LA TRIMESTRALE

Tim al rialzo, accelerazione dei ricavi. Labriola: “Nessun ostacolo su Netco”

Crescita del 2,2% anno su anno e l’ebitda balza del 3,6%. Cloud e cybersecurity in volata. L’Ad fa il punto sul futuro dell’azienda: “Avanti su vendita della rete, ServiceCo sarà finanziariamente forte”. E sul dissenso di Vivendi: “Cda nel giusto”. 2,5 miliardi di earn out da integrazione con Open Fiber

Pubblicato il 09 Nov 2023

labriola

Terzo trimestre all’insegna della crescita per Tim sia sul fronte domestico sia soprattutto per quel che riguarda la costola sud americana.

Labriola: “Nessun ostacolo su progetto Netco”

E sul fronte dell’operazione Netco si va avanti e l’Ad Pietro Labriola evidenzia che “non sono previsti scostamenti rispetto al calendario indicativo che avevamo indicato in precedenza -poiché non prevediamo alcun ostacolo alle approvazioni”. Solo due le condizioni sospensive, l’antitrust e il golden power “in base alle quali riteniamo che il rischio di esecuzione sia gestibile”. L’offerta finale di Kkr, sottolinea Labriola, “ha un enterprise value migliorato di 3 miliardi dalla prima offerta non vincolante nonostante peggioramento condizioni macroeconomiche” Labriola puntualizza inoltre che il progetto procede su due filoni paralleli quello di Netco e quello di Sparkle, sulla cui trattativa per ottenere una valorizzazione migliore “siamo fiduciosi”.

L’accordo su Netco prevede un deleverage a 14,2 miliardi: “Questo è il numero chiave, perché rappresenta il livello di deleverage che ci aspettiamo di ottenere alla chiusura. Vale la pena ricordare che i 14,2 miliardi non includono Sparkle. Pertanto, il deleverage aumenterebbe nel caso in cui completassimo con successo la sua cessione. Questa componente aggiuntiva sarà nota se e quando riceveremo l’offerta vincolante. Come detto, il processo è in corso e confidiamo in un esito rapido e positivo. Pertanto, su base omogenea, l’accordo NetCo consente un deleverage che prevediamo sarà migliore rispetto al target del Capital market day, nonostante il peggioramento delle condizioni macro”.

La questione Vivendi

“La decisione assunta dal consiglio lo scorso 5 novembre si è basata su diversi pareri legali indipendenti che indicano che la materia rientra chiaramente nella competenza esclusiva del consiglio stesso. Non è possibile ai sensi della legge italiana trasferire tale competenza agli azionisti. Su questa base l’operazione è stata approvata”. Labriola puntualizza che “agli azionisti che ritengono che il Consiglio non avesse i poteri per compiere l’operazione, spiegheremo perché si sbagliano e, qualora così fosse, siamo pronti a farlo in Tribunale, dove siamo certi che le conclusioni di il nostro Consiglio sarà confermato. Ecco perché non consideriamo il rischio che la transazione venga ritardata o bloccata”.

A tal proposito Agostino Nuzzolo, general counsel di Tim, chiarisce che “in termini di realizzazione dell’operazione, non prevediamo ritardi o problemi, a meno che non riceviamo un’ingiunzione dal tribunale di Milano che dica, a livello cautelare, e quindi non come decisione sul merito, che dobbiamo fermarci perché c’è stato un processo autorizzativo incorretto. Al momento non abbiamo ricevuto nessuna notifica: sono passati quattro giorni dall’operazione e tre dal signing e non abbiamo ricevuto nessuna notifica su questo tipo di misura provvisoria. Le nostre conclusioni sono basate su una profonda analisi tecnica e legale della rete e siamo sicuri che continueremo a gestire infrastrutture di rete – sia fisse che mobili. Come sottolineato da Pietro Labriola, non venderemo l’intera rete fissa di cui manterremo la parte strategica. Peraltro, nel nostro statuto non c’è nulla che indichi la necessità di possedere la rete. Francamente, siamo fiduciosi che la nostra visione sull’operazione sarà confermata anche in Tribunale. E anche se il Cda dovesse essere revocato, questo non avrà alcun impatto sull’esecuzione dell’operazione, che è stata firmata ed è vincolante. La sola situazione in cui possiamo immaginare un impatto è il caso  in cui il Tribunale decidesse che il processo autorizzativo non è stato corretto e per farlo deve emettere un’ingiunzione nei nostri confronti. È l’unica situazione in cui l’operazione potrebbe essere bloccata”.

Il futuro di ServiceCo

Dopo la vendita di NetCo, ServiceCo “sarà ancora il player più infrastrutturato del mercato italiano, possiederà e gestirà la rete mobile abbinata al miglior portafoglio di spettro, alla più grande infrastruttura di data center, al backbone IP, agli Iru per il peer to peer, il trasporto e il backhauling. Ciò rappresenta un forte vantaggio competitivo. ServiceCo sarà finanziariamente forte per competere come piccola società di servizi incentrata sul cliente in Italia e Brasile”.

