STRATEGIE

Tim, fondo canadese (pro-Elliott) oltre il 3%. Ma Vivendi affila si appella alla Consob

Il Canada pension plan investment fund consolida la propria posizione in vista dell’assemblea. I francesi pronti a chiamare in causa la Commissione di vigilanza: il fondo Usa avrebbe interesse a ridurre il prezzo delle azioni

Pubblicato il 29 Gen 2019

A. S.

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In attesa dell’assemblea dei soci fissata per il 29 marzo è già nel vivo la guerra di posizioni che vede i fondi impegnati a rafforzare le proprie posizioni in Tim per contrastare il tentativo di Vivendi, socio di maggioranza relativa che detiene il 23,94% delle azioni dell’operatore, intenzionata a chiedere la revoca e sostituzione, nella seduta che sarà chiamata ad approvare il bilancio, dei cinque consiglieri in quota Elliott.

Proprio di questa strategia farebbe parte, secondo quanto scrive il Sole24ore, la salita al 3,133% nell’azionariato di Tim del fondo canadese Canada pension plan investment board, che gli addetti ai lavori considerano “vicino” a Elliott: a maggio aveva votato proprio per lista del fondo, e secondo i rumors potrebbe nei prossimi giorni rafforzare ulteriormente la propria posizione.

Sul fronte Vivendi, intanto, i francesi hanno deciso di servirsi della consulenza di Sodali in vista della battaglia sui voti che si prevede per l’assemblea di fine marzo, mentre è sempre più evidente che saranno proprio la governance, insieme al piano per la separazione della rete, i terreni su cui si giocherà il confronto, mentre – anticipa il Sole24ore sempre a proposito del futuro della rete – un “ufficio separazione” è già stato creato nella società all’interno della divisione che si occupa dell’infrastruttura.

Inoltre secondo Les Echos, “Vivendi dovrebbe a breve inviare alla Consob una lettera in cui denuncia il fatto che Elliot avrebbe interesse a ridurre il prezzo delle azioni” di Telecom Italia.  L’accusa “è estremamente seria. Agguerrito in questo tipo di battaglie – si legge sul quotidiano francese – Elliott conosce perfettamente le conseguenze e una fonte vicina al fondo ha riferito a Les Echos che si riservano il diritto di utilizzare qualsiasi opzione legale per affrontare queste accuse”.

Vivendi, “che non è riuscita a ottenere una assemblea dei soci anticipata” dal consiglio di amministrazione del 14 gennaio vuole convincere gli azionisti a sostituire cinque componenti del cda nell’assemblea del 29 marzo, “per riprendere il controllo” scrive ancora il giornale che cita un portavoce di Vivendi secondo cui “le promesse di Elliott sono fake news, come dimostra il calo del titolo del 45% dal 4 maggio”.

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