AFFAIRE TELEFONICA

Telecom, i sindacati “presidiano” il Cda

In concomitanza con la riunione di giovedì prossimo manifestazione di Slc, Fistel e Uilcom contro l’operazione Telefonica davanti alla sede milanese del gruppo: “Un danno grave per l’occupazione”

Pubblicato il 01 Ott 2013

F.Me.

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Sindacati sul piede di guerra per l’operazione telefonica. Giovedì, in concomitanza con il cda di Telecom Italia, si terrà a Milano davanti alla sede della società a Piazza Affari un presidio di lavoratori, “per contrastare le decisioni assunte dagli azionisti di controllo, che se applicate causerebbero gravissimi problemi occupazionali”. Lo comunicano i sindacati (Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil), riferendosi anche agli effetti che avrà il passaggio del controllo di Telco, azionista di Telecom con il 22,4%, agli spagnoli di Telefonica.

Secondo le organizzazioni dei lavoratori, l’ingresso di Telefonica nel nucleo di comando di Telecom non farebbe che aumentare le problematiche della società italiana, mettendone a rischio il futuro. In particolare dopo le incertezze create dalla crisi di governo e dalle dimissioni che il presidente esecutivo Franco Bernabè presenterà al consiglio di amministrazione giovedì prossimo.

Senza un esecutivo forte “la situazione diventa drammatica”, afferma Michele Azzola, segretario nazionale della Slc Cgil, che chiede “un aumento di capitale a cui potrebbe partecipare la Cassa Depositi e Prestiti. Senza aumento di capitale è a rischio la sopravvivenza di Telecom Italia, visto che la stessa Telefonica ha problemi finanziari enormi”.

Per Giorgio Serao della segreteria nazionale Fistel Cisl “adesso il problema di Telecom è tutto politico, bisogna capire come il Governo voglia intervenire nel futuro di un’azienda strategica come Telecom Italia”. Sulla stessa scia Salvo Ugliarolo, segretario nazionale della Uilcom Uil; “la crisi di Governo desta preoccupazione in un momento così delicato per il futuro di Telecom Italia. Anche l’eventuale sostituzione di Bernabè peggiora la situazione aumentando l’incertezza”.

La Uilcom non è d’accordo con l’ipotesi di scorporo della rete. Secondo Ugliarolo, invece occorre “mantenere l’azienda unita e garantire tutti i lavoratori, compresi quelli dei call center”.

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