IL PROVVEDIMENTO

Sblocca Italia, ecco tutti gli interventi su banda larga e digitale

Credito di imposta del 30%, creazione del catasto delle reti e sportello unico degli operatori i punti salienti del decreto. Più wi-fi nelle PA per accelerare sul progetto di identità digitale. Ma il testo dovrà passare al vaglio del Mef per controllare le coperture e potrà subire variazioni

Pubblicato il 02 Set 2014

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Meno tasse sulla banda larga, catasto delle reti e sportello unico degli operatori. Sono questi gli interventi previsti nel decreto Sblocca Italia, licenziato dall’ultimo Cdm. Il provvedimento, nel dettaglio, prevede un credito d’imposta a valere sull’Ires e sull’Irap complessivamente dovute dall’impresa che realizza l’intervento infrastrutturale, in misura del 30% del costo dell’investimento. La misura riguarda i nuovi interventi infrastrutturali, compresi in piani industriali approvati in data successiva al 30 giugno 2014, realizzati sulla rete fissa e mobile, su impianti wireless e via satellite, inclusi gli interventi infrastrutturali di backhaul, relativi all’accesso primario e secondario attraverso cui viene fornito il servizio a banda ultralarga all’utente. A patti che questi soddisfino gli obiettivi dell’Agenda digitale.

Ma il testo potrebbe subire delle modifiche dopo essere passato al vaglio del Mef che dovrà controllare le coperture. Il discorso vale anche per gli altri interventi previsti.

Inoltre si punta a fare ordine nel caos reti. L’articolo 6 stabilisce che il Ministero dello sviluppo economico, entro e non oltre novanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, stabilisce le regole tecniche per la definizione del contenuto del Sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture – il catasto delle reti – nonché le modalità di prima costituzione, di raccolta, di inserimento e consultazione dei dati, nonché le regole per il successivo aggiornamento, lo scambio e la pubblicità dei dati territoriali detenuti dalle singole amministrazioni competenti e dagli altri soggetti pubblici o privati titolari o gestori di infrastrutture.

E la banda larga diventa opera di urbanizzazione primaria a tutti gli effetti. “Le infrastrutture di reti pubbliche di comunicazione e le opere di infrastrutturazione per la realizzazione delle reti di comunicazione elettronica ad alta velocità in fibra ottica in grado di fornire servizi di accesso a banda ultra larga effettuate anche all’interno degli edifici sono assimilate ad ogni effetto alle opere di urbanizzazione primaria”, si legge nell’articolo 7.

Da segnalare anche la creazione di uno sportello unico per i permessi agli operatori che fanno interventi per la banda ultra larga. Sarà possibile inviare comunicazione al ministero dello Sviluppo economico, che poi dovrà provvedere entro tre giorni a inoltrarla alle amministrazioni locali competenti. Rientra in un piano di semplificazioni burocratiche progressive, a cui il ministero sta lavorando da anni (dal Governo Monti), per la banda larga. E’ certo un vantaggio per gli operatori poter passare da uno sportello unico ministeriale invece di dover individuare di volta in volta il soggetto a cui comunicare l’inizio lavori. E’ anche un modo per avere una maggiore certezza dei tempi per i permessi, visto che ci penserà il ministero a tenerne traccia.

In vista della partenza del progetto Spid (sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale di cittadini e imprese) inoltre viene semplificato l’accesso al wi-fi da parte delle PA.

Altro punto importante che va ad impattare anche sulle risorse destinate all’innovazione riguarda i fondi Ue – a fine settembre è previsto l’ok all’accordo di partenariato Italia-Unione europea. Il decreto stabilisce il potere sostitutivo del Presidente del Consiglio in materia di Fondi Europei sul tempestivo utilizzo, insieme a poteri ispettivi e di monitoraggio per accertare il rispetto della tempistica programmata, anche avvalendosi delle amministrazioni statali e regionali dotate di specifica competenza tecnica.

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