La notizia è destinata a pesare sull’intero comparto telco europeo. Telefónica si prepara a un piano di uscite preferibilmente volontarie entro fine anno, con almeno 6.000 dipendenti interessati e fino a 7.000 nello scenario più ampio. La novità è l’estensione oltre il perimetro Cev alle altre filiali e al centro corporate. La tempistica punta a chiudere il negoziato tra metà novembre e dicembre, così da imputare gli oneri nel 2025. L’azienda, intanto, smorza: “Si lavora a numerose analisi, ma un Ere (Expediente de Regulación de Empleo, la procedura spagnola di ristrutturazione del personale che consente a un’azienda di ridurre, sospendere o modificare i contratti di lavoro in modo collettivo, ndr) non è sul tavolo“.
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Telefonica piano uscite e perimetro: dal Cev al corporate
I precedenti piani hanno coinvolto Telefónica de España, Telefónica Móviles e Telefónica Soluciones sotto l’Accordo tra Società Collegate (Cev). Questa volta la misura potrebbe includere ulteriori società del gruppo e, per la prima volta, il centro corporate. L’ipotesi amplia la base potenziale a circa 25mila addetti nel perimetro spagnolo e corporate, con impatto iniziale stimato in 6-7mila uscite. Telefónica mantiene però una linea prudente: nessuna decisione formale è stata assunta, con analisi in corso in tutte le aree.
L’allargamento del perimetro risponde a tre driver. Riduzione dei costi di struttura, semplificazione organizzativa e coerenza con la nuova strategia che la compagnia presenterà al Capital Markets Day del 4 novembre. La data è stata comunicata alla stampa economica spagnola e rientra nel percorso di revisione strategica in corso sotto la guida di Marc Murtra.
Telefonica , calendario negoziale e impatto contabile
Il percorso prevede la comunicazione ai sindacati dopo il 4 novembre e un confronto rapido per centrare l’accordo entro l’anno. L’obiettivo è imputare gli accantonamenti nel 2025, concentrando in un solo esercizio i costi straordinari e liberando benefici di cassa dai risparmi ricorrenti già dal 2026. È lo schema utilizzato nei piani precedenti e oggi riproposto per coerenza finanziaria.
Il precedente Ere, firmato a inizio 2024, ha interessato 3.421 dipendenti delle tre società Cev. Il costo è stato stimato in 1,3 miliardi (senza impatto cassa), con risparmi medi annui di circa 285 milioni a partire dal 2025. Questi numeri aiutano a dimensionare l’ordine di grandezza del nuovo piano uscite Telefonica. Se il perimetro salisse a 6-7mila uscite, oneri e risparmi aumenterebbero proporzionalmente.
Telefonica piano uscite e la rotta strategica: disciplina finanziaria, AI e semplificazione
Il nuovo corso punta a disciplina finanziaria, semplificazione e modernizzazione dei processi. Telefónica mette l’accento sull’automazione e sull’AI per incrementare produttività e qualità del servizio. Ridurre il costo del lavoro è una leva, ma non l’unica: il ridisegno organizzativo e l’adozione di tecnologie di network automation e customer management sono parte integrante della rotta annunciata. La strategia aziendale sottolinea l’obiettivo di “rendere il mondo più umano, connettendo le vite”, con pilastri focalizzati su efficienza e sostenibilità.
In sede di presentazione del piano del 4 novembre, Murtra ha anticipato che investirà in operazioni di consolidamento “se i numeri hanno senso”, insieme a semplificazione e cybersicurezza. L’execution della strategia condizionerà asset allocation, capex e priorità geografiche.
Consolidamento, regolazione e concorrenza
La spinta al consolidamento è tornata al centro del dibattito Ue. Connect Europe (l’ex Etno) e Gsma chiedono una riforma del regolamento concentrazioni per facilitare le fusioni nel settore telco. Senza questa, avvertono gli operatori, l’Europa rischia di rimanere indietro rispetto a Usa e Cina. Telefónica è tra i firmatari dell’appello, ribadito anche all’FT Connect Europe Forum.
In Spagna, il presidente di Telefónica España, Borja Ochoa, ha ricordato lo squilibrio competitivo: “In Europa ci sono oltre 380 operatori; negli Usa tre grandi”. Il piano uscite Telefonica si inserisce in questo scenario: meno duplicazioni, più efficienza e capacità d’investimento nelle reti. Ma le autorità sono chiamate a garantire tutela del consumatore e qualità dei servizi nel medio periodo.
Governance e ruolo dello Stato: la variabile Sepi
Il Governo spagnolo, tramite Sepi, detiene il 10% di Telefónica. La partecipazione è stata raggiunta nel maggio 2024, rendendo lo Stato azionista di riferimento. Questo aggiunge una dimensione politica alle scelte industriali, compreso il piano uscite. L’interlocuzione con l’azionista pubblico può accelerare decisioni su piani e perimetri, ma aumenta l’attenzione su occupazione, investimenti e presidio degli asset strategici.
La nuova leadership di Telefónica ha rimesso ordine alle priorità. Gli equilibri tra Stato, partner industriali e altri soci influenzeranno tempistiche e condizioni del piano di uscite. Trasparenza e coinvolgimento sindacale saranno decisivi per la tenuta sociale del processo e per evitare contenziosi.
Precedenti, benchmark e impatti: cosa insegna l’ultimo Ere
Nel 2024 l’accordo Ere su 3.421 persone ha dimostrato che uscite volontarie ben incentivate possono ridurre l’attrito e centrare gli obiettivi di efficienza. Il modello prevedeva platee anagrafiche selettive e condizioni economiche tali da favorire l’adesione. Il saldo è stato un risparmio strutturale stimato in 285 milioni l’anno, a fronte di 1,3 miliardi di oneri senza impatto cassa.
Nel frattempo, il mercato del lavoro telco in Spagna ha visto contrazioni diffuse. MasOrange, Vodafone e altri hanno ridotto organici. Digi, invece, ha cresciuto l’occupazione, segnalando modelli alternativi di espansione.