Patuano: “Telecom Italia azienda solida proiettata al futuro”

In corso l’assemblea. Affluenza record: oltre il 56% del capitale. Sfida “finale” Recchi-Gamberale per la presidenza

Pubblicato il 16 Apr 2014

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“Telecom Italia è un’azienda solida, vitale, concentrata sul futuro, orientata a generare valore per gli azionisti e a farsi interprete e fattore abilitante del progresso tecnologico del Paese, soprattutto riguardo agli obiettivi posti dall’Agenda digitale”. Così Marco Patuano, Ad di Telecom Italia, ha aperto i lavori dell’Assemblea di Telecom Italia. Il manager ha ricordato che “la storia recente e’ ricca d sfide che abbiamo affrontato con altissimo livello di condivisione”.

“Sono convinto – ha dichiarato Patuano – che l’assemblea di oggi costituisca un punto di svolta che ci proietta verso il futuro”. L’Ad ha sottolineato che il “dibattito schietto” sulla governance ha consentito di avviare un progetto di rifondazione delle regole e degli assetti interni che pongono Telecom fra i casi di studio a livello internazionale.

Il piano industriale presentato a novembre “ha delineato un radicale cambiamento di prospettiva, ci siamo concentrati su una strategia fondata sugli investimenti e sull’innovazione”. Il rafforzamento di capitale realizzato nel 2013 “ci permette di mantenere un approccio positivo sulla congruità della struttura patrimoniale di Telecom e sulla sostenibilità del debito”.

Nel triennio, ha ricorda l’Ad, verranno investiti quasi 14 miliardi di euro, di cui oltre 9 miliardi in Italia: 3,4 mld saranno destinati alla componente innovativa italiana (il doppio rispetto al precedente piano). Al fine di perseguire gli obiettivi “ambiziosi” industriali, unitamente alla riduzione del debito, Patuano ha ricordato poi che il gruppo ha già rafforzato il patrimonio per due miliardi (convertendo da 1,3 miliardi di euro più 700 milioni di euro da vendita Argentina, “di cui abbiamo già incassato la prima tranche”), a cui si “aggiungeranno altre operazioni straordinarie che, perseguendo una logica industriale, incrementeranno la liquidita’ del gruppo per ulteriori 2 miliardi di euro e che riguarderanno le torri di trasmissioni mobili in Italia e Brasile, nonché l’infrastruttura di broadcasting televisivo”. Riguardo a quest’ultimo punto, Telecom ha recentemente annunciato l’operazione di integrazione tra i Mux di TiMedia, controllata di Telecom e quelli de L’Espresso (ReteA).

“Dobbiamo continuare a puntare sull’innovazione, sull’ammodernamento delle infrastrutture, sulla semplificazione delle reti, sulla selezione di partner d’eccellenza, ma occorre soprattutto investire sulle nostre persone, sui nostri collaboratori: un patrimonio da valorizzare e non un peso di cui doversi liberare – ha sottolineato – Dobbiamo tornare ad assumere giovani e questo significa portare nuove idee in azienda, nuove competenze e nuove energie. Significa trasferire competenze tra generazioni, costruire un ponte tra l’oggi e domani. Significa crescere, avendo un interesse convergente con quello del Paese. Ma qualunque passo verso la crescita deve poter poggiare su di una base solida e questa non puo’ che essere una ritrovata armonia dei soci”.

Tim Brasil rappresenta per noi un asset primario”, che contribuisce per circa un terzo ai ricavi totali del gruppo e che “deve essere valorizzato, iniziando da una politica di investimenti in frequenze e in tecnologie di nuova generazione”, ha sottolineato nel discorso di apertura. Per quanto riguarda la rete, Patuano spiega che il gruppo, con il piano presentato lo scorso novembre, ha “archiviato lo scorporo della rete fissa: forniamo a tutti gli operatori le migliori garanzie in termini di parità di trattamento. “Ci siamo resi disponibili – ha spiegato – a rafforzare il modello dell’equivalence of output, che è già una riconosciuta best practice europea, con l’evoluzione verso l’equivalence of input. Riteniamo che così si possa superare la logica di competition by litigation, posta in essere da alcuni nostri concorrenti e dannosa per tutto il settore”.

