Cybersicurezza, fiducia nell’AI, talenti: queste le grandi sfide delle telco nel 2025-2026, secondo EY e il suo report annuale “Top 10 risks in telecommunications”. Le prassi delle telco sull’intelligenza artificiale (AI) responsabile non sono all’altezza, svela il report, mentre le funzioni di sicurezza informatica si sentono poco preparate per fronteggiare minacce in costante evoluzione. Anche lo scenario geopolitico contribuisce a creare rischi; tuttavia, le telco possono trarre vantaggio dalla spinta verso la sovranità tecnologica.
Questa la top ten di EY sui rischi nelle telecomunicazioni nel 2025. Il primo è sottostimare i mutevoli imperativi della privacy, sicurezza e trust, il secondo è non usare in modo efficace le nuove tecnologie per la trasformazione aziendale e il terzo è l’inadeguata presenza di competenze.
Seguono: proposta di valore e prestazioni della rete inadeguati; adattamento insufficiente all’ambiente geopolitico in evoluzione; incapacità di sfruttare nuovi modelli di business; coinvolgimento inefficace negli ecosistemi esterni; incapacità di rispondere alle mutevoli esigenze dei clienti; scarsa gestione dell’agenda di sostenibilità; modelli operativi inadeguati a massimizzare la creazione di valore.
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AI e trust nella top ten dei rischi per le telco
L’intelligenza artificiale e il connesso tema della fiducia, la cybersicurezza e la carenza di talenti spiccano tra tutti i rischi. L’EY “Responsible Ai survey” svela che solo il 59% degli intervistati delle aziende delle telecomunicazioni afferma di avere una solida metodologia per identificare, valutare e mitigare i rischi associati all’Ai, contro una media del 66% in tutti i settori. In termini di misure specifiche utilizzate per fornire fiducia nei sistemi di intelligenza artificiale, è meno probabile che le società di telecomunicazioni sfruttino gli audit interni e le attestazioni di terze parti, rispetto agli altri settori.
Un ulteriore motivo di preoccupazione è che le funzioni di cybersecurity delle società di telecomunicazioni faticano ad ampliare il loro ruolo mentre le minacce informatiche sono sempre più numerose e sofisticate. Le principali sfide interne citate dai Ciso del settore sono: budget di sicurezza informatica inadeguati (55%) e difficoltà nel bilanciare la sicurezza informatica con la velocità dell’innovazione aziendale (40%). Le telco devono aumentare l’impatto strategico e l’influenza della funzione di sicurezza informatica, affermano gli analisti.
Servono framework di intelligenza artificiale responsabili
In commento allo studio sui rischi per le telco, Cédric Foray, EY Global Telecommunications Leader, afferma: “Le telecomunicazioni sembrano essere in ritardo rispetto ad altri settori nell’adozione di misure per migliorare la fiducia nell’intelligenza artificiale. La ricettività del cliente all’Ai non è un dato di fatto, il che significa che è essenziale una maggiore attenzione a framework di intelligenza artificiale responsabili“.
Del resto, le telco faticano anche a trasformarsi attraverso le nuove tecnologie, come appunto l’Ai. Diversi fattori ostacolano le iniziative per mettere a frutto le innovazioni portate dall’intelligenza artificiale: i Ceo delle aziende Tlc puntano il dito contro i vincoli delle risorse e la difficoltà di sviluppare quadri di governance efficaci (entrambi con il 55% delle risposte), prima della complessità normativa (53%) e delle sfide relative alla definizione delle priorità dei casi d’uso (40%).
Queste incertezze stanno facendo sì che le aziende adottino approcci fortemente divergenti sull’Ai: mentre il 33% delle telco sta pianificando di accelerare i futuri investimenti nel settore, grazie ai risultati positivi già raggiunti, quasi altrettanti – il 32% – stanno ridimensionando i futuri investimenti nell’Ai.
Tra i rischi per le telco anche le reti legacy
In più, le società di telecomunicazioni devono affrontare continue pressioni per dismettere i sistemi It legacy e le vecchie tecnologie di rete (rame, 2G, 3G), se vogliono aumentare i livelli di efficienza e agilità. Durante queste transizioni è fondamentale gestire e mitigare attentamente i rischi per mantenere l’affidabilità della rete e gestire in modo appropriato gli aggiornamenti dei dispositivi e dei servizi dei clienti.
Talento e competenze si classificano al terzo posto come i rischi più alti che devono affrontare le telco. La necessità di queste aziende di acquisire nuove competenze è legata a sviluppi tecnologici che vanno dall’avanzamento dell’automazione della rete e delle funzioni IT allo sviluppo interno della piattaforma e all’integrazione di soluzioni tecnologiche multi-fornitore.
