LA TRIMESTRALE

Tim, Gubitosi: “Open Fiber stand alone ha poco senso”

“Combinando le due reti la sovrapposizione si ridurrebbe”. La società chiude intanto il primo trimestre all’insegna della crescita. L’Arpu consumer a +9,4% e record per la fibra: +58% in un anno. In aumento anche le linee mobili. Avanti sui dossier Vodafone e Persidera. Confermata la guidance 2020-2021

Pubblicato il 20 Mag 2019

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È un primo trimestre all’insegna della crescita quello di Tim. Ed è sul fisso che si registrano le migliori performance sia in termini di clienti sia soprattutto di Arpu consumer che registra un balzo in avanti del 9,4% anno su anno. E hanno sfiorato la soglia dei 6 milioni i clienti di fibra, retail e wholesale pari ad una crescita record del 58% anno su anno e del 10% rispetto al quarto trimestre 2018. In forte aumento, +16% anno su anno, i ricavi del business Ict e anche sul fronte dei servizi retail si registra un aumento dell’1,5%. L’Ebitda della business unit Domestic è stato pari a 1,5 miliardi di euro (-4,0% anno su anno) in sensibile miglioramento rispetto a quello del quarto trimestre 2018 (-13,2% anno su anno).

Avanti tutta sui dossier Vodafone e Persidera

“I risultati fanno emergere i primi effetti dell’accelerazione impressa dal nuovo management nella riduzione dei costi e nella revisione e miglioramento dei processi interni con impatto sulla generazione di cassa – evidenzia l’azienda nella nota emessa a seguito del cda chiamato ad approvare i risultati trimestrali ma anche a discutere dei dossier Vodafone e Persidera. “Il management ha presentato al Consiglio di Amministrazione lo stato di avanzamento della partnership con Vodafone per la condivisione della rete mobile che, sulla base di un’analisi in corso di perfezionamento, si stima possa generare in prospettiva 100-150 milioni di sinergie su base annua”, si legge nella nota. E riguardo a Persidera il cda ha confermato il mandato all’Amministratore Delegato “di finalizzare la trattativa in esclusiva avviata in seguito alla ricezione dell’offerta vincolante per la cessione”. Non solo: l’azienda sta “esplorando” l’opzione di una joint venture con un soggetto del credito al consumo. “Abbiamo invitato cinque istituti e nei prossimi giorni inizieremo le discussioni con loro per trovare un partner”, ha detto Gubitosi.

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Open Fiber non può ballare da sola

Riguardo a Open Fiber l’Ad Luigi Gubitosi evidenzia che “una Open Fiber ‘stand alone’ ha poco senso, combinando le due reti la sovrapposizione si ridurrebbe”. L’Ad ha anche detto che “porteremo le opzioni possibili prima in comitato strategico e poi in Cda, entro l’estate e poi parleremo con gli azionisti di Open Fiber in base al feedback che avremo dal cda”.  E sui possibili nodi Antitrust Gubitosi ha puntualizzato che “è un po’ presto per dirlo se ancora non si conosce la struttura dell’operazione”.

Mobile: 31,7 milioni di clienti, spinta sul 5G

Sul fronte mobile il numero delle linee si attesta a 31,7 milioni a fine marzo, in crescita del 2,3% anno su anno. Il tasso di disconnessione (churn rate) si è ridotto di 1.4 punti anno su anno e di 1 punto rispetto all’ultimo trimestre del 2018. “Nel mobile la strategia di focalizzarsi sulla qualità piuttosto che sui prezzi sta dando i primi risultati. Il mercato è diventato più razionale soprattutto sui prezzi, comportando anche un’attenuazione significativa del fenomeno dei passaggi da un operatore all’altro (Mobile Number Portability)”.

Tim evidenzia che ad oggi copre circa 99% della popolazione con il 4G e l’80% con la fibra ed è impegnata a coprire l’intero Paese con lo sviluppo di fibra, 5G e Fixed Wireless Access. Nei primi tre mesi dell’anno l’azienda ha investito 0,6 miliardi di euro con una riduzione del 6,5% anno su anno (0,5 miliardi di euro in Italia, -10,3%) grazie a maggiori efficienze. “Nel corso del trimestre la qualità della rete mobile si è confermata la migliore in Italia”, ci tiene a sottolineare l’azienda. “Aspetteremo fine 2020 per sconnettere il 3G per avere il tempo di far migrare la maggior parte dei nostri clienti. Coinciderà anche con il completamento del 4G e con i progressi significativi del 5G”, ha annunciato Gubitosi.

Business e Wholesale, il calo dei prezzi compensato dalle linee in fibra

Riguardo ai segmenti Business e Wholesale, sono sostanzialmente in linea rispetto all’anno precedente – evidenzia l’azienda – “in quanto il calo dei prezzi all’ingrosso è stato quasi interamente bilanciato dalla forte crescita delle linee in fibra”. In calo i ricavi del segmento Consumer rispetto a un anno fa, “in quanto occorrerà ancora del tempo perché i benefici di uno scenario competitivo meno aggressivo possano tradursi in un miglioramento dei ricavi”, si legge ancora nella nota.

