IL CASO

Processo BT Italia: assolti l’azienda, Sciolla, top manager e funzionari

Si chiude dopo tre anni il primo grado riguardo alla vicenda delle irregolarità contabili dal 2012 al 2016. Pene fino a tre anni di reclusione per otto imputati per false comunicazioni sociali del bilancio 2016

Pubblicato il 25 Gen 2024

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Si chiude dopo tre anni il processo BT Italia sulle presunte irregolarità contabili dal 2012 al 2016. Il Tribunale di Milano ha assolto British Telecom Italia e 13 tra ex top manager del gruppo, ex vertici ed ex funzionari della unit italiana a partire dall’ex presidente del cda Corrado Sciolla nonché presidente di BT Europe and Global Telecom Market.  Tra gli assolti anche Richard Cameron, cfo fino al 2017.

I reati contestati

False comunicazioni sociali, emissione di fatture per operazioni inesistenti, frode nelle pubbliche forniture e falsità nelle relazioni o comunicazioni dei responsabili della revisione contabile, in relazioni ai bilanci della filiale italiana del gruppo britannico, i reati contestati dalle pm Silvia Bonardi e Monia Di Marco (quest’ultima passata alla procura di Teramo). I giudici Mancini-Ballesi-Lentini della seconda penale hanno ritenuto colpevoli – infliggendo pene da 1 a 3 anni di reclusione – otto imputati per il solo capo di imputazione di false comunicazioni sociali del bilancio 2016 e altrettanti per un episodio di frode in pubbliche forniture.

Secondo la ricostruzione, gli indagati, avrebbero ritoccato i bilanci tra il 2012 e il 2016 per circa 300 milioni con lo scopo di incidere sul margine operativo lordo. La pena più altre inflitte sono state i 3 anni all’ex direttore finanziario Luca Sebastiani e i 2 anni (pena sospesa) all’allora dirigente Walter Crosignani. I quali per alcuni capi di imputazione sono stati assolti e prescritti. Le motivazioni saranno depositate in 90 giorni.

La difesa di Sciolla

“Sono pienamente soddisfatto dell’esito di questo processo, che, dopo tanti anni, ha riconosciuto la piena innocenza del mio assistito. L’ingegner Corrado Sciolla è un amministratore preparato e onesto, che, all’epoca dei fatti, aveva addirittura guidato la società fuori dal caos creato dalla notizia di un presunto ‘buco’ di bilancio da centinaia di milioni di euro”, commenta l’avvocato Giuseppe Iannaccone, che con i colleghi Caterina Fatta e Annagiulia Zambelli, ha difeso Corrado Sciolla, all’epoca dei fatti presidente del cda di BT Italia. “Sono stati anni difficili durante i quali ho invitato l’ingegner Sciolla a credere nelle capacità tecnico-giuridiche del tribunale di Milano, un’eccellenza della magistratura italiana nell’accertamento dei reati di criminalità economica. Penso che anche alla procura vada riconosciuto il merito di aver istruito un complicato procedimento penale, che ha comunque permesso di far luce sui fatti che hanno interessato BT. In questo senso, mi auguro che il lavoro degli inquirenti continui ad essere caratterizzato da grande equilibrio e indirizzato a tutelare i mercati finanziari da quei comportamenti illeciti che possano compromettere anche l’immagine del nostro Paese all’estero”.

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