SCENARIO

Richard Bennett: “La fine della net neutrality? Un falso problema”

Parla il co-inventore del protocollo wi-fi, international policy consultant, fondatore dell’High Tech Forum: “L’argomento secondo cui la neutralità della rete favorisce una concorrenza a Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft non regge, è vero il contrario: li protegge dalla concorrenza”. Oggi dobbiamo guardare a quello che verrà garantito con il 5G. “Che consentirà ai consumatori di scegliere tra più Isp che possiedono le reti e sono liberi di migliorarle. Ciò significa che avranno la stessa scelta delle nazioni europee senza essere costretti in tecnologie primitive come il DSL”

Pubblicato il 20 Dic 2017

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“Se non ci sarà un altro Google o una nuova Facebook la colpa non sarà dalla regolamentazione. La nascita di quelle aziende sono il frutto di un momento storico irripetibile, non certo della neutralità della rete. Che invece protegge i Gafam (Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft) dalla  concorrenza”. Lo dice Richard Benett, ingegnere della rete, fondatore dell’High Tech Forum, co-inventore del protocollo wi-fi. Ecco cosa dice a Corcom.

I mass media sono concordi nella critica alla nuova regolamentazione introdotta dalla Fedeal Comunications Commission che abroga la net neutrality. Lei concorda?

“La fine di Internet” ormai è solo uno slogan. E anche uno slogan che ha perso forza molto tempo fa. Il membro del Congresso Ed Markey del Massachusetts si è sempre lamentato della “fine di Internet” quando non otteneva ciò che voleva, e questo fin dal 2005. A questo punto, tra i politici viene visto come quello che grida al lupo. La mossa di Ajit Pai, il presidente della Fcc nominato con l’amministrazione Trump, punta a favorire più il mercato che la regolamentazione. Il suo approccio è coerente con la legge statunitense che non ha mai chiesto alla FCC di regolamentare Internet. Pai in qualche modo riconosce che il business di accesso a Internet non è diverso dagli altri business regolati dalla Federal Trade Commission (FTC). I grandi monopoli su Internet conosciuti come GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft) sono già regolati dalla FTC: quindi è coerente che l’agenzia gestisca anche i fornitori di servizi Internet.

I critici parlano di rischio per gli innovatori: la prossima Google avrà difficoltà con le nuove regole?

Se non ci sarà un altro Google, o un altro Facebook, o Amazon, non dipenderà certo dalla regolamentazione. Quelle aziende sono il frutto di un momento storico irripetibile. La neutralità della rete protegge GAFAM dalla concorrenza. Queste aziende hanno costruito enormi network in tutto il mondo che consentono loro di comunicare direttamente con i consumatori. La neutralità della rete garantisce che i fornitori di servizi Internet non possano consentire alle piccole imprese di avere tali vantaggi. L’argomento secondo cui la neutralità della rete favorisce una concorrenza al GAFAM non può essere preso sul serio.

Siamo alla vigilia del 5G: i prossimi innovatori avranno davvero a che fare con la morte della neutralità della rete, o lo scenario cambierà così tanto che queste regole non valgono più?

Il 5G consentirà ai consumatori di scegliere tra 5 o più fornitori di servizi di rete che possiedono le loro reti e sono liberi di migliorarle. Ciò significa che avranno la stessa scelta delle nazioni europee senza essere costretti dentro tecnologie primitive come la DSL. In un mercato pienamente competitivo, non vi è alcuna giustificazione per una regolamentazione rigida. Il mercato garantirà un buon comportamento e rapidi progressi.

Conseguenze per gli utenti: ce ne saranno? E se sì, quali? (scelta ridotta, rallentamenti verso alcuni siti? specialmente per gli utenti in alcune aree meno coperte?)

I consumatori non subiranno ricadute negative. E questo perché la cosiddetta morte della neutralità della rete non è un principio influente, in qust’ambito. Quello che conta è progresso e investimento, ed entrambi sono aiutati dalla libertà di offrire una vasta gamma di servizi.

Le limitazioni non potrebbero venire, invece, dal fatto che gli operatori di Tlc sono sempre più integrati verticalmente e non puri operatori di rete?

Mentre le società di networking sono sempre più integrate, le linee di business continueranno a funzionare come se le aziende non fossero integrate. Comcast vuole che tutti vedano il suo contenuto e AT & T vuole ancora che tutti usino la sua rete. Dal momento che offriranno piano low cost in promozione, i consumatori beneficeranno di prezzi più bassi. Le Big Five della rete sono ancora molto più piccole di GAFAM in termini di valore azionario e numero di clienti e utenti.

Nella guerra statunitense Tlc-Ott la mossa di Trump segna un punto di rottura, non le pare?

Le aziende Usa continuano a dominare l’e-commerce (al di fuori della Cina) come pure il settore dell’entertainment: la politica di Obama che puntava a favorire gli Over the top non ha smosso molto. La sfida per gli Stati Uniti ora è vincere la corsa per il 5G e il miglioramento delle reti nelle aree rurali. L’America vuole essere prima in queste due aree, specialmente quelle che hanno votato per Trump.

In Europa avrebbe senso, o sarà necessario, cambiare le nostre regole di governance di Internet?

L’Ue deve analizzare i motivi alla base della sua incapacità di costruire società Internet ammirate e utilizzate in tutto il mondo. Ad esempio:
* Restrizioni al commercio su Internet;
* Eccessiva dipendenza da standard che hanno solo appeal temporaneo (come il 2G GSM);
* Obbligo di unbundling che sacrifica il progresso a politiche di prezzi bassi;
* Paura della scienza e della tecnologia (non parlo solo di computer, ma anche di ingegneria genetica e semplici diserbanti)
Le politiche tendono a strumentalizzare la paura dei consumatori, ma a lungo termine hanno effetti negativi. L’America eccelle nella tecnologia perché siamo liberi di correre rischi. L’Europa è più cauta, preferisce adottare nuove tecnologie dopo che i pionieri ne hanno dimostrato la sicurezza. Questo significa che l’Europa non potrà mai essere leader. Significa anche che i migliori inventori europei si trasferiscono negli Stati Uniti.
Per questo dico grazie per Marconi, Fermi, Faggin e Capasso.

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