Sfr, partita ancora tutta da giocare

Secondo gli analisti di Kepler Cheuvreux la proposta di Numericable sarebbe più vantaggiosa per Vivendi perché le consentirebbe di posizionarsi più strategicamente sul mercato. Ma Bouygues è pronta al rilancio: sul piatto 11,3 miliardi cash

Pubblicato il 12 Mar 2014

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Continua ad essere in forte fermento in Francia il mercato delle Tlc, da quando Vivendi ha aperto le porte alla vendita del suo operatore Sfr. Dopo l’ingresso nella gara di Bouygues Telecom, e il suo accordo con Iliad per cedere la sua rete mobile e alcune frequenze in modo da evitare problemi con l’antitrust, la battaglia sembra più complicata per l’altro pretendente, l’operatore del cavo Numericable, ma niente affatto persa, come fa notare Kepler Cheuvreux.

L’acquisizione da parte di Numericable potrebbe infatti garantire a Sfr una posizione più strategica sul mercato. Secondo la società di brokeraggio, non è ancora il momento del consolidamento nel settore mobile europeo: “Il consolidamento nel settore mobile arriverà”, dice Kepler, “ma per ora Vivendi farebbe meglio ad accettare l’offerta dell’operatore via cavo”. Forse anche gli investitori cominciano a pensarla così: Numericable oggi scambia a +4,61%, mentre Bouygues e Vivendi trattano in calo rispettivamente dell’1,10% e dello 0,15%.

Il cda di Vivendi si riunirà venerdì per scegliere tra le due offerte concorrenti. Entrambe, notano gli osservatori di mercato, lasciano a Vivendi un’importante partecipazione di minoranza nella nuova entità che si formerà, e quindi una certa esposizione nel settore telecom francese da cui invece la conglomerata era intenzionata a uscire per liberarsi dalla feroce guerra dei prezzi innescatasi dal 2012 erodendo i profitti.

E Vivendi è ancora determinata a uscire dal settore telecom velocemente, fanno sapere fonti vicine al gruppo francese: l’utile operativo di Sfr si è dimezzato dai livelli del 2011 (1,07 miliardi di euro) a oggi, a causa della feroce concorrenza e Vivendi ha inserito in bilancio a febbraio una svalutazione di 2,4 miliardi di euro legata a Sfr.

La scelta tra Numericable e Bouygues non è dunque facile, ma la rapidità con cui Vivendi sarebbe in grado di uscire dal business delle telecomunicazioni potrebbe fare la differenza. A favore di Numericable c’è il fatto che Vivendi uscirebbe in modo più rapido e meno rischioso dalle attività telecom perché le azioni di Numericable sono già quotate. Una volta ottenuta l’approvazione dell’antitrust, Vivendi potrebbe cominciare a ridurre la sua quota. Se invece Vivendi accetterà la proposta di Bouygues, non potrà ridurre la sua partecipazione prima di metà 2015, ovvero dopo la quotazione in Borsa della nuova società telecom. In questo scenario, Bouygues Telecom verrebbe separata dal gruppo Bouygues, fusa con Sfr e poi quotata. Il rischio deriva non solo dal fatto che le condizioni del mercato azionario sono imprevedibili ma anche dal fatto che i risultati di Sfr-Bouygues potrebbero peggiorare nel frattempo, svalutando la quota in mano a Vivendi.

Gli analisti fanno notare anche come l’accordo stretto da Bouygues con Iliad per cedere a quest’ultima 15.000 antenne mobili e spettro anche nel 4G per evitare obiezioni dall’antitrust, nel caso di una fusione tra Bouygues e Sfr, potrebbe rivoltarsi contro la telco creando una “super Free Mobile” che toglierebbe solidità e profitti alla nuova Sfr-Bouygues. Che comunque non piacerebbe al regolatore, perché avrebbe uno share di mercato del 42%: la revisione dell’antitrust potrebbe durare quasi un anno.

Vivendi ha dato alle due pretendenti fino a stasera per apportare eventuali modifiche alle loro offerte. Ma proprio per il fatto che l’ago della bilancia sembra poter pendere verso Numericable, Bouygues si è decisa ad alzare la posta: Il consiglio di amministrazione della telco si è riunito mercoledì pomeriggio per approvare l’aumento dell’offerta nel tentativo di battere definitivamente la concorrenza di Altice, holding proprietaria dell’operatore via cavo Numericable.

Nel dettaglio Bouygues ha aumentato di 800 milioni di euro l’offerta in contanti presentata la scorsa settimana a Vivendi per fondere Bouygues Telecom con Sfr, portandola da 10,5 miliardi a 11,3 miliardi, mentre la componente in azioni del gruppo frutto della fusione è stata ridotta dal 46% al 43%. Da parte sua Bouygues avrà non piu’ il 49%, bensì il 52% della nuova realtà del settore della telefonia mobile, destinato peraltro ad essere quotato “il più presto possibile” in Borsa per consentire a Vivendi di monetizzare velocemente la sua partecipazione. La nuova offerta valuta Sfr 15,5 miliardi di euro pre-sinergie e 20 miliardi post-sinergie con un aumento di un miliardo rispetto ai valori stabiliti dalla prima proposta. Bouygues troverebbe i fondi per finanziare questo incremento della parte in contanti dell’operazione grazie alla vendita di antenne radio e frequenze a Iliad, in base all’accordo raggiunto nei giorni scorsi.

Numericable invece ha messo sul piatto 10,9 miliardi e una partecipazione per Vivendi del 32% e non ha intenzione di variare l’offerta: In un’intervista al quotidiano francese Les Echos, il patron della holding di telecomunicazioni Altice Patrick Drahi ha sottolineato che non ha intenzione di entrare in una guerra sul prezzo con Bouygues. L’offerta inoltre è valida fino a venerdì, ha ribadito Drahi, suggerendo un possibile abbandono del campo di battaglia in caso Vivendi non accetti di avviare trattative in esclusiva. Per rassicurare le autorità francesi, Drahi ha però indicato che il nuovo gruppo avrà sede legale e operativa in Francia, nonostante Altice sia lussemburghese, e ha svelato che ne assumerà la presidenza in caso di esito positivo delle trattative con Vivendi.

La partita resta più che mai aperta e la decisione talmente ardua che, secondo alcuni, Vivendi potrebbe finire col rinunciare del tutto alla vendita di Sfr e procedere invece col piano iniziale, lo spin-off dell’operatore.

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