La rete unica è una soluzione pienamente giustificata nel contesto italiano: il nostro Paese rimane indietro nell’infrastrutturazione in fibra nelle aree bianche e grigie e la duplicazione della rete wholesale, con i due attori FiberCop e Open Fiber in campo, rallenta il roll-out e ritarda il raggiungimento degli obiettivi del Decennio digitale europeo e del Piano Italia a 1 Giga. Ma non è una fusione senza complessità: giuridiche, tecniche e regolatorie. La rete unica wholesale – di fatto un monopolio – esige una forte governance per evitare impatti sugli operatori retail e, quindi, sul mercato degli utenti finali, con l’effetto fortemente indesiderato di far salire i prezzi, colpire le telco e ritardare ulteriormente l’adozione. Il regolatore deve accendere un faro e, se necessario, intervenire modificando le regole attuali di mercato per creare le giuste tutele.
l’intervista
Rete unica, da Empoli: “Sì a fusione FiberCop-OpenFiber. Ma serve un faro del regolatore”
Il presidente di I-Com: “La concorrenza duplice ha rallentato il progresso della digitalizzazione e la fusione è una scelta opportuna, purché si preservi la concorrenza di mercato tra operatori retail e si eviti l’impennata dei prezzi”. E sul nodo takeup: “Le telco devono valorizzare la loro offerta di qualità”
giornalista

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