L’integrazione con Open Fiber

“Gli earn out legati a fusione o aggregazione totale o parziale con Open Fiber e sgravi normativi entro 30 mesi dal closing ammontano a 2,5 miliardi”,  ha precisato Labriola. “Considerando i commenti che tutti abbiamo sentito negli ultimi mesi, in termini di avere un’unica rete in fibra nel Paese, essi rappresentano potenzialmente un ulteriore driver di creazione di valore, e quindi di deleverage per ServiceCo”.

I ricavi

I ricavi totali sono in crescita del 3,7% a 4,1 miliardi di euro, in dettaglio quelli della Business Unit Domestic sono in crescita per il secondo trimestre consecutivo con il +2,2% anno su anno in accelerazione rispetto al +0,6% del secondo trimestre e quelli di Tim Brasil sono balzati del 7,9%. Verso la stabilizzazione i ricavi da servizi: -0,6% nel terzo trimestre dal -0,9% nel secondo e -2,4% mentre continua il percorso di forte crescita di Tim Brasil a +7,5%.

L’Ebitda

L’Ebitda organico di Gruppo ammonta a 1,7 miliardi di euro (+6,5%) con la Business Unit Domestic in crescita per il secondo trimestre consecutivo a +3,6% dal +0,5% del secondo trimestre e con Tim Brasil che riporta un andamento fortemente positivo a +12,1%.

L’Ebitda After Lease di Gruppo si è attestato a 1,4 miliardi di euro, in crescita dell’8,6% con la Business Unit Domestic a +3,4% e Tim Brasil a +21,4% anche grazie all’accelerazione del piano di decommissioning dei siti mobili.

I costi

Nel corso del trimestre sono proseguite le azioni di contenimento dei costi volte ad aumentare il livello di efficienza strutturale della Business Unit Domestic. Al 30 settembre, la riduzione dei cash cost rispetto al trend inerziale è stata pari a circa 0,6 miliardi di euro e al 77% del target incrementale fissato per il 2023.

L’indebitamento finanziario

L’indebitamento finanziario netto after lease al 30 settembre 2023 si attesta a 21,2 miliardi di euro, in aumento di 0,4 miliardi di euro rispetto al 30 giugno 2023. L’indebitamento finanziario netto è pari a 26,3 miliardi di euro, in aumento di 0,2 miliardi di euro rispetto al 30 giugno.

Il margine di liquidità al 30 settembre 2023 risulta di 8,9 miliardi di euro. L’Equity free cash flow after lease nel terzo trimestre 2023 è negativo per 0,3 miliardi di euro. Considerando gli anticipi del Pnrr, da cui sono attesi 700 milioni di euro di incasso entro la fine del 2023, l’equity free cash flow after lease per l’intero esercizio è atteso invariato.

I risultati delle unit

Tim Consumer

Tim Consumer ha registrato ricavi totali e ricavi da servizi in calo rispettivamente del 3,8% e del 3,4% anno su anno nel terzo trimestre, con un miglioramento rispetto ai trimestri precedenti. Come conseguenza degli aumenti di prezzo, è aumentato l’Arpu sia nel fisso sia nel mobile, con impatti limitati sul tasso di abbandono (churn rate).

Tim Enterprise

Tim Enterprise ha registrato ricavi totali e ricavi da servizi in aumento rispettivamente del 4,8% e del 4,2% anno su anno nel terzo trimestre, con un miglioramento rispetto ai trimestri precedenti. Il mix dei ricavi da servizi nei nove mesi ha mostrato un andamento in linea con le attese: Connettività -3%, Cloud +8%, IoT -3%, Security +9%. I servizi ICT, escludendo la connettività, hanno generato il 58% dei ricavi complessivi rispetto al 56% nei primi nove mesi del 2022.

NetCo

NetCo ha registrato ricavi totali in aumento del 5,8% anno su anno, anche grazie all’estensione nelle aree grigie dell’accordo commerciale con Open Fiber. I ricavi da servizi sono in calo dell’1,1%: i benefici legati ai nuovi prezzi regolamentati per il 2023 e al miglioramento del mix tecnologico hanno compensato solo in parte il calo dei volumi.

I bandi Pnrr

Per quanto riguarda l’avanzamento delle attività relative ai bandi Pnrr, Tim conferma il completamento delle attività di walk-in e l’accelerazione delle realizzazioni di rete a copertura dei civici del Piano Italia 1 Giga che consentiranno un progressivo recupero dei ritardi rispetto alle precedenti milestones; rimane critica la situazione in Sardegna per la scarsità di manodopera specializzata residente. Relativamente ai piani 5G Backhauling e 5G Densificazione, le realizzazioni sono in linea con i target previsti.

Il roll out della fibra

Si segnala inoltre che il roll-out della fibra prosegue in linea con l’obiettivo di raggiungere il 48% di copertura delle unità tecniche immobiliari entro il 2025. Al 30 settembre, NetCo gestiva circa 15,6 milioni di accessi fissi (di cui oltre il 70% in tecnologie ultrabroadband) con una quota di mercato del 79% e una copertura in Fttx di circa il 95% delle linee attive (circa il 61% con velocità superiore a 100 Mbps). Le unità tecniche raggiunte con tecnologia Ftth sono 8,4 milioni, pari a una copertura del 36%, in crescita di 7 punti percentuali negli ultimi 12 mesi.

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