Tlc, Calabrò: ‘Società veicolo per le reti Ngn’

“Una società veicolo formata da un nucleo forte di partner industriali con un mix di capacità imprenditoriali per sviluppare il progetto fibra”

Pubblicato il 07 Lug 2009

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"Una società veicolo formata da un nucleo forte di partner
industriali con un mix di capacità imprenditoriali per sviluppare
il progetto fibra". Lo dice il presidente dell'Agcom
Corrado Calabrò nella presentazione
della Relazione
Annuale dell'Autorità Garante delle Comunicazioni tenuta
oggi alla Camera dei Deputati. (scarica la sintesi in
slides)

E' la via "più praticabile", secondo Calabrò, per
dotare il Paese della fibra ottica. Il progetto "dovrebbe
puntare a una rete aperta, sostituendo i doppini telefonici nelle
aree dove esiste una ragionevole aspettativa di redditività, ed
essere organizzato sul modello del digitale terrestre",
identificando una serie di aree territoriali dove effettuare la
sostituzione del doppino con la fibra. "Le infrastrutture a
larga e larghissima banda – prosegue il presidente –
rappresenteranno la spina dorsale dell'avvenire dei Paesi
avanzati" ed è per questo che "l'anno scorso ho
lanciato – ricorda – l'idea di un grande progetto, di una
grande missione nazionale di fiber Nation".

Calabrò apprezza "senza riserve" il piano anti-digital
divide del vice ministro allo Sviluppo economico, Paolo Romani, ma
"superare il digital divide "è doveroso ed anche
economicamente proficuo. Ma questo non deve distogliere
dall'altro passo che contemporaneamente deve compiere il
sistema, quello verso l'ultrabanda, ossia le fibre ottiche, che
presentano un incomparabile valore prospettico. I due tipi di
interventi, lungi dall'essere sostitutivi, sono
complementari". Secondo Calabrò "giustamente Francesco
Caio nel suo rapporto del giugno di quest'anno avverte che
potrebbe verificarsi il rischio di accorgersi troppo tardi che
l'infrastruttura non è sufficiente a fronteggiare la
domanda".

Per il presidente di Agcom, " la spallata può venire solo
dagli operatori di Tlc". Se si adottasse il modello usato per
il passaggio al digitale terrestre si potrebbe procedere
individuando una serie di aree territoriali dove posare le reti di
nuova generazione. “Il primo gruppo di aree territoriali dovrà
necessariamente contenere aree dove esistano nuclei familiari con
disponibilità economiche ed interesse ai servizi offerti dalla
fibra, ma poi potrà estendersi. Si parta anche con un nucleo
ristretto di abitazioni, ma si parta subito". Inoltre,
prosegue Calabrò, "in sintonia con le indicazioni comunitarie
valuteremo insieme con gli operatori le opzioni regolamentari che,
garantendo la concorrenza, incoraggino maggiormente e remunerino
adeguatamente gli investimenti in fibra".

Un ruolo anche per la Cassa Depositi e
prestiti

Una società veicolo per la fibra ottica ma chi può finanziarla
oltre agli operatori interessati ad investire nelle nuove reti?
Calabrò avanza un’ipotesi che prevede anche la partecipazione, o
come azionista o come finanziatore, della Cassa Depositi e
prestiti. La società, spiega Calabrò “ potrebbe mettere a
frutto i tratti in fibra eseguiti dalle Amministrazioni locali
(com’è avvenuto in Olanda) e le opere civili da quelle
realizzate ad altro scopo (tunnel, fognature, cavidotti vari),
com’è avvenuto a Milano, Parigi e altre capitali europee, e
potrebbe anche ottenere finanziamenti dalla Cassa Depositi e
Prestiti o nel capitale (come avviene in Francia, dove 79 progetti
infrastrutturali sono gestiti in regime di co-finanziamento), o
sotto forma di prestito a tasso agevolato, a condizione che il
lender si assuma gli stessi rischi dei privati”.

Open Access

Il presidente di Agcom Corrado Calabrò, “promuove” Open Access
nella Relazione Annuale:  “Anche dal confronto con le Autorità
omologhe e con esperti nazionali e internazionali, emerge unanime
il giudizio che questo passaggio rappresenta uno snodo
fondamentale che, se compiutamente attuato, garantirà anche al
settore della telefonia fissa un contesto durevolmente
concorrenziale, con maggiore libertà di scelta per i consumatori
finali che beneficeranno di maggiori innovazioni tariffarie e di
migliore qualità del servizio”.

Open Access è la nuova divisione di Telecom Italia che, grazie ad
una serie di impegni sottoscritti dall’operatore dominante, è
impegnata a fornire aTelecom e ai concorrenti servizi in maniera
non discriminata. Secondo Calabrò “Gli impegni sottoscritti da
Telecom Italia, tagliano alla radice il nodo delle controversie tra
operatori concorrenti, assicurando strutturalmente condizioni di
effettiva parità di trattamento (equality of access) tra Telecom e
gli altri operatori.
Secondo il presidente di Agcom, “fondamento di tale riforma è la
separazione organica della gestione della rete di accesso dalla
commercializzazione dei servizi forniti da Telecom”

"Spunti interessanti nella Relazione di Calabrò" secondo
il il viceministro allo Sviluppo economico con delega alle
Comunicazioni Paolo Romani
che in una nota spiega che
“il piano del Governo prevede un investimento di circa un
miliardo e mezzo di euro ed è finalizzato ad annullare il digital
divide che ancora attarda il nostro paese rispetto ai partner
europei. Un primo passo – conclude Romani – al quale seguirà
un’implementazione delle reti di nuova generazione”.

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