Telecom, Asati: “Niente sconti a Fintech sull’Argentina”

I piccoli azionisti contro la cessione degli asset sudamericani, compresa Tim Brasil: “Servono sinergie”. E sull’Italia: “Serve una newco per le centrali e le torri”

Pubblicato il 26 Set 2014

No alla vendita degli asset sudamericani. Asati, associazione dei piccoli azionisti di Telecom, chiede che non siano vendute né Telecom Argentina né Tim Brasil e che in Italia, accanto allo sviluppo del business, sia creata una newco per razionalizzare asset immobiliari e torri. Lo dice l’associazione in una nota in cui informa di aver inviato una lettera al Cda di Telecom il 22 settembre in vista dell’incontro degli amministratori di oggi. Soddifatta dell‘ingresso di Vivendi e del previsto scioglimento della scatola di controllo Telco, Asati elenca una serie di “suggerimenti” al Consiglio. Innanzitutto “nessuna vendita a sconto” a Fintech dell’Argentina, operazione su cui deve esprimersi il Cda di Telecom proprio oggi.

Sul Brasile, “non c’è bisogno di vendere ma di accordi con operatori del fisso che prevedano sinergie e sviluppo”, dice Asati che ritiene necessario che il gruppo mantenga una dimensione internazionale.

Infine, sull’Italia, per Asati bisogna avviare nuove iniziative sul fisso, procedere a una “vera collaborazione con Cdp” e costituire per la larghissima banda una newco con Metroweb e Telecom Italia. Ulteriori ritardi sarebbero “inaccettabili”.

Dopo un giudizio positivo sul piano in corso di razionalizzazione degli spazi, Asati suggerisce che gli edifici industriali, le centrali e le torri siano fatti confluire in una newco con altri soggetti finanziari/industriali e a controllo Telecom con obiettivi di efficientamento e razionalizzazione.

Asati conclude con la richiesta di un nuovo piano azionario per i dipendenti e la proposta di fare la prossima assemblea dei soci a Roma.

Da questa mattina è in corso la riunione del Consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Sul tavolo del Cda c’è la richiesta avanzata da Fintech di una nuova proroga dell’accordo con il gruppo telefonico per l’acquisto di Telecom Argentina.

E’ scaduto infatti ieri il termine per la Fintech della quota in Argentina e l’atteso via libera delle Authority locali non è arrivato. Il contratto firmato a novembre con David Guzman prevedeva un prezzo complessivo di 960 milioni di dollari. L’1,58% di Telecom Argentina detenuto da Tierra Argentea e gli Ads per altri 100,5 milioni di dollari sono già passati al fondo a dicembre, la prima per 61,2 milioni e secondi per 47,5 milioni di dollari e ora doveva effettuarsi il closing per 859,5 milioni sul 68% delle azioni ordinarie della holding Sofora di proprietà di Telecom Italia e di Telecom Italia International. Quel contratto di fatto è decaduto ieri e Patuano riferirà, appunto, oggi in cda.

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