“Abbiamo archiviato lo scorporo della rete fissa e forniamo a tutti gli operatori le migliori garanzie in termini di parità di trattamento – ha proseguito – Ci siamo resi disponibili a rafforzare il modello di ‘Equivalence of Output’ che è già riconosciuta best practice europea, con l’evoluzione verso l’Equivalence of Input. Riteniamo che così si possa superare la logica di ‘competition by litigation’, posta in essere da alcuni nostri concorrenti e dannosa per tutto il settore”.

Secondo l’Ad “il semestre europeo di presidenza del consiglio ci offre un’opportunità”. “La necessità e l’urgenza di ridefinire politiche regolamentari è al centro del dibattito – ha spiegato – a quello che alcuni hanno definito ‘populismo regolamentare’ si contrappone una visione che pone al centro l’innovazione e il recupero di competitività”. Secondo Patuano è essenziale che il quadro regolatorio, sia europeo, sia nazionale, evolva tenendo conto degli sforzi richiesti in termini di investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Agenda Digitale, consentendo una maggiore flessibilità operativa e una remunerazione degli investimenti in infrastrutture di rete adeguata al rischio sostenuto”.

Nel 2013 nel mercato della telefonia mobile “il principale protagonista è stato l’atteggiamento iper-competitivo degli operatori e “l’accelerazione impressa agli investimenti in tecnologie di nuova generazione è funzionale a interrompere la spirale negativa caratterizzata dall’esclusiva attenzione al prezzo – Le offerte commerciali di Telecom saranno le migliori offerte disponibili sul mercato in termini di rapporto qualità-prezzo ma non necessariamente quelle con le tariffe più basse. Questo è il terreno che lasciamo ad altri concorrenti che sulla qualità non sono in gradi di seguire”.

“I segnali” per Telecom sul mercato azionario “sono stati decisamente favorevoli, smentendo i timori legati ai presunti effetti del declassamento del rating. “Malgrado tali downgrades – ha detto – Telecom Italia ha confermato la sua piena capacita’ di accesso al mercato dei capitali, come dimostrato, tra l’altro, dal successo ottenuto dall’emissione obbligazionaria completata a gennaio e collocata a un costo ben inferiore a quello medio del debito”.

Dall’amministratore delegato arriva infine un appello ai soci perché si ricompattino e trovino armonia per il futuro del gruppo. “Questa assemblea – ha affermato Patuano – deve essere il luogo in cui gli azionisti ritrovino la volonta’ di ricompattarsi intorno a un progetto, che è il progetto di Telecom Italia”. Per traghettare la compagnia verso il futuro, “ogni singolo passo verso la crescita deve poter poggiare su una base solida”, ha detto al termine del suo lungo intervento, “e questa non può che essere che la ritrovata armonia tra i soci, condizione essenziale per dare concretezza al futuro di Telecom Italia”.

Successivamente rispondendo alle domande dei soci su Tim Brasil Patuano ha chiarito : “Non abbiamo offerte e non mi metto a stimolare offerte. Al momento il Brasile è parte integrante del gruppo” mentre riguardo all’Argentina ha spiegato: “stiamo andando avanti”, è un paese che “conosco bene e riserva molte sorprese”.

La cessione delle torri in Italia e Brasile “è finalizzata a effettuare investimenti”, ha poi puntualizzato, spiegando che il processo “è in fase di valutazione preliminare”. “Sembra che il processo di vendita delle torri lo fanno aziende che sono con l’acqua alla gola e le vendono per portare a casa il lunario ma le torri le hanno vendute At&T, Vodafone in Inghilterra, è un’operazione industriale che si chiama riallocazione del capitale investito – ha detto Patuano – Queste operazioni sono volte e finanziare gli investimenti, in Brasile in particolare per acquisire le frequenze, in Italia per investire in Lte e fibra”.

Focus anche sul rapporto con Cdp. ”Ci sono stati vari momenti di dialogo con la Cdp ma fino ad oggi non è scaturito granché perché partivamo dall’errata convinzione di separare la rete. Chiarito che la Rete non si separa…forse ci saranno altre modalita’ ma non le abbiamo ancora esplorate”.

Alla domanda su possibili merger nei mercati di riferimento, l’Ad ha risposto: “Non escludiamo aprioristicamente operazioni di rafforzamento sui mercati di riferimento che possano avvenire attraverso operazioni straordinarie, ma in questo momento non siamo impegnati in operazioni di questo genere”.

