IL DIBATTITO

Telco e Ott, Capitanio: “Il futuro passa per la rete”

Il commissario Agcom plaude alla consultazione avviata dalla Commissione Ue per valutare il contributo delle digital company alla realizzazione delle infrastrutture. Da uno studio Bcg emerge la necessità di un’urgenza trasformativa: separare le reti dai servizi migliorerebbe la condizione finanziaria degli operatori e aumenterebbe l’interesse degli investitori. “Bisogna passare da Telco a TechCo, per guidare ecosistemi e applicazioni digitali per il B2B e il B2C innovativi”

Pubblicato il 02 Mar 2023

massimiliano Capitanio

“Saranno i dati e la consultazione europea a dire se e quanto gli Over The Top debbano contribuire allo sviluppo della rete ad alta velocità, oggi più che mai la vera autostrada del futuro. Quello che è evidente è che il dibattito non sia più rimandabile e bene ha fatto l’Europa ad aprire l’analisi sullo stato effettivo del mercato, dato che i diversi Paesi membri hanno posizioni al momento piuttosto discordanti”.

A parlare è Massimiliano Capitanio, commissario Agcom, che domani 3 marzo prenderà parte all’evento ‘Le telecomunicazioni nella trasformazione digitale‘, promosso dal Chapter italiano dell’International Institute of Communications (Iic). All’evento prenderanno parte anche Roberto Viola, direttore generale della Dg Connect presso la Commissione Europea, e i top manager delle telco attive sul mercato tricolore.

“In Italia si deve partire da dati di fatto”, rimarca Capitanio. “I ricavi delle telco sono crollati del 10% rispetto al 2017: da 31,8 miliardi di euro ai 28,6 miliardi di euro nel 2021, con una conseguente drammatica perdita di posti di lavoro pari a 7.200 unità su 66.400 nel quinquennio 2017-2021. La situazione richiama tutti i soggetti coinvolti ad azioni di consapevole responsabilità. Il ruolo di Agcom come Autorità indipendente di regolamentazione sarà ancora più cruciale”.

L’analisi di Boston Consulting Group

Una prospettiva condivisa anche da Boston Consulting Group (Bcg), che ha analizzato il contesto attuale del settore e le tendenze che lo ridisegneranno nei prossimi anni. Partendo dalle stime sul rendimento totale degli azionisti, il rapporto “What Five Trends Mean for Telcos” delinea una performance mediocre e indica cinque strategie di sviluppo per il medio termine.

“Il quadro del mercato rispecchia il momento difficile in cui verte il settore. Ci troviamo in una situazione limite per le aziende per cui la trasformazione è necessaria, se non urgente. La separazione strutturale tra segmenti di rete e di servizi può rappresentare una possibilità per molte aziende di evolvere abbattendo il costo del capitale e creando maggiore trasparenza”, spiega Marc Vos, Managing Director e Senior Partner di Bcg. “Perché il settore possa realmente guardare a un futuro migliore, però, è necessaria anche una innovazione di contesto a livello regolamentare. Il mercato Europeo, quello centro meridionale in particolar modo, soffre un approccio troppo stringente che finisce per svantaggiare e appesantire eccessivamente le aziende.”

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Lo stato attuale delle telco

Le telco che secondo lo studio hanno superato i risultati dei competitor presentano degli elementi comuni: operazioni agili e digitalizzate; efficientamento dei costi; un portafoglio coerente di prodotti e servizi che include applicazioni 5G, B2B e B2C; un forte supporto ai clienti e una proposta di prodotti e servizi a prezzi competitivi; infine, investimenti sulla rete 5G, sul fixed wireless (la tecnologia che utilizza un sistema ibrido di collegamenti via cavo e senza filo per offrire servizi di connettività in banda larga e ultralarga), sulla fibra ottica e sugli aggiornamenti necessari per l’innovazione infrastrutturale. Nonostante questi elementi, però, le aziende non potranno sostenere risultati vantaggiosi a lungo termine date le nuove tendenze che si preparano a cambiare il settore per come lo conosciamo oggi.

I macro-trend che impatteranno il settore

Secondo Bcg, esiste una concreta possibilità per le telco di separare i propri segmenti di rete da quelli dei servizi, che, porterebbe entrambi a una condizione finanziaria migliore e creerebbe più trasparenza su quali sono le prestazioni della rete e quali delle società di servizi, determinando contemporaneamente un aumento dell’interesse degli investitori per le telco e una riduzione del costo del capitale per la costruzione di infrastrutture. Forse l’aspetto più importante è che le nuove NetCo avrebbero l’opportunità di lavorare con diversi fornitori di servizi, con un approccio aperto che aumenterebbe l’utilizzo degli asset infrastrutturali fino all’80%.

