Equita Sim apprezza la distribuzione delle deleghe in Telecom Italia e conferma la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 1,05 euro sul titolo. Il nuovo Cda, notano gli esperti, ha attribuito le deleghe al management, con una ripartizione “piuttosto equilibrata se confrontata con recenti esperienze del gruppo. E’ una buona evoluzione in considerazione del fatto che Telecom potrebbe essere presto una public company. All’Ad Marco Patuano sono state conferite deleghe concernenti la “responsabilità del governo complessivo della società e del gruppo, inclusa la responsabilità di definire, proporre al Consiglio e quindi attuare e sviluppare i piani strategici, industriali e finanziari, e tutte le responsabilità organizzative per garantire la gestione e lo sviluppo del business in Italia e Sud America”. Al nuovo presidente, Giuseppe Recchi, sono stati attribuiti poteri di ‘indirizzo e supervisione’ sulle strategie, oltre che di rappresentanza della società nelle relazioni con autorità, istituzioni e investitori”.
Ma nei giorni scorsi c’è stata polemica sulle deleghe. Stando a quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni,ci sarebbero malumori fra alcuni dei fondi che hanno votato Recchi in qualità di presidente, purché però non avesse deleghe di operative. A puntare il dito contro la scelta anche Asati, secondo la quale il cda ha sbagliato ad affidare le deleghe di indirizzo di piani stategici, industriali e finanziari al presidente.
La scelta, a detta dei piccoli azionisti, mette a rischio le “potenzialità dell’unicità dell’operatività dell’azienda”. Secondo Asati, questo cda – ad eccezione dei tre consiglieri di Assogestioni – “rappresenta solo interessi marginali dell’azionariato complessivo. Ricordiamo già nell’assemblea di aprile 2011 come la ripartizione delle deleghe tra presidente e Ad fu un fatto di compromesso che creò molti problemi superati solo da compromessi”.
Per riequilibrare questo “disastro”, oltre che ad una revisione delle deleghe, Asati chiede che si nomini Lucia Calvosa alla vicepresidenza e invita a Assogestioni “ad appoggiare questa nostra proposta e non osteggiarla dal momento che il rispetto del suo ruolo oggi è diverso da quello del passato, i fondi esteri che ormai sono diventati attivisti e sono in maggioranza lo dimostrano”.