RETI

Tiscar: “Switch off del rame è problema oggettivo, bisogna studiare le modalità”

Il vicesegretario generale di Palazzo Chigi: “Qualsiasi soggetto che infrastruttura avrà l’esigenza di riempire la rete di utenti: il tema è come farlo”. E sul piano banda larga del governo: “Una spinta anche per gli investimenti in fibra di Telecom”. Nodo risorse: “Operatori stiano tranquilli, i soldi ci sono”

Pubblicato il 02 Apr 2015

F.Me.

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La migrazione degli utenti dalla rete in rame a quella ultralarga, in pratica lo switch off della vecchia rete, “è un problema oggettivo, non me lo sono inventato io. Le modalità le vedremo”. Lo ha detto il vicesegretario generale di Palazzo Chigi, Raffaele Tiscar, a margine di un convegno. “Qualsiasi soggetto – ha detto Tiscar a margine di un convegno – che infrastruttura avrà l’esigenza di riempire la rete di utenti: il tema è come farlo”.

Tiscar ha poi sottolineato che piano per la banda ultralarga del governo “non è sostitutivo degli impegni degli operatori ad investire. E’ uno strumento di stimolo”.

“Il fatto che Telecom dica che si impegna a fare l’Ftth o l’Fttb in quaranta città, guarda un po’, allora vuol dire – ha aggiunto Tiscar – che proprio stupidi non eravamo”. Facendo un paradosso, il vicesegretario ha sottolineato come “il massimo successo del piano è che non si spenda un euro perché viene fatto tutto dagli operatori. Ma è un sogno”.

Tiscar ha voluto fare chiarezza in particolare sul decreto attuativo allo Sblocca Italia che avrebbe consentito l’erogazione degli incentivi fiscali: “Gli unici fondi disponibili – ha infatti sottolineato – sono i due miliardi dei fondi strutturali erogati alle Regioni e i 4,2 miliardi dei fondi di sviluppo e coesione, la cui disponibilità di cassa partirà dal 2017. Altri fondi non ce ne sono”. Per quanto riguarda il decreto attuativo dello Sblocca Italia, ha precisato, si tratta di uno strumento che non solo deve essere notificato alla Ue, ma che ha anche incontrato le perplessità del Ministero dell’Economia per problemi di bilancio.

Per sapere come accedere agli incentivi, pertanto, gli operatori dovranno aspettare il documento “di chiarimento” che Palazzo Chigi, in collaborazione con il ministero dello Sviluppo economico, sta elaborando. L’altro pilastro del piano e’ poi il Fondo di garanzia, che sarà oggetto di “un decreto ad hoc da convertire in legge”.

Per quanto riguarda la possobilità di fare due reti in fibra nella stessa città, ipotizzata dal numero uno di Cdp Franco Bassanini, secondo Tiscar sarebbe una “pazzia” e “uno spreco di risorse”. “Sono convinto che per ora gli operatori chiaccherano – ha prmesso Tiscar – quando ci sara’ della gente che scava allora mi porro’ il problema se sono impazziti veramente Ma alla fine non ho mai visto tanta gente perdere soldi…”, ha aggiunto.

Tiscar ha aggiunto che sulla banda ultra larga “la strada di un accordo sarebbe utile per tutti, perché altrimenti sarebbe uno spreco di risorse: l’importante è che si arrivi a realizzare l’infrastruttura spendendo il meno possibile”.

Nei giorni scorsi Telecom Italia ha ufficializzato a Infratel l’impegno – già messo nero su bianco nel nuovo piano industriale – di cablare in fibra ottica (con tecnologie Ftth e Fttb) le principali 40 città italiane di qui al 2017 (nella lista ci sono Roma, Milano, Napoli, Torino, Genova e Firenze per citarne alcune).

Anche Agcom ha fatto plauso al piano. Il commissario Antonio Preto lo hadefinito “un segnale al Paese e la dimostrazione che Agcom ha creato le condizioni per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Digitale e colmare così il nostro digital divide con l’Europa”.

“La nostra regolazione punta a creare le condizioni per portare la fibra ottica sempre più vicino all’utente, garantendo connessioni sempre più veloci. E l’analisi dei mercati dell’accesso, ora in consultazione pubblica, consoliderà questa tendenza e garantirà certezza al mercato per i prossimi anni. La decisione di Telecom Italia di portare la fibra dal cabinet al building è anche la conferma della validità ed efficacia dell’approccio realistico di Agcom, che tiene conto dei piani industriali degli operatori. Al di là delle valutazioni di merito, la Strategia del Governo è servita a dare una scossa al mercato e Telecom ha risposto positivamente. Mi auguro che gli altri operatori continuino a investire nelle reti a banda ultralarga confermando il trend virtuoso degli ultimi due anni”, sottolinea Preto.

“Se le grandi città sono già coperte dai piani degli operatori, le risorse pubbliche devono essere concentrate nelle aree grigie o bianche, cioè nelle aree rurali e nei piccoli centri abitati, dove i privati non vanno. Solo in questo modo l’intervento pubblico sarà complementare – e non sostitutivo – a quello privato, nel pieno rispetto degli Orientamenti della Commissione europea sugli Aiuti di Stato e di quanto affermato ripetutamente dal Parlamento europeo – conclude il commissario – In questo modo gli italiani saranno connessi alla banda ultra-larga al massimo entro il 2020 e potranno beneficiare delle grandi opportunità offerte dall’economia digitale”.

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