Ancora una volta Telecom Italia ha fatto il “tutto esaurito” all’auditorium di Rozzano: è stato depositato – record anche rispetto all’assise di dicembre (54%) – oltre il 56% del capitale. Anche in questo caso Telco, con il suo 22,5%, sa di aver garantiti i 4/5 dei posti in cda. I gestori dei fondi italiani che hanno presentato una lista con soli tre nomi, sono titolari dell’1,8% ma nelle attese dovrebbero coagulare ben di più andando a insidiare il primato di Telco e per Findim potrebbe riproporsi lo stesso film di tre anni fa quando rimase a bocca asciutta, senza nemmeno un rappresentante in consiglio nonostante il suo 5% (esattamente il 4,989%). Quest’anno Fossati ha presentato 5 nomi e per avere una chance di fare entrare in cda almeno il suo candidato alla presidenza, Vito Gamberale dovrebbe raccogliere consensi per ben più del 6% su cui ad oggi è sicuro di poter contare (5% di Findim e quasi l’1% di Asati).

Oltre a Recchi e Patuano, il cda ridotto a 13 componenti, dovrebbe dare spazio a Tarak Ben Ammar, Jean Paul Fitoussi, la parlamentare britannica e baronessa Denise Kingsmill, l’Ad di Terna Flavio Cattaneo, il presidente onorario di L’Oreal Italia Giorgina Gallo, l’Ad Cartasì Laura Cioli, l’ex manager Rcs Giorgio Valerio, e l’Ad di Zignago Holding Luca Marzotto.

I gestori di fondi (titolari di oltre l’1,8% del capitale) puntano su Lucia Calvosa, forte del suo profilo di accademico di diritto e corporate governance, affiancandole David Benello (ex McKinsey oltre che consigliere di Telekom Malaysia) e Francesca Cornelli (professore ordinario di finanza alla London Business School e direttore del Coller Institute di Private Equity).

La novità sarà comunque la nomina diretta in assemblea del presidente e il paradosso, se Gamberale non dovesse essere nominato in cda, è che il primo motore di questo cambiamento nella governance è stato proprio Fossati.

Oltre alla nomina del cda sono numerosi i punti all’ordine del giorno, che prevede – nella trattazione ordinaria – l’approvazione al bilancio chiuso al 31 dicembre 2013, la distribuzione del dividendo privilegiato alle azioni di risparmio attraverso l’utilizzo di riserve, la lettura della relazione sulla remunerazione, oltre alla discussione in merito al piano di stock option proposto e l’integrazione della remunerazione attribuita al Collegio dei sindaci. La parte straordinaria prevede invece la delega per un aumento di capitale a servizio del piano di stock option e la riduzione della riserva di rivalutazione.

L’assemblea di oggi, comunque vada, sarà uno spartiacque. Dopo anni passati a sciogliere i nodi del debito, a lavorare sulle tematiche di governance e sulla necessità di accelerare gli investimenti sulla fibra potrebbe essere ora il tempo di passare oltre.

Tra gli investitori istituzionali, solo BlackRock partecipa oggi all’assemblea di Telecom Italia con una quota rilevante. Presente anche la Consob tramite i suoi funzionari, con il compito di assistere allo svolgimento dei lavori assembleari e alle votazioni. Per l’ormai “vecchio” cda, oltre all’ad Marco Patuano e al presidente Aldo Minucci, sono presenti Lucia Calvosa, consigliere indipendente, candidata nella lista Assogestioni per il prossimo triennio, Jean Paul Fitoussi (ricandidato lista Telco) e Luigi Zingales, consigliere indipendente che ha deciso di farsi da parte e non ricandidarsi, venendo meno dopo nove anni i requisiti stessi di indipendenza (entrerà nel cda di Eni). Presente anche Dario Trevisan, rappresentante comune degli azionisti risparmio. Tornando ai fondi, secondo le azioni depositate, BlackRock, che a dicembre deteneva oltre il 7,789% di Telecom Italia, è presente in assemblea con una quota pari al 4,823%, in linea cioe’ a quanto comunicato alla Consob nel mese di marzo.

Nessun altro azionista risulta avere una partecipazione significativa, dopo che Norges Bank è scesa sotto il 2%. Tra i soci che negli ultimi mesi hanno fatto parte del capitale di Telecom, secondo alcune ricostruzioni, vi sono, oltre a Blackrock e al Governo della Norvegia, The Vanguard group – investitore molto attivo in Italia – con una quota vicino all’1%, Dodge & Cox, Fmr llc, Grantham Mayo van Otterlo, Majedie am e molti altri.

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