La perdita maturata da Telecom Italia nel 2013 trova integrale compensazione nel patrimonio netto aziendale ma per avere “mani libere” nel 2014 il Cda ha deciso di tagliare sul dividendo e distribuire la cedola solo alle risparmio. ”Visto che si tratta del terzo esercizio in perdita, e tenuto anche conto della forte pressione competitiva ed economica registrata nel 2013, delle discontinuità regolatorie, nonché della priorità per il 2014 di disporre delle risorse finanziarie necessarie per la realizzazione degli investimenti innovativi, non si ritiene opportuno – spiega l’Ad Marco Patuano nella lettera agli azionisti che aprirà la relazione finanziaria all’assemblea del 16 aprile – proporre il pagamento di un dividendo generalizzato nella forma della distribuzione di riserve disponibili, come già fatto nel 2012 e nel 2013. Si propone invece di distribuire il solo dividendo privilegiato alle azioni di risparmio, nella misura di 0,0275 euro (5% di euro 0,55 euro) per azione, con prelievo da Riserve avanzo di fusione, al fine di evitare il trascinamento del debito nei prossimi due esercizi, come consentito dallo Statuto sociale”.
Il 2013 si è chiuso con una perdita di 674 milioni di euro su cui pesa la svalutazione da 2,2 miliardi effettuata nel primo semestre che trova integrale compensazione nell’ammontare del patrimonio netto aziendale, al 31 dicembre 2013 positivo per oltre 16,5 miliardi di euro. Verrà proposto all’assemblea di votare la copertura della perdita mediante utilizzo di Riserve e prelievo da utili portati a nuovo.
Telecom punta a recuperare la giusta flessibilità finanziaria per poter tornare ad assumere. ”L’esternalizzazione delle torri di trasmissione e la valorizzazione delle infrastrutture di broadcasting televisivo di Ti Media forniranno nel 2014 un ulteriore contributo per restituire al gruppo un’appropriata flessibilità finanziaria, che consentirà, tra l’altro, di riprendere dopo molti anni di austerità nella gestione del personale, una politica di assunzioni”, prevede l’Ad.
“La decisione di rivedere per il 2014 la politica dei dividendi – spiega Patuano – deve essere letta come completamento delle operazioni di dismissione delle partecipazioni in Telecom Argentina e di emissione del prestito obbligazionario con conversione obbligatoria in azioni ordinarie, volte a consentire di portare a termine il nostro piano industriale in autonomia, senza abbandonare gli obiettivi di riduzione del debito”.
Nel 2014 Telecom sposterà l’accento dal debito alla crescita, restando concentrata su Italia e Brasile. Un ”piano industriale ambizioso ma alla nostra portata – puntualizza Patuano – Un piano industriale solido e una chiara strategia di sviluppo incentrata su Italia e Brasile, chiudiamo un anno sicuramente da considerare come transizione verso il nuovo paradigma di Telecom Italia”.
In Brasile, aggiunge il manager, ”intendiamo rafforzare la nostra presenza attraverso un rinnovato sforzo di investimenti che ci permetterà di estendere e potenziare le nostre reti”. Il 2013 è stato anche ”un anno di cambiamento in termini di approccio e di attitudine verso il futuro. Il contenimento del debito rimane un tema importante che non sarà trascurato; con il nuovo piano industriale l’accento è stato però spostato sulla crescita e sullo sviluppo, condizioni imprescindibili per la stabilizzazione dei risultati delle attività domestiche e per lo sviluppo del mercato brasiliano”.
Focus anche sul declassamento del rating a junk da parte di Moody’s e S&P che secondo l’Ad ”non ha generato impatti rilevanti sulla capacità di rifinanziamento e quindi sulla capacità di mantenere un elevato margine di liquidita”’.
L’Ad per il 2013 riceverà 1.042.000 euro che consistono sostanzialmente nei compensi fissi. Patuano, si legge nella relazione sulla retribuzione, ha rinunciato ai compensi fissi per la carica di Consigliere di Amministrazione e componente del Comitato Esecutivo. Gli obiettivi Mbo non sono stati raggiunti e, in particolare il gate di accesso al premio, espresso in termini di “net income” consolidato e reported. Inoltre i diritti al Piano Long Term 2011 (pari a 2.414.681) sono decaduti a seguito del mancato raggiungimento degli obiettivi.
L’Ad inoltre a febbraio ha rinunciato a 400 mila euro, un’integrazione al suo compenso (che da 1 milione sarebbe salito a 1,4 milioni) già deliberata dal precedente cda il 16 gennaio come riconoscimento alle nuove deleghe che da ottobre, con le dimissioni di Franco Bernabè, aveva assunto