IL LISTINO 2013

Patuano: “Unbundling, regole non ci spremano come limoni”

L’Ad di Telecom commenta la posizione Ue sul listino 2013 di Agcom: “Orientamento da condividere, servono norme pro-investimenti”. La commissione ha chiesto all’Autorità di ritirare o modificare le tariffe

Pubblicato il 12 Dic 2013

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“Non spetta a me esprimermi sulle procedure europee: trovo che quello della Comunità europea sia un orientamento pro-investimenti che da noi non può che essere condiviso”. L’ad di Telecom Italia, Marco Patuano, commenta così la posizione assunta da Bruxelles in tema di tariffe dell’unbundling e che è stata ufficializzata oggi all’Agcom a cui, in sintesi, la Commissione chiede di rivedere la propria posizione. In sostanza Bruxelles chiede di rivedere il taglio operato dall’autorità italiana al prezzo del canone di accesso alla rete di rame di Telecom Italia pagato dagli altri operatori.

Secondo Patuano “è importante che avendo gli obiettivi dell’Agenda digitale le aziende sane che possono investire molto si muovano in un contesto regolatorio che sia appunto pro-investimenti”. Ciò detto, “a chi spetta l’ultima parola fra Commissione europea e Autorità per le comunicaizoni non spetta a noi dirlo, è un dibattito che non ci vede parte in causa. Noi prenderemo le regole che ci vengono attribuite”.

La Commissione europea, aveva sottolineato Patuano nella tavola rotonda seguita alla presentazione dello studio “Italia connessa”, “sta dicendo una cosa importante: dobbiamo avere una regolamentazione pro-investimenti e non che sprema come limoni chi vuole investire, ma lasci margine alle aziende perché investano”.

Secondo la commissione Ue ”il modo in cui i prezzi sono stati calcolati hanno il potenziale di danneggiare gli incentivi per gli investimenti nella banda larga sia per Telecom Italia che per gli altri operatori”.

In particolare, per la Commissione Ue ”l’aggiornamento selettivo di Agcom dei parametri del modello dei costi” usato ”porta a una riduzione ingiustificata regolata dei prezzi” per il 2013. Di conseguenza, concludono i servizi della Kroes, la scelta delle tariffe fissate dall’Autorità italiana ”non fornisce all’operatore un ritorno ragionevole sugli investimenti nella banda larga” e non dà nemmeno un ”segnale appropriato sui prezzi per investimenti in infrastrutture alternative”. In conclusione, finisce per essere ”verosimilmente dannoso per investimenti efficaci” nelle reti di nuova generazione ”per entrambi i tipi di operatori” tlc. E anche se gli attori del mercato sono poi stati sufficientemente informati da Agcom sui cambiamenti delle tariffe, Bruxelles ”mantiene le sue serie preoccupazioni sull’inappropriatezza” dei prezzi per il 2013.

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