MERCATI

Telecom Italia prende tempo, slitta il Cda

Salta la riunione del board prevista il 19 settembre. Il 28 la scadenza del patto. Ma Bernabè chiarisce: “Il Consiglio non è mai stato convocato. Il prossimo è previsto per il 3 ottobre”. Intanto Citigroup taglia il rating e avverte: “Vendere Tim Brasil”

Pubblicato il 16 Set 2013

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“Non era mai stato convocato un Cda per il 19 settembre, c’è un consiglio già previsto per il 3 ottobre e abbiamo deciso di farne uno solo”. Lo ha detto il presidente esecutivo di Telecom Italia Franco Bernabè, a margine del convegno “Potrà il capitalismo sopravvivere?”, commentando la notizia circolata oggi sullo slittamento del board. “Non c’è alcuna ragione particolare”, ha aggiunto Bernabè, annunciando che sulla sostituzione di Elio Catania (dimessosi dopo essere stato indagato per insider trading) “deciderà il Cda” e sottolinenado che le dimissioni non creano “nessun problema”.

Serve tempo e il cda di Telecom chiamato ad esaminare il piano industriale, previsto per giovedì 19 settembre, silitta. Il board, come aveva sottolineato dieci giorni fa, il presidente Franco Bernabè era solamente previsto, ma ancora non erano state inviate le lettere di convocazione. Da calendario, la prossima riunione del Cda della compagnia telefonica è fissata per il prossimo 3 ottobre.

Il Cda di Telecom, nella prima riunione utile, tornerà a esaminare le principali linee guida del Piano industriale predisposto dal presidente esecutivo Franco Bernabè e dall’Ad Marco Patuano. Sul tavolo ci sarà l’esame di possibili alleanze strategiche per l’azienda, anche alla luce dei cambiamenti che a breve potrebbero avvenire nella holding di controllo Telco. Negli ultimi mesi, sia Generali sia Mediobanca hanno fatto trapelare a più riprese l’intenzione di voler lasciare il Patto. Entrambe non considerano più strategica la quota detenuta in Telecom e vogliono pertanto avere le mani libere in vista di una futura valorizzazione dell’investimento, non appena i corsi del titolo riprenderanno quota. Il termine ultimo per dare disdetta agli altri soci Telco è fissato per il 28 settembre.

Condividiamo le decisione dei Vertici esecutivi per l’annullamento del cda del 19 settembre. Tenere un Consiglio di Amministrazione prima del 28 ottobre (scadenza per l’eventuale disdetta del patto tra i soci Telco) sarebbe stato inutile e fuorviante. Infatti sarebbe stato non credibile presentare al mercato un piano industriale che non preveda prima lo scioglimento del patto tra i soci dell’azionista di controllo e la decisione di mantenere singolarmente le prorie azioni”, commenta Franco Lombardi, presidente di Asati, l’associazione che rappresenta i piccoli azionisti di Telecom Italia. “Ci auguriamo che il prossimo Cda del 3 ottobre rappresenti una definitiva svolta con un piano industriale efficace libero dai vincoli fino ad oggi palesi posti dal principale azionista di Telco stessa. Tra l’altro tutte le ipotesi presentate sull’ingresso di nuovi soci con un aumento di capitale riservato, come proposto più volte da Asati sono state bloccate. Non vorremo infatti che Telefonica, interessata principalmente al mantenimento dello sattus quo, con il prossimo giudizio delle Agenzie di rating, vicino ad una valutazione “junker”aspetti un momento piu’ propizio solo per lei, per prendere il controllo di TI a prezzi di saldo.

Intanto Citigroup abbassa il rating di Telecom Italia da “neutral” a “sell” con target di prezzo a 0,5 euro contro gli 0,607 di venerdì. Gli analisti sottolineano come il titolo continui ad essere sostenuto dalla potenziale uscita dei soci italiani da Telco, ma ritengono che delle due opzioni alternative a un aumento di capitale (un accordo con Hutchison e la vendita di Tim Brasil) l’unica per evitare una ricapitalizzazione o un downgrade del rating sia la seconda.

“La nostra analisti mostra che se Telecom Italia non interviene presto”, potrebbe perdere il suo stato di investment grade prima della fine dell’anno”, spiegano gli analisti, credendo che “un downgrade potrebbe essere gestibile nel breve termine, ma Telecom potrebbe far fatica a rifinanziarsi a tassi interessanti” e dunque una bocciatura potrebbe avere impatti significativi nel lungo termine.

In particolare, per Citigroup la cessione di Tim Brasil dovrebbe avvenire a “un premio significativo” e dunque sopra i 14 reais o 6 volte Ev/Ebitda; “vediamo possibile una valutazione fino a 18 reais per azione” in caso di consolidamento. Ma se la vendita dell’asset brasiliano non dovesse concretizzarsi, per gli esperti Telecom sarebbe obbligata a un aumento di capitale “significativo”, nell’ordine di 5-7 miliardi euro, “e vediamo rischi importanti al ribasso per le azioni, dopo il recente rally”.

La casa d’affari sottolinea che “i problemi di bilancio di Telecom sono dovuti ad una significativa riduzione dei flussi di cassa della società, che limita la sua capacità di abbassare il debito”. Gli analisti continuano a vedere infatti ostacoli sia sul fronte dei cambi che sul downgrade e credono che questi persisteranno comunque nel medio termine e vedono quindi “una riduzione molto modesta della leva finanziaria, anche se non prevediamo dividendi per i prossimi 3 anni”.

Secondo le stime della casa d’affari il debito netto di Telecom dovrebbe essere di circa 27 miliardi euro a fine 2013, con un Ebitda di 10,6 miliardi euro, il che implica un debito netto consolidato rispetto all’Ebitda di 2,6 volte nel 2013, restando stabile nel 2014 dal momento che l’Ebitda continua a diminuire. “Pensiamo che la società non pagherà dividendi e che i flussi di cassa saranno usati per ridurre il debito a 25,6 miliardi euro nel 2014”, spiegano gli esperti.

“Tagliamo a sell la raccomandazione sulle ordinarie e le risparmio. Crediamo che gli investitori globali dovrebbero favorire Tim Participacoes visto che l’upside da un’operazione sarebbe di circa 3 volte superiore e il downside più limitato. Riteniamo che in qualsiasi scenario Tim probabilmente sovraperformerà Telecom. Gli investitori europei potrebbero cercare visibilità attraverso Portugal Telecom, che si distingue per essere il più grande beneficiario dell’eventuale consolidamento del mercato brasiliano”, concludono gli esperti.

Intanto Tim Brasil ha annunciato che investirà 1,5 miliardi di reais (circa 500 miliardi di euro) nella telefonia mobile 4G tra quest’anno e il 2015. Lo ha rivelato il quotidiano brasiliano O Globo, aggiungendo che questo importo rappresenta circa il 14% dell’investimento dell’operatore previsto per quel periodo e sarà incentrato essenzialmente sulle infrastrutture.

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