IL DOSSIER

Tim, le nuove offerte per la rete: 19,3 miliardi da Cdp-Macquarie e Kkr sale a 21

Alla scadenza della deadline arrivate le proposte non vincolanti al rialzo per Netco, ma l’upgrade è meno favorevole rispetto ai rumors e il titolo crolla in Borsa. Vivendi chiuderà la partita? Primo esame al cda del 4 maggio. Labriola fa il punto sull’evoluzione dello scenario delle Tlc: “Serve un nuovo assetto per garantire la sostenibilità, fondamentale il fair share”

Pubblicato il 19 Apr 2023

scacchi

Nuove offerte per Netco, alias per gli asset di rete di Tim. Alla scadenza della deadline sia Cdp-Macquarie sia Kkr hanno presentato offerte al rialzo – sempre non vincolanti – e secondo quanto si apprende le due cordate avrebbero rilanciato per circa 1 miliardo rispetto alle precedenti proposte.

Cdp Macquarie avrebbe messo sul piatto 19,3 miliardi dai circa 18 precedenti, per Kkr la posta sale da 20 a 21 miliardi.. Bestinver evidenzia chele due offerte non solo risultano lontane dai 31 miliardi pretesi dal primo socio Vivendi ma fanno temere che neanche il cda di Tim del 4 maggio possa accettare così come sono una delle offerte”.La stima di un rilancio per 2 miliardi a testa di cui si è vociferato in queste ultime settimane è stata dunque disattesa ma si tratta comunque di proposte importanti considerato il debito monstre dell’azienda ma soprattutto la crisi in cui versa il settore delle Tlc in Italia. Le offerte però non convincono il mercato tant’è che il titolo in Borsa ha registrato un crollo fino all’8%.

Le offerte sul tavolo del cda il 4 maggio

Bocche cucite per il momento da parte degli attori in causa. Tim si è limitata a dichiarare in una breve nota di aver ricevuto le offerte e che le stesse saranno esaminate dal cda nella riunione programmata per il prossimo 4 maggio, previa istruttoria del Comitato parti correlate. Da parte sua il cda di Cassa Depositi e Prestiti comunica di aver dato il via libera alla presentazione di una nuova offerta non vincolante per Netco e Sparkle da parte di Cdp Equity, congiuntamente con Macquarie Asset Management e che il termine di validità dell’offerta è fissato al 31 maggio.

Il Governo in attesa

Dobbiamo aspettare. C’è un’operazione in corso, faremo delle verifiche e poi vedremo”. Lo ha detto il sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti, rispondendo a una domanda sulla vicenda Tim e le nuove offerte migliorative per la rete da Cdp-Macquarie e Kkr.

Quanto vale la rete unica Tim-Open Fiber?

Saranno sufficienti le nuove offerte a soddisfare Vivendi, primo azionista di Tim con una quota alla soglia del 24%? Nei giorni scorsi l’economista esperto di Tlc Maurizio Matteo Dècina ha presentato un modello di calcolo dal quale emerge che la rete unica – ricomprendendo dunque anche gli asset di Open Fiber – vale fra i 23 e i 26 miliardi. La forchetta più bassa nel caso di un multiplo medio di mercato pari a 8 e una percentuale di risparmi attribuibili pari al 50%. Per l’acquirente è stimato un guadagno di 3 miliardi.

Labriola: “Serve nuovo assetto, fondamentale il fair share”

Occorre creare un nuovo assetto su prezzi, regolamentazione, numero di player in modo che questo contribuisca a ridare sostenibilità al sistema delle telecomunicazioni per garantire capacità d’ investimento nell’innovazione dei servizi e delle infrastrutture. Un altro punto fondamentale è l’applicazione del cosiddetto Fair Share per ottenere una equa partecipazione degli Over the top ai costi per lo sviluppo delle reti, resi necessari dal continuo aumento dei volumi di traffico”. In un lungo articolo pubblicato su Linkedin, l’Ad di Tim Pietro Labriola fa il punto sull’evoluzione dello scenario e sulle difficoltà del mercato delle Tlc.

Relativamente alla situazione di Tim “si aggiunge la necessità di superare il modello di operatore verticalmente integrato, un obiettivo che il nostro piano persegue, perché ciò può consentire il passaggio a modelli di prezzo che riducono l’incertezza sulla remunerazione degli investimenti. Occorre poi intervenire sulla riduzione del debito. Nel nuovo scenario macroeconomico di aumento dei tassi d’interesse, il superamento dell’elevato indebitamento rappresenta un elemento chiave anche in logica strategica e industriale”.

Massimo stato di allerta da parte dei sindacati

Stato di allerta massimo da parte dei sindacati. Fistel Cisl denuncia la scarsa attenzione da parte del Governo alle questione della crisi delle Tlc che sta letteralmente esplodendo in Italia con una serie di licenziamenti annunciati dalle principali telco. “Da tempo chiediamo a gran voce di essere convocati dal Governo, con una richiesta di incontro anche al Presidente Meloni oltre che ai ministri competenti. Ma nessun incontro ad oggi”, sottolinea il Segretario generale della Fistel Cisl, Alessandro Faraoni.

Cgil e Slc Cgil evidenziano il rischio concreto di perdere fondi Pnrr legati ai progetti di infrastrutturazione a banda ultralarga e 5G. “Come sarà possibile coprire 6,87 milioni di civici del bando Italia 1 Giga considerando ad esempio la performance sul Piano Bul di Open Fiber nelle aree bianche dove si continuano ad accumulare ritardi su ritardi? O con la vicenda Tim, le cui sorti sembrano essere state definitivamente affidate al mercato, nella totale assenza di scelte volte al consolidamento di una delle più importanti e strategiche aziende italiane? É evidente dunque che se la gara più ricca (con una dotazione di 3,4 miliardi) per il Piano Italia a 1 Giga (fibra ottica e fixed wireless), aggiudicata da Tim-Fibercop e Open Fiber ha visto mancare il primo obiettivo di copertura, cioè l’1% dei numeri civici previsti, è inverosimile pensare che le prossime scadenze semestrali registrino risultati diversi. Queste prevedono tassi di copertura pari al 15% a giugno, 25% a fine anno, 40% a giugno 2024”.

Il fatto che si possano perdere i fondi del Pnrr per il settore delle telecomunicazioni è “gravissimo”. Lo ha detto il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, a margine del forum di Confcommercio. “Le risorse del Pnrr devono servire per diminuire le diseguaglianze in questo Paese, non utilizzarle, non spenderle sarebbe un delitto. Aspettiamo che il Governo e la politica facciano chiarezza sugli asset strategici di questo Paese. Le Tlc lo sono e, quindi, siamo contrari a ogni forma di spezzatino che ci viene proposto” su Tim.

Che fine hanno fatto gli 1,5 miliardi avanzati dai bandi Pnrr?

Cgil e Slc Cgil chiede anche di fare chiarezza sull’utilizzo degli 1,5 miliardi avanzati dai bandi del Pnrr. “Fondi che sembrerebbero destinati al potenziamento delle reti 5G e a ulteriori interventi, non meglio definiti, a favore del settore delle telco. Anche su questo ci piacerebbe avere maggiore chiarezza, ma così non è”.

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