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Tim, allarme conti: terzo profit warning, pesa anche il flop Dazn

Ebitda in calo fra il 13 e il 15% e in diminuzione anche i ricavi principalmente a causa dell’andamento del mercato della telefonia fissa e ai risultati insoddisfacenti sullo streaming calcio. Il contratto verso la rinegoziazione

Pubblicato il 16 Dic 2021

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Vigilia di cda molto tesa in casa Tim. L’azienda ha annunciato il terzo profit warning a causa delle performance al ribasso del segmento telefonia fissa e dei risultati al di sotto delle aspettative relativamente all’accordo con Dazn. I risultati dell’esercizio 2021 sono stati dunque rivisti al ribasso: “l’Ebitda AL (after lease) organico della Business Unit Domestic è stimato in diminuzione (“low teens decrease”) verso l’anno 2020, con un peggioramento rispetto alla precedente previsione comunicata ad ottobre (“high single-digit decrease”), imputabile principalmente a minori ricavi della telefonia fissa, in parte connessi all’andamento dell’accordo con Dazn per la distribuzione della Serie A Tim”, comunica l’azienda in una nota in cui si puntualizza che “eventuali accantonamenti non ricorrenti saranno determinati sulla base degli esiti della rinegoziazione in corso dell’accordo con Dazn e saranno valutati in sede di bilancio 2021”.

Fa da contraltare, ma non è sufficiente per tirare una boccata d’aria, la crescita della Business Unit Brasile (“mid single-digit”, come già precedentemente comunicato), l’Ebitda AL consolidato organico di Gruppo 2021 è atteso superiore a 5,4 miliardi di euro. Ma l’andamento dei ricavi organici di Gruppo è confermato in calo (“low single-digit”, come già precedentemente comunicato) e l’indebitamento finanziario netto consolidato rettificato AL è atteso a circa 17,6 miliardi di euro dopo il pagamento di licenze per 435 milioni di euro, di cui 140 milioni di euro a seguito dell’aggiudicazione delle frequenze 5G in Brasile.

Il piano 2022-2024 verrà sottoposto all’approvazione del Consiglio di Amministrazione, unitamente ai risultati del bilancio 2021 e alla guidance relativa al triennio 2022/24, che terrà conto dell’atteso consolidamento degli asset di telefonia mobile di Oi in Brasile e delle azioni di riorganizzazione aziendale necessarie ad affrontare un contesto competitivo che rimane sfidante”, conclude la nota.

“Da verificare quanto mitigabile il calo della redditività sul 2022-23 con una revisione del contratto Dazn” commentano gli analisti di Equita. “Considerando le dinamiche di un mercato competitivo in corso sarà difficile confermare gli obiettivi esistenti per il 2022, in particolare per il business domestico. Sarà necessaria un’azione coraggiosa sul controllo dei costi per affrontare una tendenza cosi impegnativa”, sottolineano gli analisti di Mediobanca Securities secondo cui le nuove stime sono allineate a quanto previsto a livello di gruppo (5,4 miliardi di euro di Ebitda) e un po’ inferiori alle attese per l’Italia ma che potrebbero andare ad intaccare anche quelle per il 2022.

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