Telecom: chiusa la trattativa sul Caring, ora il referendum

Trovato l’accordo con i sindacati su un testo che spinge la riqualificazione delle competenze interne. Si punta a mantenere in attività le 39 sedi territoriali. Ora la palla passa ai lavoratori che dovranno decidere se accettare o no gli impegni della società

Pubblicato il 03 Dic 2014

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Telecom Italia e i sindacati chiudono la trattativa sul Caring. L’azienda ha proposto un testo di accordo finalizzato a rivitalizzare il settore Caring, attraverso significativi interventi volti a semplificare i processi, ottimizzare il servizio e valorizzare le risorse interne.

La Slc Cgil non ha però firmato l’accordo e dunque il documento sarà sottoposto a referendum tra i lavoratori. Il testo, se verrà accolto tramite referendum tra i lavoratori, permetterà all’azienda di accantonare il progetto di societarizzazione della Divisione Caring previsto dall’accordo firmato dalle Organizzazioni Sindacali nel 2013 e di mantenere in attività 39 delle 52 sedi territoriali per le quali era stata già decisa, sempre all’interno dello stesso accordo, la chiusura con trasferimento del personale verso sedi limitrofe.

“Il testo del nuovo accordo proposto dalla società, è frutto di un lungo confronto con i sindacati con i quali l’azienda ha affrontato tutte le problematiche di un settore, quale quello del Caring, che sta vivendo a livello nazionale una profonda crisi – spiega una nota di Telecom – Dopo 6 mesi di trattative, in assenza di una approvazione totalitaria da parte delle Organizzazioni Sindacali in virtù della sola opposizione della Slc-Cgil, si è deciso di sottoporre il testo a referendum tra i colleghi della Divisione Caring Services entro il prossimo 20 dicembre”.

L’iniziativa è quindi coerente con il tragitto di turn around dell’azienda, essendo l’obiettivo principale la stabilizzazione del lavoro presso i call center e la sostenibilità di lungo termine all’interno del Gruppo.

Il progetto mira quindi a garantire ai servizi interni di Caring la possibilità di differenziarsi da quanto viene offerto dal mercato in outsourcing. In particolare, Telecom Italia intende introdurre un nuovo modello di “Cloud delle competenze”, che consentirà la rilevazione delle capacità individuali dei lavoratori e l’instradamento delle richieste dei clienti verso gli operatori con maggiore esperienza e conoscenza di ciascuna problematica. L’obiettivo è raggiungere un sempre più elevato livello di soddisfazione della clientela e di qualità del servizio.

Il nuovo modello, disegna, nell’ambito delle regole fissate dall’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori e nel pieno rispetto della tutela e della dignità della persona, una disciplina innovativa per il nostro Paese nell’uso delle tecnologie per rispondere in maniera sempre più efficace alle esigenze espresse dalla clientela.

La conoscenza individuale delle competenze permetterà all’azienda di mettere in atto percorsi di formazione mirati, volti a migliorare le competenze e le capacità specifiche del lavoratore e a reimpiegare le professionalità in esubero.

Il progetto prevede inoltre il passaggio a full time di 100 lavoratori part-time e il riconoscimento una tantum di 200 euro agli oltre 9000 dipendenti della Divisione Caring Services di Telecom Italia.

In caso di rigetto della proposta aziendale da parte dei lavoratori, l’azienda perseguirà comunque l’obiettivo di realizzare la stabilità economica del settore Caring non raggiunta finora, mediante l’implementazione dell’accordo già firmato nel marzo del 2013.

Nell’elenco delle sedi dei call center da mantenere in attività all’interno del testo di accordo ci sono Arezzo, Grosseto e Siena, per quanto riguarda la Toscana: “Salve” anche la sedi di Trento , Campobasso e Potenza. In Sicilia si punta a tenere aperti Ragusa, Siracusa, Trapani e Messina; In Liguria La Spezia e Savona. In Sardegna resterebbe aperta la sede di Nuoro. In Veneto tocca a Verone e nel Lazio Frosinone, Rieti e Viterbo. In Lombardi proposte Lecco, Mantova e Sondrio. In Emilia ci sono Ferrara, Piacenza e Reggio Emilia.

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