Tlc, l’Antitrust apre un dossier sui servizi premium

L’Autorità avvia istruttorie per pratiche commerciali scorrette. Telecom Italia, Vodafone, Wind e 3 Italia avrebbero fornito agli utenti servizi a pagamento non richiesti

Pubblicato il 21 Lug 2014

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Le telco italiane finiscono nel mirino dell’Antitrust. L’Autorità ha infatti avviato 4 istruttorie per pratiche commerciali scorrette nei confronti di Telecom Italia, Vodafone, Wind e H3G. A segnalare l’apertura dell’indagine è l’Autorità garante della Concorrenza e del mercato nell’ultimo bollettino che riferisce delle segnalazioni di consumatori sul fatto che i gestore avrebbero fornito agli utenti di telefonia mobile servizi a pagamento (c.d. servizio premium) non richiesti e/o richiesti inconsapevolmente e addebitato i relativi importi sul credito telefonico dei consumatori.

Nei quattro avvisi di avvio provvedimento si legge che “secondo segnalazioni di consumatori e associazione di consumatori pervenute e alcune informazioni acquisite d’ufficio”, la compagnia “avrebbe fornito agli utenti di telefonia mobile servizi a pagamento (servizio premium) non richiesti e/o richiesti inconsapevolmente e addebitato i relativi importi sul credito telefonico del consumatore”.

“Nello specifico – continua l’avviso – sarebbero state attuate le seguenti condotte: l’omissione di informazioni rilevanti e/o la diffusione di informazioni non rispondenti al vero circa l’oggetto del contratto di telefonia mobile e, in particolare, l’abilitazione dell’utente alla ricezione di servizi a pagamento durante la navigazione in mobilita’, le caratteristiche essenziali, le modalita’ di fornitura e di pagamento dei suddetti servizi, nonche’ circa l’esistenza del blocco selettivo e la necessita’ per l’utente di doversi attivare mediante una richiesta esplicita di adesione alla procedura di blocco”. Inoltre l’autorita’ rileva “l’implementazione da parte dell’operatore di telefonia mobile di un sistema automatico di trasferimento del numero di telefono dell’utente (“enrichment”) dal gestore ai Content Service Provider (Csp) che editano i contenuti digitali a pagamento e il successivo automatico addebito del servizio sul credito telefonico dell’utente senza che quest’ultimo abbia mai inserito il proprio numero telefonico o si sia, in altro modo consapevole, reso riconoscibile”.

“Se saranno accertati comportamenti scorretti e violazioni dei diritti dei consumatori, avanzeremo azioni risarcitorie nei confronti delle 4 società telefoniche, finalizzate a far ottenere ai loro clienti il rimborso delle somme ingiustamente addebitate sul credito telefonico – avverte Carlo Rienzi, presidente del Codacons – Si tratta di servizi che gli utenti non avevano mai richiesto, e che si ritrovavano a pagare loro malgrado”. Renzi annuncia annuncia la prossima pubblicazione sul sito dell’associazione di “un modulo attraverso il quale gli utenti possono già da ora fornire la preadesione all’azione”.

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