calo su tutti i mercati

Pubblicato il 10 Ott 2013

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L’età dell’oro per le telecomunicazioni mobili sta finendo: gli operatori devono rapidamente cercare nuovi modelli di business e sfruttare le finestre di opportunità rimaste. Lo sostiene la società di ricerche Ovum, il cui nuovo studio calcola che le connessioni globali cresceranno con un tasso composito (Cagr) inferiore al 4% tra il 2012 e il 2018, mentre le revenues globali cresceranno a meno della metà di questo ritmo. Di fronte a questo rallentamento della crescita e al declino dell’Arpu, le telco sono chiamate a trovare nuovi modi per portare servizi ai clienti traendone profitto, e non concentrarsi esclusivamente sul numero di abbonati.

Secondo i dati di Ovum, le connessioni mobili globali cresceranno da 6,5 miliardi nel 2012 a 8,1 miliardi nel 2018, mentre le revenues annuali dei servizi mobili saliranno da 968 miliardi di dollari a 1.100 miliardi. Tuttavia, le revenues globali subiranno una contrazione nel 2018 per la prima volta nella storia dell’industria mobile, scendendo dell’1%, pari a una perdita di 7,8 miliardi di dollari. Alcune telco potranno rispondere al trend acquisendo player rivali, ma per Ovum la vera ricetta è lavorare sull’innovazione. Nei prossimi cinque anni, indicano gli analisti, l’innovazione nei servizi, nelle tariffe, nei modelli di business, nelle operazioni di rete e nelle alleanze sarà la chiave di volta di qualunque strategia volta a generare entrate.

Sara Kaufman, analista del segmento Industry, communications and broadband di Ovum e autrice del report, commenta: “La crescita continuerà a rallentare sulla maggior parte dei mercati mondiali. Quando si confrontano i tassi di crescita delle connessioni e quelli delle revenues, si capisce chiaramente che gli operatori mobili si trovano davanti una realtà nuova: devono fare molto di più con meno. Il consolidamento aiuterà ad alleviare parte della pressione del mercato ed è inevitabile su molti segmenti. Ma la necessità di stabilizzare i guadagni è di importanza capitale per un business sostenibile nei prossimi anni”.

Secondo la Kaufman, gli operatori sui mercati maturi si trovano di fronte alle sfide maggiori. Le connessioni in Europa occidentale cresceranno con un Cagr inferiore all’1%, mentre le revenues scenderanno a un Cagr dell’1,48% tra il 2012 e il 2018. Diversi altri mercati avanzati vedranno le revenues diminuire anno su anno nel 2018, compresi gli Stati Uniti. Gran parte del declino dei guadagni si deve al calo dell’Arpu, che continuerà a scendere su tutti i mercati globali a un ritmo del 2,7% tra il 2012 e il 2018.

Ciò non vuol dire che non esistano opportunità di crescita, in particolare in Africa, dove Ovum prevede che le revenues cresceranno a un Cagr del 4,2% tra 2012 e 2018. Aree specifiche dell’Asia-Pacifico e dell’America centrale e meridionale avranno prestazioni superiori alla media globale, anche se nessuna regione del mondo avrà un Cagr superiore al 3%, eccetto l’Africa.

L’Africa avrà anche il più alto tasso di crescita delle connessioni (+5,6% tra 2012 e 2018, arrivando a superare un miliardo nel 2018). La crescita in Asia-Pacifico rallenterà ma questa regione continuerà a rappresentare la maggioranza delle nuove connessioni, soprattutto grazie alla popolosità di Cina, India e Indonesia.

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