Tim Brasil, ricavi a +1,7%, Ebitda a +5,5%

In Brasile, infine, i ricavi sono cresciuti dell’1,7% anno su anno “grazie al maggior apporto nel mix dei clienti ad alto valore e ad una tenuta complessiva della market-share, confermando la guidance”. L’Ebitda di Tim Brasil è cresciuto del +5,5% anno su anno, in linea con l’incremento registrato nel quarto trimestre 2018 (+5,4% anno su anno).

I risultati del Gruppo: ricavi stabili, migliora l’indebitamento

Nonostante la discontinuità di Sparkle il Gruppo è riuscito a chiudere con ricavi complessivi a 4,5 miliardi di euro, in contrazione del 2,9% anno su anno e ricavi da servizi per 4,1 miliardi (-3% rispetto al primo quarter 2018) ma – puntualizza l’azienda – la performance “è stata influenzata dalla decisione di Sparkle di eliminare i contratti relativi a servizi di Wholesale Internazionale a marginalità bassa o nulla”. Al netto di quest’ultimo impatto (-53 milioni di euro anno su anno) la variazione dei ricavi da servizi è del -2% a livello di Gruppo, L’Ebitda organico di Gruppo è stato pari a 1,8 miliardi di euro, -2,1% anno su anno, ma si registra un forte miglioramento rispetto al -9,9% registrato nell’ultimo trimestre 2018. Il debito netto si è ridotto di 190 milioni di euro, l’operating free cash flow ha raggiunto i 541 milioni di euro (+558 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2018), l’equity free cash flow è cresciuto a 216 milioni di euro (+550 milioni di euro anno su anno).

Efficace nel trimestre – puntualizza Tim – la gestione del circolante, che ha visto una riduzione di assorbimento di 600 milioni di euro anno su anno. “La rinnovata attenzione all’ottimizzazione del capitale circolante, che continuerà in maniera pro-attiva nel corso del 2019, ha contribuito al miglioramento dell’indebitamento finanziario netto, che al 31 marzo risulta essere di 25,08 miliardi di euro, in calo di 190 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2018 e di 457 milioni di euro rispetto al 31 marzo 2018”.

Riteniamo che chiuderemo l’anno con un indebitamento inferiore“, ha annunciato Gubitosi. “La riduzione dell’indebitamento è il nostro obiettivo principale. Riteniamo che l’indebitamento sia stato un grosso problema per Telecom”, in quanto ne “ha limitato la crescita e lo sviluppo”. Per questo “dobbiamo ridurre il debito e siamo impegnati in questo senso”.

Carlo Nardello, da inizio anno Chief Strategic Development & Transformation Office di Tim (Nardello sarà fra i protagonisti dell’edizione 2019 di Telco per l’Italia), ha investito oltre 56mila euro acquistando 120 mila azioni del gruppo (al prezzo di 0,4690 euro). Lo ha dichiarato in un internal dealing

Guidance confermata, ecco le stime per il 2020-2021

I ricavi di Gruppo Organici da servizi sono previsti in leggera riduzione (low single-digit) nel 2019 mentre una crescita (low single-digit) è prevista sia nel 2020 sia nel 2021

L’Ebitda-Al Organico di Gruppo è previsto in leggera riduzione (low single-digit) nel 2019, mentre una crescita (low single-digit) è prevista sia nel 2020 sia nel 2021

I ricavi da servizi Domestici sono previsti in leggera riduzione (low single-digit) nel periodo del piano con l’obiettivo di stabilizzarli dal 2020

L’Ebitda-Al Organico domestico è previsto in calo low single-digit/mid single digit nel 2019 e in crescita low single-digit sia per il 2020 sia per il 2021

I ricavi da servizi per Tim Brasil (al netto del fattore cambio) sono previsti in crescita del 3-5% nel 2019 e in crescita mid single-digit sia nel 2020 sia nel 2021

L’Ebitda-Al in Brasile è atteso in crescita mid/high single digit nel 2019 con la conferma di un target di Ebitda margin di almeno il 39% per il 2020 (40% confermato pre IFRS 9/15/16)

I Domestic Capex sono attesi a circa 2,9 miliardi di euro annui (3 miliardi confermati pre IFRS 9/15/16)

I Capex per Tim Brasil sono attesi a circa 12 miliardi di reais (12,5 miliardi pre IFRS 9/15/16) cumulati nell’arco del Piano triennale

L’Equity Free Cash Flow cumulato è previsto attorno a 3,5 miliardi di euro nel periodo e ragionevolmente vedrà ulteriori incrementi derivanti da azioni non organiche, attualmente non incluse nel piano, ma in fase avanzata di studio

Riduzione dell’indebitamento di Gruppo After Lease con target attorno a 20,5 miliardi di euro nel 2021 prima delle operazioni non organiche (22 miliardi confermati pre IFRS 9/15/16)

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