SERVIZIO PUBBLICO

Posta a giorni alterni, Italia contro le norme Ue?

Il Tar del Lazio chiede alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea di pronunciarsi sulla legittimità delle norme nazionali che consentono di non distribuire ogni giorno la corrispondenza nei Comuni èiù periferici. Venuti meno gli obblighe del servizio pubblico?

Pubblicato il 03 Mag 2016

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La battaglia contro la posta consegnata a giorni alterni si sposta in Lussemburgo. Sarà la Corte di giustizia dell’Unione europea a doversi pronunciare sul ricorso presentato al Tar del Lazio da 41 comuni piemontesi che contestano il piano di Poste Italiane che “taglia” i giorni di consegna della corrispondenza (tre volte in una settimana e due in quella successiva).

I giudici amministrativi hanno infatti deciso di trasmettere gli atti all’organismo europeo. Il Tar laziale il dimezzamento del servizio – autorizzato dall’Agcom, in applicazione della legge di stabilità – è ha ravvisato un possibile contrasto tra la legge italiana che consente di distribuire la corrispondenza a giorni alterni in alcune aree periferiche del Paese e le direttive europee che tutelano il servizio universale e prevedono la “consegna della posta garantita come minimo cinque giorni alla settimana”.

Difendendosi davanti al Tar, Poste ha ammesso che la riduzione del servizio non dipende da particolari difficoltà nel raggiungere le località interessate, bensì dalla scarsità di popolazione, che renderebbe eccessivamente costoso ll’impegno quotidiano di un postino. Dimezzare il servizio significa invece poter disporre di un unico portalettere, dipendente full-time, che servirà a giorni alterni due comuni vicini. Per il Tar del lazio, invece, la soluzione potrebbe comportare un venire meno agli obblighe del servizio universale garantito dalle leggi comunitaie. Di qui il coinvolgimento della Corte di Strasburgo.counqure

In attesa della sentenza, prevista per fine anno, Poste Italiane può comunque attivare la riduzione di servizio come di fatto sta già avvenendo, L’Anci ed i comuni interessati che avevano ricorso contro la decisione di Poste hanno infatti rinunciato alla richiesta di sospensiva in attesa della decisione di merito del Tar. Che ha ritenuto di adire alla Corte Ue ritenendo incongruente la legislazione italiana con le norme Ue.

“Poste prosegue con la trasformazione del modello di recapito, attuata a partire da ottobre 2015, con lo scopo di rendere il servizio postale allineato ai nuovi bisogni dei cittadini ed economicamente sostenibile nel tempo – spiega in un comunicato l’azienda guidata da Francesco Caio – Questa fase è accompagnata da uno stretto monitoraggio di tutte le attività, operando ove necessario adeguamenti e miglioramenti gestionali”.

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