Studio Confcommercio

Tlc: in vent’anni spese quadruplicate

Più in generale, gli italiani spendono sempre più in prodotti legati alla tecnologia. Un trend favorito dal calo dei prezzi e dal ritmo di proposizione di prodotti innovativi

Pubblicato il 12 Ott 2013

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Sempre più telefonia e sempre meno spese per abbigliamento e pasti in casa nei consumi degli italiani: la conferma del perdurare di un trend ormai in atto da anni viene da un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio sul “paniere di spesa” delle famiglie italiane tra il 1992 e il 2012. Lo studio sottolinea, inoltre, come l’aumento dei prezzi delle spese “obbligate” freni i consumi “liberi”.
È un vero e proprio boom quello per telefoni e tecnologia (+77%) mentre si spende molto meno per automobili la cui spesa segna un vero e proprio crollo (-45%), vestiti e pasti in casa.
Nell’arco di tempo considerato, la quota di spesa per le telecomunicazioni è più che quadruplicata, passando dallo 0,8% al 3,3%, costituendo il principale cambiamento nelle abitudini di consumo; in crescita anche le spese per tempo libero (dal 6,9% all’8,8%), quelle per i pasti fuori casa (dal 6,3% al 7,4%) e i viaggi e vacanze (dal 2,6% al 3,1%).
Abbigliamento, mezzi di trasporto, alimentazione domestica, benessere personale sono le voci di consumo che, dal 1992 ad oggi, si sono maggiormente ridotte con un calo di quasi il 2%.
Se si restringe l’analisi al periodo 2007-2012, è ancora la componente legata alla tecnologia a registrare le migliori performance: infatti, gli acquisti di beni per la telefonia sono aumentati del 77%, quelli per computer, televisori, hi-fi e accessori di quasi il 21%; di contro, quella dei mezzi di trasporto è la voce di consumo che ha fatto segnare il risultato peggiore con un calo di oltre il 45%.
In particolare nell’ultimo anno, in cui il calo dei consumi ha assunto dimensioni significative, spiega la nota, “le famiglie, strette dalla necessità di sostenere spese come quelle per la casa difficilmente comprimibili e nel tentativo di mantenere gli acquisti di alcuni beni e servizi ritenuti sempre più importanti nella definizione del benessere individuale, hanno operato un forte ridimensionamento nell’acquisto di beni quali i mezzi di trasporto e l’abbigliamento e le calzature”.
“In un solo anno – si legge ancora – l’incidenza sulla spesa per questi beni si è ridotta di mezzo punto percentuale. I prodotti di questi settori hanno tra l’altro una forte rilevanza all’interno della filiera del made in Italy con gli inevitabili riflessi negativi in termini di produzione e occupazione. È del tutto evidente che la principale modificazione della struttura delle quote di spesa, soprattutto in termini reali, riguarda le telecomunicazioni, la cui quota è più che quadruplicata rispetto a venti anni fa”.
Anche dalle dinamiche delle singole voci di spesa, emerge che “nel tempo è la componente legata alla tecnologia a mostrare gli aumenti più sensibili, favorita sia da dinamiche di prezzo favorevoli, sia dalla continua introduzione sul mercato di nuovi modelli il cui utilizzo è divenuto nel tempo sempre più polivalente”.
In particolare, “la spesa a volume per i beni per la telefonia è aumentata, tra il 2007 ed il 2012, del 77% e quella per gli elettrodomestici bruni e information technology del 20,8% (computer, televisori, hi-fi e accessori)”.
“Per contro, i mezzi di trasporto evidenziano i cali più sensibili.
Per questi ultimi i volumi acquistati dalle famiglie si sono ridotti in pochi anni di oltre il 45%. L’eccessiva fiscalità sul settore e la cultura dei divieti hanno contribuito a questa pesantissima flessione”.

Il crescente ‘interesse degli italiani per le tecnologie emerge anche dalla crescita degli acquisti online che emerge da un rapporto di CartaSì sul paniere delle spese degli italiani e dall’indagine di Abi Lab in collaborazione con la la School of Management del Politecnico di Milano sulla crescita del mobile banking.

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