L'INTERVISTA

Prosperetti: “Benvenuto consolidamento”

Il docente di Economia Industriale alla Milano Bicocca: l’economia di scala è l’unica risposta per ridurre i costi, ma anche per dialogare con gli Ott. Il piano Kroes è un passo avanti, ma il tempo stringe per gli operatori. Tenere i prezzi di accesso bassi riduce la capacità del sistema Europa di investire nelle reti

Pubblicato il 01 Ott 2013

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«Buona cosa il consolidamento, nelle telco europee… Andrà avanti, aspettiamocelo. Sempre che regolatori, politici o concorrenti non mettano i bastoni tra le ruote». Luigi Prosperetti, professore ordinario di Economia Industriale all’Università di Milano Bicocca, osserva un mercato che da tempo non era così ricco di notizie.

Tante cose stanno succedendo nel settore Tlc, in queste settimane. Che cosa la colpisce?

Mi sembra che stia cominciando il consolidamento, finalmente. E mi colpisce che stia cominciando da Vodafone, che ora ha comprato un operatore di cavo in Germania (Kabel Deutschland, per 7,7 miliardi di euro). Vuol dire che le barriere tecnologiche non sono cadute solo tra fisso e mobile ma anche tra fisso e cavo. Operatori come Vodafone probabilmente cercheranno di avere un’offerta importante di contenuti. Stanno cadendo tutte la barriere, mentre prima il settore era a silos. Sta crollando un sistema di mercato che ha retto per decenni. E il fenomeno continuerà, prevedo altri consolidamenti.

Che succederà? Quali altri consolidamenti?

Guardi, è inevitabile. Ormai i margini della telefonia fissa sono bassi e quelli del mobile son cedenti, per via dell’aggressività dei regolatori europei. A questo c’è una sola risposta: l’economia di scala, per ridurre i costi. A livello europeo mi aspetto quindi consolidamenti finalmente cross-border, come già fatto da Swisscom con Fastweb. Quali saranno i prossimi consolidamenti non lo so. Ma certo una maggior scala serve anche per dialogare con gli over the top.

Gli over the top, appunto. Come evolverà il rapporto tra loro e gli operatori?

Andiamo verso un maggiore equilibrio nei rapporti. Quando sono stati definiti i principi alla base delle reti non si poteva prevedere la nascita di over the top che ne avrebbero sfruttato l’apertura per il proprio business. Ma ora basta: succederà una cosa inevitabile. In internet nasceranno diversi livelli di servizio, con priorità, tramite accordi tra operatori e over the top. Mi sembra un esito normale.

Non pensa che questo potrebbe penalizzare i nuovi entranti e quindi l’innovazione di internet, come ritengono i sostenitori della neutralità della rete?

È un rischio possibile, ma è ragionevole da correre, dopo tanta liberalizzazione. Ci sono soluzioni intermedie, gradualismi e salvaguardie per i nuovi entranti. Guardando agli operatori, adesso ammettiamolo: il principio della scala degli investimenti non ha funzionato. Adesso ci sono troppi operatori, in Europa. E molti di loro sono troppo indebitati.

Il piano di Neelie Kroes e della Commissione europea, con il pacchetto di regole per il mercato unico delle tlc, adottato a settembre, guarda appunto al consolidamento. Che ne pensa?

Kroes è partita malissimo, con il suo mandato, mettendo tutte le energie per ridurre le tariffe fissi e mobili. Il suo più grande errore è perdere un anno e mezzo cercando di definire le regole sulla rete di nuova generazione. Ma nessuna azienda investe in questo clima di incertezza. Rischia di spendere miliardi per una rete per poi scoprire che le regole la obbligano ad affittarla a basso prezzo. L’errore è stato trasferire la regolazione del rame a qualcosa che doveva essere ancora costruito. Conseguenza, in Europa gli investimenti nella nuova rete sono ancora ridicoli.

Ma adesso questo piano Kroes non va nella direzione che lei si auspicava?

È un passo avanti. Ma quando ci metterà l’Europa per attuarlo? Il tempo stringe per gli operatori europei. E perché bisogna avere un regolatore per ogni Paese? Sarebbe meglio un regolatore unico in Europa.

Che dovrebbe fare il regolatore, quindi?

Stabilire al più presto i prezzi di accesso dei concorrenti a fibra e principi che tutelino l’investimento. Penso sia assurdo continuare a usare modelli di regolazione basati sui costi. Dovrebbero basarsi sui ricavi per consentire una piena remunerazione degli investimenti. Se dobbiamo tenere i prezzi di accesso bassi affinché anche un nuovo piccolo e debole concorrente possa farci propri servizi, riduciamo la capacità del sistema Europa di investire nelle reti. Non è nell’interesse dei consumatori.

Una previsione: è ottimista o pessimista per la salute del mercato tlc?

Credo che il consolidamento creerà aziende più forti e meglio capaci di investire. Da questo punto di vista sono ottimista. Ma c’è sempre il rischio che arrivi qualche bastone tra le ruote.

Chi potrebbe metterlo?

I politici, i regolatori, come sappiamo. Ma anche gli operatori Tv. Questi sono in fase di declino, sul digitale terrestre, ma potenti politicamente. Faranno il possibile per rallentare lo sviluppo della banda larga che renderebbe obsoleta la loro tecnologia.

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