IL CASO

Telecom, faro della Consob: patto segreto fra Vivendi e Niel?

Un portavoce dell’autorità italiana per la vigilanza dei mercati finanziari: “Il tema è all’attenzione degli uffici”. L’accertamento di un eventuale legame tra la presenza dei due investitori potrebbe far scattare l’obbligo di Opa

Pubblicato il 29 Ott 2015

A.S.

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L’ingresso di Xavier Niel nell’azionariato di Telecom Italia, con una quita potenziale dell’11,2% “è all’attenzione degli uffici Consob“. E’ quanto riferisce un portavoce dopo l’ufficializzazione dell’operazione che ha portato l’imprenditore francese a detenere posizioni lunghe nel capitale di Telecom Italia. Niel ha comunicato di detenere alla data del 21 ottobre 2015 una posizione lunga complessiva, tramite la società indirettamente controllata Rock investment, in Telecom Italia pari all’11.209% del capitale.

L’accertamento di un eventuale legame tra Xavier Niel e Vivendi nella presenza in Telecom potrebbe infatti far scattare l’obbligo d’Opa che, per un gruppo come Telecom, sorge al superamento della soglia del 25%. Se Niel eserciterà le opzioni detenute diverrà il secondo socio di Telecom alle spalle di Vivendi, con la presenza francese nel gruppo telefonico che supererebbe quindi complessivamente il 30%.

Nella comunicazione a Consob sulla partecipazione in Telecom Italia, Xavier Niel indica di detenere unicamente prodotti derivati o altri contratti che gli danno diritto ad acquistare l’11,2% del capitale, ma nessuna azione al momento, chiarisce una fonte dell’autorità di vigilanza sui mercati. La commissione, ribadisce la fonte, “avvierà inoltre gli accertamenti di rito” sull’operazione annunciata oggi dal finanziere francese, “inclusa la verifica di un’eventuale azione di concerto” tra Vivendi e lo stesso Niel. La normativa italiana prevede infatti che, in questo ambito, vengano considerate anche le partecipazioni potenziali ne on solo quelle effettive.

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