IL COMMENTO

Rapporto Caio, Csit: “Serve stimolo da Regioni”

Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici valuta positivamente i risultati dello studio. “L’impegno dei territori fondamentale per dare al Paese l’infrastruttura necessaria alla crescita economica”

Pubblicato il 31 Gen 2014

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E’ positivo il giudizio di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici sugli obiettivi del Rapporto Caio al 2020 sulla banda larga, presentato ieri dal Governo, che dettano le linee di indirizzo per gli investimenti necessari al nostro Sistema Paese. “Ed è condiviso il ruolo delle istituzioni di forte presidio e stimolo di politiche organiche a livello centrale ma è anche fondamentale, nell’ambito della programmazione Horizon 2020, l’impegno dei territori – si legge in una nota – ovvero delle Regioni per dare al Paese una infrastruttura necessaria alla crescita competitiva del tessuto imprenditoriale italiano, soprattutto delle pmi”.

“L’obiettivo di arrivare entro tre anni ad avere nel 50% del Paese i 30 Mbps di connessione – afferma Ennio Lucarelli, presidente Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici – è da considerare il livello minimo ma ci pone in posizione di rincalzo a livello europeo. Ricordiamo che attualmente sulla connessione broadband l’Italia veleggia oltre la ventesima posizione in Europa, su 28 nazioni e sempre ben al di sotto della media europea – prosegue Lucarelli – e sono troppe le aree industriali che soffrono per carenza di collegamenti alla rete costringendo le imprese insediate ad una grande disparità di condizioni con le altre imprese europee. Un percorso quello indicato dal Rapporto Caio fondamentale anche per il raggiungimento degli obiettivi dell’Industrial Compact in sinergia con altri settori strategici quale Turismo, beni culturali e Industrie Creative per la valorizzazione del Patrimonio archeologico, artistico, storico e culturale”.

E’ forte infatti, l’esigenza del tessuto imprenditoriale di poter avere la giusta dotazione infrastrutturale, al pari dei concorrenti europei e internazionali, per fare al meglio impresa innovativa, competitiva e nuovi servizi, mentre oggi ancora ampie zone e territori sono ai margini con ricadute pesanti soprattutto per le pmi che operano in condizioni di digital divide, fortemente penalizzate e impossibilitate a sfruttare efficienza delle nuove tecnologie e reti virtuali per crescere e agganciare processi di crescita trasversali nei territori.

“Un ruolo importante in questo momento è proprio in capo alle regioni – afferma Gianni Potti, presidente del Comitato nazionale di Coordinamento Territoriale di Csit – che a nostro avviso debbono attivarsi per operare in stretto raccordo con il Governo per promuovere un utilizzo dei Fondi Strutturali europei al fine di assicurare a tutta la popolazione l’accesso alla rete almeno a 30 Mbps entro il 2020. E -dall’altra parte è necessario intervenire con urgenza sul ritardo della domanda per i servizi a banda larga in Italia, considerando i programmi di alfabetizzazione digitale dell’Agenda Digitale Italiana. I territori aderenti a Confindustria Servizi Innovativi si faranno promotori di iniziative nelle diverse Regioni per spingere i governi locali al pieno utilizzo dei fondi Ue, specie a copertura delle zone in digital divide”.

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