L'INCONTRO CON I MANAGER

Tim, il titolo ai minimi. Labriola: “Sottovalutato, non fatevi condizionare”

I rumors sullo slittamento del dossier rete unica dopo le elezioni penalizzano l’andamento in Borsa. L’Ad, che ha acquistato 1,5 milioni di azioni, accende i riflettori sui risultati al rialzo nel primo semestre e invita il team a concentrarsi sulle priorità

Pubblicato il 07 Set 2022

labriola

Il valore del titolo Tim? È sottovalutato. È quanto sostiene l’amministratore delegato Pietro Labriola che invita la propria squadra di manager a non farsi condizionare dalle indiscrezioni di stampa – ultima quella sullo slittamento del dossier rete unica a dopo le elezioni che ha fatto scendere il titolo sotto i 20 centesimi – e a concentrarsi sui risultati.

Trend positivo anche a luglio-agosto

In un incontro con gli oltre mille manager della società Labriola ha fatto il punto della situazione: “Con la semestrale abbiamo dato un grande segnale al mercato rivedendo al rialzo la guidance, frutto dell’ottimo lavoro fatto a livello domestico: andiamo avanti in questa direzione. Del resto il trend positivo è proseguito anche nei mesi di luglio e agosto, dobbiamo quindi accelerare il passo, siamo una grande azienda”.

Labriola ha ricordato che “negli ultimi dieci anni l’azienda ha raggiunto gli obiettivi del primo anno di piano solo tre volte e non ha mai centrato quelli del secondo. Trimestre dopo trimestre vogliamo recuperare la nostra credibilità. Inoltre, analisti e broker “ci dicono che il valore medio della somma delle parti di Tim si attesta ben al di sopra di quanto ci dicevano in precedenza. Vi invito quindi a non ascoltare i rumor e a concentrarvi sul grande lavoro che dobbiamo fare per mettere a terra il nostro piano. Il nostro titolo è ampiamente sottovalutato e proprio per questo di recente ho acquistato azioni Tim per dare un segnale di fiducia ai dipendenti e al mercato”. Labriola ha acquisito in totale 1,5 milioni di azioni in due tornate a distanza di pochi giorni l’una dall’altra.

L’evoluzione del modello organizzativo e il tema del gender gap

Stiamo cambiando lo stile di leadership, che significa concentrarsi sulle priorità; stiamo facendo evolvere il modello organizzativo, basato su perimetri e responsabilità chiare con le giuste leve per agire”, ha detto Labriola nel ringraziare “i colleghi che ogni giorno lavorano con spirito di abnegazione e grande forza di volontà in un contesto certamente non facile”. “”Da tempo non succedeva di puntare sul valore delle persone di Tim che costituisce invece un elemento chiave per essere una squadra compatta – ha aggiunto il manager evidenziando che “oggi il management team è quasi integralmente composto da professionisti interni.

Grande attenzione anche alla questione del gender gap. “È un tema che mi sta a cuore e infatti abbiamo cominciato ad aumentare il numero di donne nelle posizioni chiave. Continueremo a farlo”.

Il dossier rete unica slitta a dopo le elezioni?

Si rimbalzano le indiscrezioni di stampa in merito al progetto di rete unica con Open Fiber. Secondo il Sole 24Ore la partita è rimandata dopo la tornata elettorale, in una finestra fra il 26 e il 30 settembre (in cui sarebbe attesa l’offerta di Cdp per rilevare la maggioranza del Gruppo e tenere in pancia la rete di Tlc). Ma secondo altre fonti di stampa l’offerta di Cdp potrebbe arrivare anche più tardi ossia dopo l’insediamento del nuovo governo.

“Se confermato, lo slittamento avrebbe senso, visto che il parere del nuovo Governo su un dossier così delicato è cruciale per raggiungere un accordo finale”, è il parere degli analisti di Intesa Sanpaolo. “Non vediamo l’eventuale ritardo nella presentazione dell’offerta vincolante come un segnale negativo sul deal, vista la rilevanza dell’operazione e la necessità in ogni caso di un pieno supporto politico all’accordo per tutto il percorso che dovrà condurre fino al completamento dell’operazione”, sostengono gli analisti di Equita. E per gli esperti di Banca Akros, “le indiscrezioni non sono certo una sorpresa”.

Vivendi e il conflitto di interessi di Cdp

Secondo quanto riferisce il Corriere della Sera i francesi di Vivendi, primi azionisti di Tim con una quota vicina al 24% avrebbero inviato una missiva al Cda a fine agosto in cui alla questione economica – il valore della rete che secondo Vivendi si attesterebbe fra i 31 e i 34 miliardi – si aggiungerebbe quella del potenziale conflitto di interessi di Cassa depositi e prestiti in quota Tim con una quota vicino al 10% e in Open Fiber al 60%.

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