Sfr: Bouygues in pressing, Altice vicina al rilancio

Bouygues fa sapere a Vivendi che entrambe le sue offerte sono ancora valide, sia quella del 12 marzo che quella del 20: Vivendi può scegliere la più conveniente sia in termini di cash che di partecipazione azionaria nella nuova entità

Pubblicato il 02 Apr 2014

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Prosegue il pressing di Bouygues su Vivendi per aggiudicarsi l’operatore telecom Sfr, nonostante si stiano ancora svolgendo le trattative esclusive con Altice. Bouygues ha però fatto sapere a Vivendi che entrambe le sue offerte restano valide e che il gruppo potrà scegliere indifferentemente tra le due proposte, quella presentata il 12 marzo, che comprende 11,3 miliardi di euro cash, e quella avanzata il 20 marzo, che alza la posta a oltre 13 miliardi.

Bouygues ha spiegato di voler dare a Vivendi la libertà di scegliere la proposta che trova più soddisfacente, sperando così di convincerla a chiudere con un nulla di fatto i negoziati con Altice e ad aprire le trattative con il gruppo che controlla Bouygues Telecom.

L’offerta del 12 marzo rappresenta già un miglioramento rispetto a un’offerta precedente e propone, oltre agli 11,3 miliardi cash, anche una quota del 43% per Vivendi nella nuova società telco. L’offerta di Altice prevede invece 11,75 miliardi cash e una quota del 32%.

Il 14 marzo Vivendi è entrata in trattative esclusive con Altice, che controlla l’operatore del cavo Numericable. Senza darsi per vinta, Bouygues ha presentato il 20 marzo una nuova offerta da 13,15 miliardi cash e una quota per Vivendi del 21,5% nella nuova entità. Entrambe le proposte restano valide fino al 25 aprile.

Mantenere la validità delle due offerte è un altro gesto con cui Martin Bouygues, Ceo e erede del fondatore del gruppo francese, va incontro alle esigenze di Vivendi e mette in campo ogni mezzo per accaparrarsi Sfr. Tanto che gli analisti pensano a questo punto che prima di venerdì, quando si chiuderanno i negoziati in esclusiva, Altice ribatterà migliorando a sua volta la sua offerta: il miliardario patron del gruppo, Patrick Drahi, starebbe valutando se alzare la parte cash e abbassare la quota di partecipazione nella nuova società, secondo fonti sentite da Reuters, per contrastare l’offensiva di Bouygues.

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