L’accusa è di “abuso di informazioni privilegiate”. A risponderne, il 7 novembre davanti al gup Nicola Di Grazia, sarà Cosimo Elio Catania, attuale presidente di Confindustria digitale. I fatti risalgono al 2013, quando Catania era membro del Consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Catania rischia il rinvio a giudizio per aver comunicato a un giornalista del un quotidiano romano Il Messaggero “informazioni privilegiate coperte da segreto relative a dati di bilancio non pubblici, nonché decisioni e posizioni assunte dai singoli consiglieri del cda, che venivano riportati in diversi articoli”.
Nell’indagine, condotta dal pm Maria Francesca Loy, era stato inizialmente coinvolto anche il giornalista la cui posizione, però, è stata archiviata in estate dal gip su richiesta della stessa procura.
L’inchiesta della procura di Roma era partita dopo la denuncia presentata dal presidente di Telecom, Franco Bernabè, a seguito di un articolo pubblicato sul Messaggero il 24 gennaio del 2012. Dalle intercettazioni telefoniche i militari del nucleo di polizia valutaria della guardia di finanza avevano poi accertato i contatti tra Elio Catania e il giornalista del quotidiano romano in occasione della pubblicazione altri quattro articoli pubblicati nel luglio del 2013.
Elio Catania si era dimesso dalla carica di Consigliere d’amministrazione in Telecom Italia a settembre 2013, “al fine di consentire un sereno svolgimento delle attività del consiglio – si leggeva in una nota dell’azienda – in una fase così complessa per l’azienda, e del lavoro degli inquirenti, nel ribadire la piena correttezza dei miei comportamenti”.
Catania, prosegue la nota, “si qualificava come consigliere indipendente”, sedeva nel Comitato esecutivo, era presidente del Comitato per il controllo e i rischi e del Comitato per le nomine e remunerazione. Il prossimo cda di Telecom Italia si riunisce il 19 settembre.
Proprio il 13 settembre il gip Alessandra Boffi aveva accolto la richiesta del pubblico ministero, Maria Francesca Loy, che aveva interdetto per due mesi Catania dalla partecipazione al consiglio d’amministrazione Telecom, e prevedeva anche il divieto per il manager di svolgere, sempre per due mesi, ruoli direttivi anche in altre aziende.