IL ROADSHOW

Tim, non solo Sparkle: si apre il dossier Inwit?

Fra le ipotesi sul tavolo la cessione della quota residua nella tower company per un valore di 300 milioni ma con orizzonte lungo nel piano al 2026. Resta in corso la trattativa con il Ministero dell’Economia per la maggioranza della società dei cavi sottomarini ma mantenendo la governance. Assist di Barclays a Labriola: “Un cambiamento del cda creerebbe incertezza”

Pubblicato il 19 Mar 2024

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Dossier Sparkle ma anche Inwit. Tim potrebbe cedere la quota residua della tower company- il 3% in trasparenza (nel veicolo Daphne controllato dal fondo Ardian) – per un controvalore di 300 milioni. È quanto emerso in occasione della tappa londinese del roadshow dell’Ad Pietro Labriola per la presentazione del piano industriale “Free to run” alla comunità finanziaria internazionale. Stando a quanto si apprende l’operazione Inwit non sarebbe però immediata ma potrebbe finalizzarsi nell’arco del piano al 2026.

Il dossier Sparkle

Riguardo a Sparke restano in corso le trattative con il Ministero dell’Economia: si punterebbe a cedere la quota di maggioranza ma mantenendo la governance almeno temporaneamente per ottenere un miglioramento della valutazione rispetto ai 750 milioni, earnout inclusi, in termini di enterprise value.

Le posizioni di Qube e Merlyn Partners

Gli aggiornamenti della Consob segnalano che la posizione corta netta di Qube è salita venerdì dallo 0,64% allo 0,72%, in crescita per il terzo giorno. Il fondo Merlyn Partners, guidato dall’ex Jp Morgan Alessandro Barnaba, detiene 81.250.000 azioni ordinarie di Tim, corrispondenti allo 0,53% del capitale sociale del gruppo Tlc. Il fondo di investimento lussemburghese, insieme a Rn Capital Partners fondato dall’ex manager Tim Stefano Siragusa, si è opposto al progetto di vendita della rete, presentando un piano alternativo.

L’assist di Barclays (e non solo) a Labriola

“Un cambiamento del cda creerebbe incertezza”: questo il parere degli analisti di Barclays secondo i quali è necessario in ogni caso portare a termine la vendita di Netco a Kkr. “Qualsiasi sarà il cda che uscirà dall’assemblea di aprile avrà bisogno di finalizzare l’accordo con Kkr o altrimenti esporrebbe Tim a penali. Riteniamo che il rinnovo del cda e la chiusura della cessione di NetCo siano i due catalyst più importanti dei prossimi mesi”. Peraltro Labriola in occasione della tappa londinese del roadshow ha ricordato che se la vendita di Netco dovesse fallire – per effetto delle mosse legali di Vivendi o di eventuali ripensamenti da parte del futuro cda – Tim dovrebbe raccogliere miliardi di euro per la sua sostenibilità.

E secondo Equita l’operazione Netco è determinante per fare emergere “il valore inespresso del titolo Tim” e per la sostenibilità finanziaria del gruppo. Intermonte conferma il buy e considera Tim “attraente specialmente se raffrontata al prezzo offerto da Swisscom per Vodafone” anche se “il management ha bisogno di continuare a ricostruire la fiducia per arrivare a un qualsiasi re-rating del titolo.

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