Emergenza competenze nella cybersicurezza e Ai
I ruoli in cui la domanda di competenze è maggiore sono, ancora una volta, quelli della sicurezza informatica (67%), dall’Ai e machine learning (65%), dell’infrastruttura It (63%) e della scienza dei dati (60%). I talenti sono scarsi e contesi e le telco, sottolinea EY, sono riescono a pagare stipendi competitivi rispetto a quelli offerti in settori come la tecnologia o i servizi finanziari.
Adrian Baschnonga, analista capo di EY Global Technology, Media & Entertainment and Telecommunications, afferma: “La carenza di competenze delle telco sta diventando più pronunciata, in particolare perché gli operatori cercano di trarre vantaggio da nuove opportunità di crescita in settori come l’Ai, assicurandosi di avere le giuste competenze per creare nuove proposte di valore per i clienti. Data la concorrenza di mercato sui nuovi talenti, le iniziative di reskilling e upskilling stanno assumendo un’importanza sempre maggiore. Le società di telecomunicazioni possono anche collaborare con partner tecnologici in per mitigare il gap”.
Lo scenario: rischi aumentati con le tensioni geopolitiche
Le pressioni esterne che le telco devono affrontare sono esacerbate dall’attuale contesto geopolitico. Nell’edizione di maggio 2025 dell’EY “Ceo Outlook Study”, il 22% dei leader delle telecomunicazioni intervistati cita le tensioni geopolitiche come una minaccia alla crescita nel 2025, insieme a una più ampia incertezza macroeconomica (18%) e ai relativi sviluppi nelle politiche commerciali e fiscali (13%).
Anche se l’esposizione diretta delle aziende delle telecomunicazioni ai potenziali impatti dei dazi è relativamente limitata, lo stesso non vale per i loro fornitori a monte, come i produttori di dispositivi e i fornitori di rete. Uno schiacciante 82% degli intervistati delle telco è fiducioso nella propria capacità di trasmettere potenziali aumenti di prezzo ai clienti, ma l’aumento dei costi dei dispositivi può allungare i cicli di sostituzione dei telefoni.
Al tempo stesso, come contraltare ai rischi, si presenta per le telco la grande occasione di giocare un ruolo nella ricerca della sovranità tecnologica.
Sovranità tecnologica occasione per le telco
Come evidenzia Famke Krumbmüller, EY-Parthenon Emeia Leader, Geostrategic business group, “Le sfide create da un ambiente geopolitico in evoluzione sono bilanciate da alcune opportunità per le telecomunicazioni di generare nuovo valore. Le agende nazionali di sovranità tecnologica offrono alle telecomunicazioni un potenziale vantaggio”.
Foray spiega che la corsa alla sovranità tecnologica dei Paesi “Apre la possibilità per le telco di svolgere un ruolo più esplicito come campioni delle infrastrutture sovrane che consentono ai settori tecnologici nazionali di operare con efficienza e sicurezza, avvantaggiandosi delle politiche per favorire lo sviluppo di servizi di infrastruttura cloud e Ai sovrani”.
In definitiva, per rimanere resilienti e competitive, le telco devono sia anticipare che affrontare i rischi emergenti, monitorando continuamente le nuove minacce. È essenziale valutare come i rischi attuali possano cambiare nel tempo e adattare le strategie costantemente, perché il panorama del rischio è in continua evoluzione.
I rischi con l’egemonia Usa nei cavi e satelliti
Un’ulteriore sfida per le telco è stata evidenziata da un recente studio del Kiel Institut firmato da Michael Porcellacchia (Kiel Institute), Christoph Trebesch (Kiel Institut) e Benjamin Wache (Ufficio olandese per l’analisi della politica economica del Cbp e Fellow del Kiel Institut).
Analizzando il dominio globale delle grandi potenze nelle infrastrutture di telecomunicazione, gli studiosi evidenziano una potenziale vulnerabilità dell’economia moderna legata alla presenza di una potenza egemonica. I dati su tutti i cavi sottomarini internazionali posati tra il 1850 e il 2025 (telegrafia, telefonia, Internet) e su ogni satellite di telecomunicazione mai lanciato, dimostrano, infatti, che gli Stati Uniti sono arrivati a controllare la maggior parte dei cavi Internet e dei satelliti. Questo crea un rischio di interruzioni nei flussi di dati e nelle comunicazioni.
Le attuali tensioni geopolitiche spingono, dunque, le altre nazioni a “ridurre la dipendenza dall’egemone investendo in reti parallele”. Queste spesso includono cavi sottomarini economicamente ridondanti, la cui logica principale risiede nella resilienza geopolitica piuttosto che nell’efficienza in tempo di pace. Si tratta di investimenti pesanti e che creano duplicazioni, ma che rientrano nell’ottica della citata sovranità.