L'INTERVISTA

Pileri: “Italtel supererà la crisi. Sprint da software e servizi di ingegneria”

Il ceo spiega: “L’azienda soffre per le difficoltà in cui versano le Tlc in tutto il mondo”. Ma sottolinea: “Abbiamo fiducia nel futuro, più investimenti in innovazione per invertire il trend”. Strategico il ruolo di Cisco

Pubblicato il 19 Mar 2020

pileri

Il 2019 è stato un anno difficile per Italtel. Sull’azienda ha impattato, in particolar modo, la sofferenza delle Tlc che rappresentano il 70% dei ricavi. Lo scorso anno il fatturato si è attestato sui 375,9 milioni, con una flessione del 19% rispetto al 2018. L’Ebitda è stata di 15,5 milioni, in caduta rispetto ai 26 milioni dell’anno precedente.

“Il mercato delle Tlc è stato molto altalenante – spiega il ceo Stefano Pileri – Basti pensare che il nostro margine operativo lordo era cresciuto del 35% nel 2018. Poi ci sono stati i grandi investimenti per l’acquisto delle licenze 5G che hanno compresso altre aree dove noi siamo posizionati. Chiaramente di questi alti e bassi abbiamo sofferto molto”.

Pileri, cosa è successo in Italia nel 2019?

Italtel ha pagato soprattutto una riduzione del volume delle commesse Tim rispetto al 2018 e un rallentamento delle attività che svolgiamo per Open Fiber: se nel 2018 ci eravamo occupati principalmente di high level design su 6mila Comuni, nel 2019 ci siamo concentrati sulla progettazione esecutiva con tutte le complessità tecniche e amministrative che questa si porta dietro. Gli enti locali necessitano di una documentazione molto dettagliata per rilasciare permessi. Non a caso il Piano Nazionale Banda UltraLarga (Bul) sta affrontando tutta una serie di difficoltà di roll-out.

C’è un impatto anche dai mercati esteri?

In Europa le Tlc stanno segnando il passo tanto che anche un player importante per noi come Telefonica ha ridotto il valore delle commesse. C’è poi l’Argentina sulla quale va fatto un discorso ancora più articolato: lì l’instabilità politica e, di conseguenza, quella economica e monetaria hanno provocato uno scossone molto forte su tutti i settori produttivi, Tlc in primis.

Quali azioni state mettendo in campo per superare l’impasse?

La nostra visibilità per il 2020 è per una sostanziale tenuta che si basa sul contenimento dei costi e sul posizionamento sulle aree a maggiore crescita. Su questo secondo fronte intendiamo puntare sull’innovazione e diversificare ancora di più la nostra attività, rafforzando i servizi di ingegneria, che andranno ad affiancare la più tradizionale attività di integrazione su reti e applicazioni software. I driver innovativi sono il 5G, l’IoT, il cloud distribuito e la sicurezza delle reti. Sul 5G, nello specifico, Italtel ha un know how e sta facendo sviluppi in particolare nel software per core network che, abbinati con i nostri servizi di sicurezza delle reti, fanno di noi un soggetto pressoché unico nel panorama nazionale. Leadership riconosciuta anche dal governo: nel mio ultimo incontro avuto al Mise è stata evidenziata l’importanza del ruolo di Italtel nello sviluppo del Paese su queste tematiche chiave. Un riconoscimento che ci fa ben sperare per il futuro.

Per la ripresa c’è anche un fronte finanziario da presidiare, lì come vi state muovendo?

I nostri risultati 2019 hanno portato a una situazione patrimoniale negativa che ha reso necessario prendere misure adeguate. Per il 15 aprile è convocata una nuova assemblea degli azionisti per trovare la modalità per la ricapitalizzazione e per una uscita da questa situazione. La soluzione del tema patrimoniale tiene conto anche della rinegoziazione del nostro debito – abbiamo circa 160 milioni di indebitamento bancario e su questo è in corso da tempo un confronto con le nostre banche finanziatrici. Poi registriamo interessi anche da altri soggetti industriali che potrebbero intervenire a sostegno.

Qual è il ruolo di Exprivia, azionista di maggioranza, e di Cisco partner strategico?

Exprivia crede nella strategia di integrazione tra competenze nelle reti e nei servizi IT anche perché si integra con il suo business: il cloud distribuito e l’IoT si intrecciano con l’evoluzione delle reti, sono l’uno la spalla dell’altro. L’integrazione delle nostre attività può rappresentare un driver importante di innovazione non solo nel settore Tlc ma in molti altri settori verticali e anche per tutto il sistema Paese. Exprivia sta mettendo a punto un piano di interventi a sostegno. Certamente l’emergenza Coronavirus, dato l’impatto negativo sulle Borse, potrebbe rallentare tale piano, ma comunque noi andiamo avanti.

Con Cisco invece?

Cisco è nostro partner strategico. Sta lanciando molte innovazioni sul mercato tra le quali nuove architetture e software per il 5G core network che rende le reti ancora più performanti. Si tratta di una soluzione cruciale: in questo momento di emergenza, per rispondere alla fame di banda determinata dal picco di utilizzo di soluzioni di video streaming, smart working e scuola digitale, ma anche nel post- crisi, quando la ripresa sarà molto trainata dall’economia digitale.

Ha fatto riferimento all’emergenza Coronavirus. Quale impatto sul vostro business?

Lo stiamo valutando con attenzione e non ancora abbiamo una visione precisa. C’è da rilevare che questa emergenza sta dando una accelerazione all’uso di molte applicazioni digitali e della capacità delle reti del sistema Paese. Come ho già detto la Scuola digitale, le Università on line, lo Smart working, l’intrattenimento in streaming, il gaming in rete e la comunicazione che diventa sempre più video sono le principali applicazioni che sono spinte dal fatto che stiamo costantemente nelle nostre case. Altre applicazioni dovrebbero essere più utilizzate basti pensare alla telemedicina: utilizzare adesso sistemi innovativi nella relazione medico-paziente e nella rilevazione dei parametri vitali, significa inserirli, successivamente, in un modello organizzativo nuovo e più efficiente. Noi abbiamo sviluppato una piattaforma IoT.

Di che si tratta?

Il sistema rileva i dati come la temperatura corporea, la saturazione dell’ossigeno nel sangue e il battito cardiaco; il device, smartphone o tablet che sia, invia i dati al medico, che viene allertato se uno di questi parametri è alterato. A quel punto parte una videochiamata ad alta definizione per il consulto a distanza. Ci sono già alcuni ospedali che stanno finalizzando accordi per farne uso. L’appello, dunque, che faccio alle istituzioni e al settore sanitario è di cogliere subito l’opportunità offerta dalla telemedicina per contribuire a superare il prima possibile l’emergenza, adesso, e poi metterla a sistema una volta superata la crisi.

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