MERGER IN EUROPA

Phillips (Gsma): “Consolidamento, insufficienti le misure Kroes”

Il chief regulatory officer dell’associazione: alle Tlc europee servono merger per far ripartire gli investimenti. L’Ue affronti il problema della duplicazione delle infrastrutture di rete

Pubblicato il 07 Mag 2014

Patrizia Licata

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I regolatori europei devono permettere ai gruppi telecom di uno stesso paese di fondersi per poter sostenere gli onerosi costi di rete: lo dice il chief regulatory officer della Gsma Tom Phillips in un’intervista riportata da Bloomberg concessa in vista delle prossime decisioni del regolatore europeo sulle operazioni di consolidamento in corso in Germania e in Irlanda.

Secondo Phillips, le iniziative del commissario europeo per la Digital Agenda Neelie Kroes per creare un mercato unico delle telecomunicazioni nell’Ue non affrontano il problema rappresentato dal fatto che il rollout delle infrastrutture consuma una porzione crescente delle entrate degli operatori.

“La necessità più pressante che abbiamo oggi in Europa è di eliminare le ridondanze negli investimenti in infrastrutture di rete”, afferma Phillips. “E’ un tema da affrontare subito se si vogliono far ripartire gli investimenti”.

Nelle prossime settimane la Commissione Ue dovrà decidere su due deal importanti per il mercato europeo delle telecomunicazioni: la fusione tra la unit tedesca di Telefonica ed E-Plus, l’operatore tedesco di Kpn, e l’acquisizione da parte di Hutchison Whampoa della filiale irlandese di Telefonica. La decisione del regolatore europeo è molto attesa perché indicherà quali possibilità ci sono per un maggiore consolidamento in Europa.

Secondo la Gsma, che rappresenta quasi 800 operatori telecom in 220 paesi, anche se le aziende telefoniche europee in media non hanno aumentato gli investimenti per abbonato tra il 2011 e il 2013, la spesa di capitale è salita al 18,8% delle revenue, dal 16,1%, nello stesso periodo, mentre le stesse revenue si sono contratte.

“Il nostro è un business che ha bisogno di economie di scala e beneficerebbe dalla fusione dei player più piccoli”, concorda Urs Schaeppi, Ceo della telco svizzera Swisscom. “Si tratta di operazioni che hanno senso se si pensa al mantenimento della competitività nel lungo periodo”.

I regolatori che decidono se dare l’ok ai merger dovrebbero evitare di guardare all’effetto immediato di un possibile aumento dei prezzi nel valutare se il deal va contro o a favore degli interessi dei consumatori, continua Phillips della Gsma. I “rimedi” che portano all’ingresso di un nuovo operatore di rete, per prendere il posto dell’operatore che viene assorbito dall’operazione di M&A, perpetua i problemi di “duplicazione delle infrastrutture”.

Finora però Joaquin Almunia, a capo dell’Antitrust Ue, è rimasto poco sensibile agli appelli delle telco di allentare le norme sui merger, convinto che i mercati nazionali sono “spesso molto concentrati con un numero limitato di operatori di rete”. Almunia ha sempre sostenuto che gli accordi di fusione tra telco non possono avvenire a spese dei consumatori, causando un aumento dei prezzi.

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