La Federal Communications Commission (Fcc) ha annunciato l’apertura di una consultazione sull’utilizzo di nuove bande di spettro per i servizi satellitari. Una decisione accolta con favore da operatori come SpaceX, ma che mette sotto pressione i tradizionali player mobili come Dish Network, accusati di non sfruttare adeguatamente le frequenze assegnate.
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Più spettro per i satelliti: le nuove bande nel mirino
Lo spettro radio è tornato ad essere terreno di scontro nell’industria delle telecomunicazioni, e questa volta il satellite sembra avere la meglio. La Fcc ha aperto una consultazione pubblica sull’uso delle seguenti bande per i servizi satellitari:
- 12,7-13,25 GHz
- 42,0-42,5 GHz
- 51,4-52,4 GHz
- W-band: suddivisa in quattro intervalli tra 92 e 114,25 GHz
Secondo l’autorità statunitense, si tratta di bande sottoutilizzate ma situate in “quartieri dello spettro” ideali per la connettività satellitare a banda larga. E ha sottolineato come:
“Per anni, regolamenti obsoleti hanno limitato l’uso satellitare della banda 12,7 GHz. La banda 42 GHz è una delle poche ancora vergini. La 52 GHz non ha utenti commerciali con licenza. La W-band offre potenzialità gigabit su ampie porzioni di spettro finora ritenute inaccessibili per limiti fisici.”
La risposta dell’industria: SpaceX all’attacco di Dish
A beneficiare di questa scelta sarà soprattutto il settore satellitare in forte espansione. Tra i più attivi sostenitori dell’allocazione di nuovo spettro a favore dello spazio c’è SpaceX, che da anni spinge per l’ampliamento delle risorse a disposizione del suo servizio Starlink.
In una lettera inviata alla Fcc lo scorso aprile, SpaceX ha lanciato accuse dirette contro Dish Network, colpevole, secondo l’azienda di Elon Musk, di non utilizzare efficacemente la banda Aws-4:
“Nonostante anni di promesse non mantenute, i nuovi dati confermano ciò che molti già sospettavano: Dish Network utilizza appena il 5% dello spettro Aws-4 per offrire 5G o altri servizi agli americani,” ha scritto SpaceX.
La società ha inoltre evidenziato come Dish abbia già svalutato i satelliti originariamente giustificativi della licenza, e ha chiesto alla Fcc di riassegnare quelle frequenze a operatori satellitari in grado di “mettere realmente a frutto lo spettro per servire i cittadini”.
La risposta di EchoStar: difesa (parziale) e investimenti 5G
La reazione da parte di EchoStar, azienda madre di Dish, non si è fatta attendere. In una nota ufficiale, il presidente Charlie Ergen ha ricordato la storica collaborazione con la Fcc e rivendicato gli investimenti nel 5G:
“Abbiamo costruito la più grande rete 5G Open Ran al mondo, con 24.000 siti e copertura per oltre 268 milioni di persone. Abbiamo rispettato tutti gli impegni con la Fcc e continueremo a investire.”
Tuttavia, nella stessa comunicazione, EchoStar ha ammesso di non poter prevedere l’esito della revisione della Fcc, lasciando aperto lo scenario di una possibile revoca o riassegnazione delle frequenze inutilizzate.
Impatto sul mercato delle telecomunicazioni satellitari
Questa decisione segna un potenziale punto di svolta per il settore delle telecomunicazioni via satellite, oggi al centro di una profonda trasformazione. Secondo Mordor Intelligence, il mercato globale delle comunicazioni satellitari è stato valutato a 200,3 miliardi di dollari nel 2025 e si prevede che raggiungerà i 318,9 miliardi di dollari entro il 2030, con un tasso di crescita annuale composto (Cagr) del 9,76% durante il periodo di previsione .
La possibilità di accedere a nuove porzioni di spettro, in particolare quelle ad alta frequenza (mmWave), permette agli operatori satellitari di offrire banda larga a bassa latenza e gigabit di capacità, rendendo il satellite competitivo persino con le reti terrestri in alcuni scenari. Secondo la Gsma, le bande millimetriche sono strategiche anche per la convergenza tra satellite e 5G, una direzione già intrapresa da SpaceX e Amazon.
Uno scenario che favorisce l’integrazione satellite-terrestre
L’apertura della Fcc non dovrebbe generare forte resistenza tra gli operatori mobili, anche perché:
- Il nuovo bando C-band in preparazione assicurerà nuove risorse per il 5G terrestre
- Una nuova asta Aws-3 è prevista nel prossimo anno
- Molti operatori mobili stanno entrando direttamente nel business satellitare (es. AT&T con OneWeb, T-Mobile con Starlink)
Il vento a Washington sembra soffiare a favore dello spazio. La collaborazione tra reti terrestri e satellitari potrebbe diventare la chiave per una copertura globale davvero ubiqua. Ma perché ciò avvenga, sarà essenziale che i player attuali mettano realmente a frutto le risorse che possiedono, evitando che lo spettro diventi un bene accaparrato e inutilizzato.
Uno scenario (per ora) americano, ma l’Europa osserva con attenzione
Sebbene lo scontro tra SpaceX e Dish Network sia, per ora, circoscritto agli Stati Uniti, non si può escludere che dinamiche simili possano emergere anche in Europa. L’arrivo e la rapida espansione di Starlink nel Vecchio Continente – già operativo in diversi paesi e destinato a coprire l’intera area Ue – pone interrogativi crescenti sulla gestione dello spettro radio a livello europeo.
In particolare, l’allocazione delle frequenze millimetriche per i servizi satellitari e terrestri è al centro di un delicato equilibrio tra esigenze di connettività capillare, diritti d’uso già assegnati e strategie industriali nazionali. La Commissione Europea, tramite organismi come l’Rspg (Radio Spectrum Policy Group), ha avviato dibattiti sul futuro dell’integrazione satellite-5G, ma non ha ancora affrontato in modo sistematico il rischio di accaparramento o sotto-utilizzo dello spettro da parte di operatori mobili o radiotelevisivi, un tema oggi esplosivo negli Usa.
In prospettiva, con la crescita della domanda di internet satellitare ad alta capacità e l’arrivo di altri attori globali come Amazon Kuiper o Eutelsat-OneWeb, sarà sempre più difficile per i regolatori europei evitare di affrontare questioni simili. Il modello americano – pur controverso – potrebbe diventare un precedente su cui costruire anche nel contesto Ue una politica più dinamica, trasparente e competitiva nella gestione dello spettro, a tutela dell’innovazione e dell’interesse pubblico.