Anche se la separazione strutturale potrebbe non essere adatta a tutte le realtà del settore rimane l’alternativa migliore in uno scenario in cui l’imperativo è “do or die”.

C’è poi il tema del 5G. Sebbene le reti di nuova generazione si stiano già diffondendo tra i consumatori, in particolare per i giochi, i video e i primi dispositivi per la realtà virtuale, queste possono lasciare un’impronta molto più grande nell’ambiente corporate. Le aziende stanno infatti implementando applicazioni sempre più complesse per digitalizzare i propri processi e i nuovi utilizzi richiedono velocità di trasmissione dei dati sempre più elevate, portando ad aumentare la portata delle caratteristiche del 5G.

Bisognerà quindi far fronte all’aumento degli hyperscaler. Le grandi aziende tecnologiche si sono spinte ben oltre i propri mercati, per invadere sempre di più il territorio storicamente dominato dalle telecomunicazioni. Confrontarsi con i big della tecnologia e sviluppare applicazioni sempre più interessanti per consumatori e imprese richiederà quindi un investimento significativo in innovazione e partnership con aziende già presenti nei nuovi mercati di interesse.

Nel prossimo quinquennio, inoltre, il Web3 trasformerà le abitudini dei consumatori così come delle imprese, andando ben oltre il 5G. In questa dimensione immersiva, la concorrenza comprenderà aziende tecnologiche, startup e imprese di diversi settori. Non è detto quindi che le telco avranno un posto assicurato e per questo le aziende del settore devono iniziare fin da subito ad individuare le proprie attività esposte a rischi e gli investimenti che potranno effettuare in modo proattivo per creare offerte innovative e nuove funzionalità nel Web3.

A tutto ciò si aggiunge l’ascesa della Gen Z, che secondo Bcg sa cosa vuole ed è pronta a pagare: i consumatori appartenenti a questa fascia preferiscono esperienze digitali e on-demand, nonché alta qualità nei videogiochi enei contenuti acquistati. L’opportunità per le telco di soddisfare le nuove aspettative dei giovani utenti è enorme, così come lo è il rischio che le startup e le aziende tech più innovative possano accaparrarsi per prime l’attenzione e il favore di questi consumatori.

Cosa creerà valore per le Telco

Quali sono quindi le principali strategie che le aziende di settore potranno fare per preparare al futuro? Bcg ne indica cinque:

· Applicazioni 5G. Indipendentemente dai mercati in cui una realtà telco intende entrare, rimane essenziale il ruolo delle reti. Questo significa ampliare le capacità 5G nei prossimi anni, per creare valore con le nuove applicazioni caratterizzate da enormi esigenze tecnologiche e generare l’opportuno ritorno sugli investimenti per le aziende.

· Da telco a “TechCo”. Vi sono ecosistemi e applicazioni digitali per il B2B e il B2C innovativi e adiacenti al settore. Bisognerà potenziare le capacità di sviluppo per attivare dei progetti pilota in nuove potenziali aree di interesse e guadagnare terreno man mano che la tecnologia matura.

· Core Business bionico. Le linee di business più tradizionali possono ancora creare molto valore se riusciranno ad applicare un mix strategico di digitalizzazione, analisi dei dati e intelligenza artificiale. Questi strumenti, infatti, hanno il potere di migliorare le operazioni, personalizzare le interazioni con i clienti e migliorare il lavoro dei dipendenti.

· Modello operativo Next-Gen. Scorporare il lato infrastrutturale dall’attività di servizi è frutto di considerazioni finanziarie, di mercato e strategiche di ciascuna azienda, poiché si tratta di operazioni ad alto rischio. Esistono però dei lati positivi per le aziende che dividono i due rami: ottimizzare il bilancio, fornire un quadro più trasparente delle prestazioni della rete e dei servizi, aumentare gli investimenti nell’innovazione dei servizi. Quest’ultimo, in particolare, potrebbe portare le telco a vendere delle quote del ramo infrastrutture per liberare capitale utile a sviluppare il lato servizi, per realizzare profitti più elevati per entrambe le attività rispetto alle telco integrate.

· Migliorare i fattori di trasformazione. Man mano che si punta a nuovi prodotti e mercati, le telco dovranno sviluppare una governance forte e diligente, con un ampio grado di gestione centralizzata, per evitare sprechi di risorse e creare sinergie tra le diverse operazioni. Per farlo al meglio, anche la cultura aziendale dovrà seguire la trasformazione, diventando più agile e adottando approcci rapidi all’innovazione di prodotto, tra cui la sperimentazione fail-fast e il test-and-learn.

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