Prosegue l’iter, seppur a rilento e non senza ostacoli, della ricetta elettronica, quella che manderà in pensione la vecchia versione cartacea. Attualmente sono soltanto cinque le regioni a regime; da nord a sud Italia si tratta di Valle d’Aosta (che ha fatto da apripista e dove l’esiguo numero di farmacie e medici ha reso più agevole il cambiamento), Trentino, Veneto, Basilicata e Sicilia, con l’obiettivo di emettere l’80% delle ricette mediche dematerializzate entro il 2014 come previsto dall’agenda digitale del governo Monti. “Al pari di tutte le innovazioni complesse, l’avanzamento della ricetta dematerializzata necessita di un massiccio rodaggio. Questo compito è toccato alle nostre farmacie che hanno collaudato il sistema, portato alla luce i bachi e proposto migliorie e ritocchi”, spiega il presidente di Federfarma Sicilia, Francesco Mangano. Sul ricorso nell’isola alla ricetta dematerializzata si è espressa anche l’assessore regionale alla sanità Lucia Borsellino. “In Sicilia il 97% dei medici prescrive già in modalità dematerializzata (l’agenda digitale prevede 90% per il 2015). Sono oltre 32 milioni le ricette emesse nei primi nove mesi del 2014. Da noi la ricetta elettronica è una realtà”.
Sull’indispensabilità di “fare sistema” tra tutte le regioni ha parlato invece Flavia Franconi, assessore alle politiche per la persona della regione Basilicata: “Se non facciamo sistema considerando i fattori sociali non avremo mai un sistema integrato e sostenibile di cui invece, attualmente, necessitiamo”.
Risalendo lo stivale e tornando ai numeri, in Trentino i cittadini andati in farmacia senza ricetta cartacea sono 243.417, pari al 73% degli assistiti che nel 2014 hanno avuto prescrizioni di farmaci. In Veneto Claudio Dario, presidente di Arsenàl.it e direttore generale dell’azienda ospedaliera di Padova fa il punto sulla situazione nella sua regione: “Al 30 settembre le ricette dematerializzate sono state 2.911.000, prescritte dal 97,6% di medici di medicina generale e da pediatri di libera scelta. Di queste ricette, il 78% è stato preso in carico dalle farmacie, che nel 97,5% dei casi hanno completato l’erogazione digitalmente”.
A parte queste cinque regioni “a regime”, le altre o sono in fase di sperimentazione (Liguria, Piemonte, Toscana, Marche, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia Romagna, Molise, Campania) o sono ancora in una fase di studio e preparazione per realizzare l’obiettivo (Abruzzo, Calabria, Sardegna, Umbria, Puglia, Alto Adige). Occorre ricordare, però, che le diverse scelte regionali hanno avuto un peso specifico sull’attuale livello di implementazione del progetto. La prima divisione riguarda la scelta tecnologica effettuata da ciascuna regione: alcune hanno optato per il sistema di accoglienza centrale (Sac), voluto dalla Ragioneria generale dello stato e realizzato da Sogei, altre hanno invece scelto il sistema autonomo regionale (Sar).
Sulla base delle esperienze acquisite sul territorio, sono le regioni che utilizzano il Sac ad aver ottenuto i migliori risultati. Nel frattempo anche nel Lazio ha preso il via la sperimentazione della ricetta dematerializzata per la prescrizione dei farmaci. La decisione rientra nell’accordo siglato tra la regione e i sindacati dei medici di medicina generale sulla riorganizzazione dell’assistenza territoriale e definito dal governatore Nicola Zingaretti “una delle innovazioni più importanti della sanità del Lazio del dopoguerra”. Dunque la ricetta rosa, ovvero la ricetta tradizionale contenente le indicazioni di visite, esami o farmaci (sono 90 milioni all’anno nel Lazio) verrà superata, gradualmente, dalla ricetta online, dematerializzata. La fase sperimentale durerà 30 giorni, a partire dal primo novembre, nelle Asl di Viterbo e nell’Asl Roma D, limitatamente al territorio del comune di Fiumicino. Il medico rilascerà al paziente solo un promemoria con i dati e il codice fiscale che ha inserito nel sistema nazionale. La farmacia verificherà e dunque confermerà rilasciando i medicinali prescritti.